Nel corso di sei album, tre EP e piu' di mille concerti, la band si era evoluta parecchio dal punto di vista musicale, ma non aveva mai smesso di costruirsi una propria impostazione culturale fatta di biglietti a prezzi bassi, concerti in location non convenzionali e l'impegno a fare si' che i membri del pubblico si rispettassero a vicenda.
Gli ultimi concerti dei Fugazi, gran parte dei quali sono stati pubblicati nella Fugazi Live Series (un archivio digitale di piu' di ottocento registrazioni live, acquistabili a cinque Euro l'una), furono un vero crescendo di intensita' e offrirono un piccolo spiraglio di come la band avrebbe potuto continuare a evolversi se nel 2003 non fosse entrata in un letargo a tempo indeterminato. Quindici anni di tour li avevano trasformati in un commando sonoro compatto e potente. Brendan Canty alla batteria e Joe Lally al basso formavano una macchina ritmica impeccabile e implacabile, influenzata dal go-go, dal funk e dal raggae, costruendo le fondamenta su cui i due chitarristi/cantanti Guy Picciotto e Ian Mackaye intrecciavano le loro melodie aspre, miscelando tonalita' pulite e brillanti a fortissime esplosioni di urla e rumore. Dal vivo i pezzi mutavano spesso: una svisata ritmica di qua, un riff aggiunto di la'... Il che rendeva ogni performance diversa dalle altre. Quello che pero' faceva davvero la differenza, erano le interazioni tra la band e il pubblico, tali da procurare ai Fugazi, fin dai primissimi anni, la fama di quelli che rimproveravano in malo modo i membri piu' aggressivi della platea, cercando di fornire a ognuno uno spazio sicuro in cui godersi il concerto. Di solito si limitavano a parlare, ma spesso arrivavano anche a soluzioni piu' drastiche, come durante un concerto del 1995 a Peoria, Illinois, quando, dopo essersi fermati diverse volte a causa di risse tra il pubblico, chiesero agli astanti di sedersi a terra e isolare quelli che stavano creando problemi in modo da farli pogare da soli, finche' non si sentirono troppo in imbarazzo e se ne andarono.
Gli album della band erano pieni di canzoni politiche che hanno conservato tutta la loro forza: da "Suggestion" un pezzo del primo EP che parla di violenza sulle donne e delle sue cause, a "Five Corporations" (da End Hits, del 2008) che se la prende con la crescente influenza mondiale delle multinazionali. Per non parlare poi del loro ultimo album, The Argument uscito nel 2001 un mese dopo l'11 Settembre, e dei concerti successivi, tenuti in quell'assurdo anno che fu il 2002, in attesa dell'invasione dell'Iraq, che sarebbe avvenuta nella primavera del 2003.
MacKaye e Picciotto impegavano il tempo tra una traccia e l'altra a parlare di patriottismo, gentrification e della progressiva militarizzazione della polizia americana. Tutta roba che oggi ha tanto valore quanto ne aveva nel 2002. Si espressero contro il primo presidente Bush facendo un leggendario concerto di protesta di fronte alla Casa Bianca e, undici anni dopo, ad Asheville, North Carolina, Mackaye pronuncio' le seguenti parole: "In questo esatto momento, qualcuno sta sganciando enormi esplosivi metallici su altri esseri umani, in tutto il mondo. In questo esatto momento, c'e' un dibattito che infuria. In questo esatto momento, non ci viene permesso di dire ad alta voce che la guerra e' un errore e un male, e che il patriottismo e' una cosa schifosa. Per essere patriottici bisogna supportare la violenza e il male che oggi vengono incoraggiate in tutto il mondo. Per cui, contatemi pure tra gli anti-patriottici. La band fece un sacco di promozione per le manifestazioni che invocavano la fine delle azioni militari americane, durante un periodo in cui tutta la nazione suonava i tamburi di guerra. A Harrisonburg, Virginia, MacKay descrisse cosi' la manifestazione che si teneva a Washington due settimane dopo l'attacco aereo:
"La polizia si e' comportata ignobilmente, ma questo fa parte della situazione con cui ci stiamo confrontando" disse, "Sono incazzati con noi, e hanno delle tute da astronauta che costano milioni di dollari e gli servono a rapportarsi con altri esseri umani. Non so se stavano semplicemente mettendo alla prova il loro equipaggiamento o che altro, di certo c'e' solo che hanno riempito di botte un sacco di gente senza alcun motivo." Facendo un salto di tredici anni, ci si rende perfettamente conto che c'e' una linea netta da tracciare tra cosa va e cosa no, non solo per quanto riguarda l'instabilita' gepolitica dell'Europa dell'est e del Medioriente, ma anche per quello che sempre piu' spesso succede per le strade d'America e d'Europa. Le morti di Micheal Brown a Ferguson ed Eric Garner a New York sono solo i casi piu' clamorosi. Ovunque siano stati commessi omicidi di questo tipo, la risposta delle forze dell'ordine alle ovvie proteste che ne sono seguite, e' stata terribilmente simile a quella descritta da MacKaye nel 2002. Non solo: la guerra e la brutalita' della polizia sono oggi legate a doppio filo al problema dei soprusi di classe rappresentati dalla gentrificazione, dal rapporto conflittuale tra la necessita' abitativa e i mercati immobiliari.
