L'emulazione e' insita nei bambini, essi copiano in maniera spontanea cio' che vedono e cio' che ascoltano; e' anche attraverso l'emulazione che la natura mette in moto i meccanismi di apprendimento dei bambini, e questo processo di apprendimento, gli apparati dello Stato lo conoscono molto bene, percio' i censori hanno il preciso compito di esercitare un ferreo e costante controllo sulle informazioni, decidendo cio' che conviene o non conviene divulgare. Per inciso, gli adulti non sono esclusi dallo stesso processo di apprendimento, ma se cio' che viene appreso in eta' adulta puo' essere dimenticato, nel bambino le conoscenze apprese per emulazione (quindi per gioco) si stampano a fuoco nella sua coscienza, condizionando l'intero percorso di vita, i pensieri, le scelte, le azioni.

Ci sono invece cose che lo Stato ritiene assolutamente necessarie e basilari per la formazione dei bambini, cose che i piu' piccoli devono necessariamente assimilare, copiare, giocando: violenze d'ogni sorta, guerre, competizioni anche sportive, divisioni sociali, storie e favole di re e regine, di principi e principesse, di eroi e super eroi, donne oggetto, banalita' edonistiche...cioe' tutto il necessario affinche' nel fanciullo si installi quel materiale cognitivo preposto alla formazione del futuro cittadino che perpetua, assolve, giustifica, persino ossequia il sistema violento e autoritario, competitivo e mediocre, borghese e capitalista, gerarchico e fascista.

Quando i bambini non sono davanti alla tv, essi si trovano generalmente a scuola, cioe' in quel luogo ipercontrollato come un carcere, supernormato, dove vige la disciplina piu' intransigente giustificata da un presunto dovere civico e da un'ipocrita buona morale. Il fatto pero' si e' che la natura umana tende a cercare comunque la liberta', quindi a sovvertire le norme imposte dall'alto. E' gioco-forza. Ma allora che cosa succederebbe se i bambini a scuola, in questo tipo di scuola autoritaria, venissero lasciati liberi? E' evidente che i piccoli, avendo nella coscienza e nel bagaglio culturale solo elementi autoritari (si conosce per agire e viceversa), in quei brevi momenti di ricreazione, ma anche nei momenti in cui furtivamente riescono a sottrarsi al controllo, non possono far altro che esercitare l'autorita' e competere. Percio' si spiegano anche i continui dispetti reciproci e il caos da artiglieria in rotta di battaglia. Una liberta' concessa a chi ha assorbito il modello autoritario non potra' mai generare armonia e solidarieta'. E' cio' che vuole il sistema per imporre ai cittadini il suo ordine a forza di coercizioni e repressioni.

Cosi' i bambini mettono in pratica tutti i modelli acquisiti: copiano fedelmente l'autorita' dell'insegnante (o del genitore piu' autoritario), aspirano ad una posizione di controllo sugli altri, si organizzano in bande contro alcuni compagni o compagne, si allenano all'obbedienza nei confronti di un capo riconosciuto (nota: un capo e' quello che incute piu' paura degli altri, e questa paura e' sempre frutto di un esercizio di violenza reiterata, anche psicologica). Finita la ricreazione, quando si ritorna nei ranghi, i bambini continuano ad esercitarsi con gli elementi autoritari che la scuola fornisce loro: tornano a informarsi sul valore della guerra e sulla potenza di qualche arma per dichiararsi con più fierezza appartenente a uno Stato, si identificano con un dittatore qualsiasi, con un generale, con un imperatore, disegnano armi di ogni tipo (in questo la loro creativita' non ha limiti, e' tutto dire), eccetera. Spesso questi studenti, durante lo studio forzato, evadono con la testa e pensano al successivo momento di svago-guerresco dove mettere in pratica le infinite strategie di supremazia per poter praticare il loro sacrosanto diritto al dominio, la disuguaglianza e la classificazione dei ruoli sociali. E tutto come fosse la cosa piu' normale e naturale del mondo.

Sotto questa luce i bambini appaiono gia' come dei piccoli adulti, ma questi ultimi, i genitori, cosa pensano dei loro figli? Solitamente i bambini sono sempre motivo d'orgoglio per ogni genitore che li vede così scaltri da non farsi mettere i piedi sulla testa. E ci sarebbe davvero da esserne fieri se questi bambini imprassero veramente a non farsi mettere i piedi sulla testa, ma non dagli altri bambini (gli eguali-nemici), bensi' dall'autorita'! Invece i piccoli imparano anche dalla scuola ad essere forti con i deboli e deboli con i forti. Chi sbaglia paga e subisce, ma solo se chi sbaglia e' in minoranza o se e' piu' debole. Insomma, cosi' piccoli e gia' cosi' cittadini, pronti a farsi comandare dal piu' forte e a comandare a loro volta sul piu' debole, sempre felici per la promessa di un premio, e sempre terrorizzati di fronte ad una paventata punizione. Schiavi e padroni ad un tempo, ligi kapo' e feroci dittatori, imprigionati in questo ciclo di violenza, di abbrutimento, di omologazione e di ingiustizia. Tutto dovuto per diritto, tutto voluto dallo Stato.

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Fonte: La Fabbrica Del Sistema (da Scuola Libertaria)
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