Quindi 'sto disco, quando leggerete queste righe, avra' fatto piu' giri di una trottola!
E adesso, carico di autocompiacimento per questa battutaccia, posso iniziare a dirvi che cosa troverete in queste 7 tracce: digi-core, o come dice nella web ufficiale, una fusione di hardcore italiano, hip hop latino e techno trance americana. Io personalmente con quest'ultima definizione non sono del tutto daccordo, soprattutto per la parte hip-hop, visto che non si sente uno scratch ne' un rap in tutto il disco. Infatti gia' dalla prima traccia si capisce in che direzione si va: ritmi techno fatti al computer con schitarrate "autentiche" e un cantato in italiano che mi ricorda un po' Battiato. Detto cosi' potrebbe sembrare una gran figata visto che, meno per la parte di Battiato, potrebbe far pensare ai Prodigy o agli Atari Teenage Riot, pero' il risultato finale non m'ha convinto. Sara' per i ritmi troppo serrati o per i suoni e gli effetti troppo "digitali"' o forse perche' Robert e' troppo avanti per me (o io troppo indietro) e non lo capisco. Forse se ci fossero state sonorita' piu' hip-hop o drum'n'bass o in ogni caso piu' variate avrei aprezzato di piu'. I testi meritano un discorso a parte, per la loro ironia nell'affrontare argomenti seri dando cosi' piede a risa e riflessioni a parti uguali.
In ogni caso come meglio si giudicano le cose e' per se stessi, quindi consiglio a tutti di ascoltarlo, anche perche' considero che chiunque cerchi di innovare conservando un' attitudine punk merita attenzione e rispetto.
JoseCuervo
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