"Il Sangue E La Polvere e' un album sincero, che viene dalla strada e che regala con umilta' all'ascoltatore un viaggio in un mondo di ideali e sogni che sembrano oggi svanire nella vacuita' della realta' odierna, pervasa dal consumismo, dall'indifferenza e dal qualunquismo."
Nel bel mezzo delle vacanze mi ritrovo ad ascoltare un nuovo lavoro, un gruppo per me nuovo con alle spalle due o tre lavoretti che hanno riscosso ottime recensioni dagli amanti della scena punk rock italiana.
Sto' parlando dei Guacamaya, band dal nome quasi orrendo ma che nasconde dietro a se' una grande propensione alla musica, e che regala il miglior combat rock/punk di tutti i tempi.
Si forse esagero, ma i ragazzi in questione non scherzano affatto. Gia' dall'intestazione che si trova nelle loro info possiamo capire con chi abbiamo a che fare, ragazzi diretti e semplici, forti promotori del loro sangue rossonero, partigiano ed antifascista.
La title-track "Il Sangue E La Polvere" sembra essere il pezzo per eccellenza del gruppo. Conseguito insieme ad Enrico dei grandi Los Fastidios (tra i padrini dell'Oi! antifascista) regala una sonorita' tipicamente combat in apertura, col suo basso che si trasforma in un punk rock allegro e melodico nel refrain, e ti fa cantare fin da subito. "io non ho padroni / ne' a destra ne' a sinistra // solo una bandiera // quella antifascista!". Questa e' una delle frasi che si possono udire nel primo brano, e da l'idea della potenza diretta del gruppo, senza fronzoli ed estremamente punk.
"Fieri Di Essere Merda" e' un altro gran pezzo combat, che sempre col suo basso in rilievo incide sul testo impegnato ed utopico, in cui non si nasconde la nostra fierezza di essere merda, cioe' operaio, immigrato, writers, bottegaio e partigiano che ha voglia di spaccare questo governo corrotto e capitalista. E' sicuramente il secondo miglior brano della band lombarda.
"Un'Altra Storia" parla di un caduto partigiano, di una storia poco conosciuta, che viene accompagnata da una base a chitarra struggente. Questo pezzo da una sicura completezza al lavoro, conferendo quella melodia antifascista vecchia ma mai persa.
"Sabbia" sembra riprendere lo spirito dei Los Fastidios, piu' che altro all'inizio, perche' poi inizia a cantare la ragazza (che solitamente e' impegnata nei refrain) e che comunque riesce a prendere il cuore col suo punk rock tirato ed abbatanza veloce.
"La Mia Rivoluzione" chiude il grande lavoro con un pezzo ancor piu' struggente eseguito al piano, ma spettacolare a dir poco.
Questo gruppo vale ragazzi, e non poco. E' quel gruppo che ha ancora da dire, e' quel gruppo che tutti dovrebbero almeno una volta ascoltare, e' quel gruppo che dovrebbe essere sempre presente ad ogni tipo di concerto, dalla serata Oi! al Paci Paciana di Bergamo alla serata punk rock al Carroponte di Sesto San Giovanni.
Di sicuro questi ragazzi hanno colto nel segno, e non mancheranno di certo nella mia discografia automobilistica che mi accompagna durante le mie notti punk. Oi!
fabio HC
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