Da sottolineare come La fine e' la soluzione, entra di diritto su p4f solo perche' uno dei due chitarristi, e' il nostro caro pischello recensore occasionale, fin troppo occasionale, Moka, rampante 17enne dal pisello moscio.
Dopo questa breve puntualizzazione, frutto della mia mente malata, passiamo alle cose serie, descrivendo minuziosamente questo album.
La band di Roma e' formata da Word (voce e basso), Moka (chitarra e cori), Cres (chitarra) e Nob (batteria); i quattro non si segnalano certo per grandi capacita' tecniche, non che non sappiano tenere lo strumento in mano, ma han molto da migliorare, e visto l'eta' media alquanto bassa c'era da aspettarselo.
L'album di debutto e' composto da 10 tracce, cariche di rabbia, velocita' e sonorita' distorte all'inverosimile, accompagnate da liriche in italiano dirette e da una voce grezza e pesante.
La registrazione, totalmente d.i.y., presenta qualche lacuna di troppo, in pratica la sezione ritmica e' quasi assente, sovrastata dalle chitarre sporche e rumorose, il tutto va a scapito del suono della batteria, che per quanto veloce spesso e' di difficile interpretazione.
Queste pecche limitano purtroppo non poco il giudizio sul disco, ma nonostante questo deficit di partenza i Disgusto non sono un gruppo da scartare, nell'insieme le canzoni proposte presentano ottime intuizioni ed un suono, magari non originale, ma con una buona dose di personalita', che non guasta mai.
La prima traccia "Solo sporco odio", ne e' un chiaro esempio: inizio lento con un gradevole assolo di chitarra, dopo un minuto avviene la trasformazione in un suono distorto, violento e veloce, che accompagna perfettamente la corposa voce, il tutto senza un attimo di respiro; da sottolineare anche il testo dove e' totalmente assente la componente poetica, i Disgusto, fedeli al loro nome, presentano solo testi carichi di odio, interpretati in ottima maniera dal vocalist.
Le tracce si susseguono a ritmi elevati senza pause, o cadute di stile, sonorita' sempre cupe e nichilistiche, dove si segnalano per la buona fattura la furiosa, e forse miglior traccia, "Eliminati" dall'ottimo coro e dalla voce piu'stridula e carica d'angoscia, "Razza inferiore", qui il suono della batteria sale finalmente sugli scudi, e "Falsita'".
Particolare la scelta della copertina, adeguata forse piu' ad un gruppo metal, anche se l'immagine rimanda alle tematiche contenute nelle liriche.
Complessivamente, nonostante non sia una prova perfetta, i Disgusto, con questo album d'esordio, lasciano ben sperare per un seguito di maggior valore.
In fin dei conti dalla loro hanno l'eta', il che fa pensare che con un po' di esperienza ed i miglioramenti tecnici che sicuramente arriveranno, potranno far strada nella scena hc.
Acerbi, ma dalle buone speranze.
Joel

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