Lo scorso Novembre, durante un intervista, Dave Grohl si e' lamentato di come stesse cambiando il paesaggio di Austin, Texas. MacKaye lo aveva gia' presagito nel 2002, pronunciando le seguenti parole sul palco: "questo pezzo parla del fatto che gli esseri umani sono persone fisiche che hanno bisogno di un posto in cui esistere. Per cui, parla di tutti quei posti in si sta facendo un gran casino a forze di sviluppo forzato dei quartieri, della gente che viene cacciata di casa, degli attivisti che stanno provando a salvarli e di chi ci guadagna. Comunque la mettiate, c'e' della gente che finira' per subire tutto questo". Disse qualcosa di molto simile anche ad Asheville, che l'anno scorso e' finita nella lista di Yahoo Finance, in cui la disparita' di reddito ha generato una emergenza abitativa enorme. Lo spazio in cui hanno suonato i Fugazi all'epoca ora ospita un martini bar.
Oltre a questo, neanche le politiche del music business sono state risparmiate dall'assalto dei Fugazi. Il loro modo di rapportarsi al mercato consisteva nell'imporre che il biglietto d'ingresso fosse inferiore ai dieci dollari e che si cercasse di evitare i club commerciali in favore di location alternative. A Huntington, West Virginia alla band capito' di aiutare un promoter alle prime armi a trovare all'ultimo minuto un posto dove tenere il concerto, dato che quelo originalmente previsto era stato appena chiuso dalla polizia.
La label da loro fondata, Dischord, aiuto' a tenere in vita il principio punk del do it yourself. Oggi, invece, l'industria musicale sembra essersi sia avvicinata che allontanata da quel modello. iTunes, Spotify etc. hanno reso piu' semplice l'accesso alla musica, ma anche reso piu' difficile ai musicisti l'accesso ai profitti derivati dai loro dischi. Allo stesso tempo, e' piu' semplice fare arrivare la musica ai propri fan senza mediazioni. Ci si chiede comunque tutti da tempo se i Fugazi torneranno mai dalla tomba. La FAQ di Dischord lascia la possibilita' aperta, ma gli attuali progetti dei vari membri non sembrano lasciare spazio per una reunion. Dobbiamo considerare la lLive Series come un modo di sopperire alla loro assenza, di affermare l'importanza di una musica che, da quando hanno smesso di suonarla, ha acquisito piu' senso di quanto ne abbia perso.
Il pensiero di chiusura e' sempre di MacKaye, e viene dall'ultimo concerto in assoluto dei Fugazi: "Ve lo posso quasi garantire, tra quindici anni ci chiederemo: 'Cosa e' successo? Cosa abbiamo fatto? Ci sono barricate ovunque e uno sbirro a ogni angolo, cosa ne e' stato di noi?'"
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Fonte: Il Messaggio Politico Dei Fugazi E' Piu' Importante Che Mai (di Noisey)
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Nel 1988, nell'EP omonimo della band di Wahington D.C. Fugazi, Ian Mackaye cantava "Non puoi piu' essere cio' che eri", rivolgendosi probabilmente ai fan che si aspettavano una ripetizione di quanto fatto in precedenza con Minor Threat, Rites Of Spring ed Embrace. Ma potremmo anche applicarla ai Fugazi del 2002, pronti a iniziare il loro ultimo tour americano-europeo con quindici anni di carriera condivisa alle spalle.