Gli skinhead fuori dal Regno Unito

Com'e' noto, l'ondata skinhead original di fine anni '60 rimase confinata alla Gran Bretagna, con pochissime eccezioni.

Soltanto alla fine del decennio successivo, e soprattutto nei primi '80, la sottocultura - in una versione ibridata in parte con il punk - si affaccio' in altre parti del mondo, grazie al successo del real punk prima e dell'Oi! poi.

Non e' scorretto, infatti, sostenere che al di fuori del Regno Unito gli skin siano in qualche misura figli del punk, piu' che del modernismo, dal quale erano invece emersi i loro antesignani britannici.

Questo discorso, naturalmente, vale pure per l'Italia, dove molti skinhead della prima ondata erano ex-punk, in genere ignari delle connessioni della sottocultura con i mod e con la musica nera.

Per i primi skin italiani, la sottocultura e la musica Oi! erano innanzitutto un modo per riportare il punk in strada, dandogli una connotazione apertamente working class e ponendolo cosi' in contrasto, in qualche misura, con l'anarco-punk pacifista e interclassista di stampo crassiano.


Gli skin negli Stati Uniti

Anche nel Nord America gli skin erano figli del punk: uno dei primissimi gruppi Oi! statunitensi - gli Iron Cross di Washington D.C. - fu infatti fondato da due punk rocker, Sab Grey e Dante Ferrando. Ferrando mantenne anche in seguito il look degli inizi, mentre il resto della band si converti' allo stile skinhead.

Sebbene la loro musica rientrasse chiaramente nei canoni del punk rock e dell'Oi!, ancora oggi gli Iron Cross vengono spesso associati all'hardcore punk per via dei loro contatti con quella scena: tanto per dirne una, nel 1982 la Dischord inseri' alcuni loro brani - con l'inclusione di "Crucified", ripresa poi dagli Agnostic Front - nella storica compilation Flex Your Head LP. Inoltre il gruppo vantava la presenza, al basso, di Wendell Blow, gia' negli SOA (State Of Alert).

Anche prima degli Iron Cross esistevano gia' gruppi punk statunitensi composti in tutto o in parte da skinhead, come gli Effigies di Chicago e gli Youth Brigade di Los Angeles, formatisi entrambi nel 1980.

Questi ultimi erano stati fondati dai tre fratelli Stern, ovvero Mark, Adam e Shawn. Due di loro, nel '79, si erano trasferiti in un edificio di Hollywood: si trattava del celebre Skinhead Manor, che poi divenne un importante punto di ritrovo per la scena punk e hardcore locale.


La scena hardcore skinhead statunitense

Nel 1980, la band newyorkese The Stimulators ando' in tour in Irlanda: si trattava del primo gruppo punk rock statunitense a varcare i confini di quel paese. Alla fine di quell'esperienza il giovanissimo batterista - aveva 12 o 13 anni - torno' a casa con un nuovo look a base di scarponi e testa rasata, diventando cosi' il primo skinhead di New York.

Quel ragazzino era Harley Flanagan, che circa due anni piu' tardi avrebbe fondato uno dei gruppi hardcore piu' importanti di sempre, i Cro-Mags.

Nell'81, a Detroit, nacque una delle primissime formazioni skin dedite all'hardcore, ovvero i Negative Approach, che furono tra i primi gruppi di quel filone a farsi conoscere in Italia. Questo avvenne anche per merito del savonese Tiziano Ansaldi, che ne parlo' sulle pagine della fanzine Working Class Kids.

I Negative Approach, pur essendo profondamente legati all'Oi! britannico, si rifacevano a un'interpretazione piu' personale della sottocultura.

In una recente intervista, il cantante John Brannon ha infatti dichiarato:
A Detroit prese piede la versione londinese degli skinhead, il che ci sembrava piuttosto stupido.

C'erano dei tizi che si comportavano come se fossero di Londra ed erano fedeli al discorso boots and braces.

Noi eravamo semplicemente dei kids americani dalla testa pelata. Eravamo fieri di essere americani e pertanto non ci comportavamo come se fossimo inglesi.
Anche a New York gli skin diedero vita a un'originale reinterpretazione del culto, che pure in questo caso si distaccava - sia a livello stilistico che sul piano musicale - da quanto stava avvenendo nello stesso periodo nel Regno Unito.

Roger Miret, nella recente autobiografia My Riot - Agnostic Front: La mia vita hardcore (Hellnation Libri, 2019), dichiara infatti che la sua "idea dell'essere skin derivava in gran parte da band americane come Iron Cross e Effigies".

In effetti, soltanto alcuni kids newyorkesi prestavano le dovute attenzioni alla musica seguita dalla loro controparte britannica: sembra, infatti, che Miret fosse uno dei pochi ad ascoltare anche gruppi Oi! provenienti da quella parte dell'Atlantico.

Il cantante degli Agnostic Front ricorda, tra l'altro, che nell'ambito della scena di New York i primi a farsi tatuare furono lui, il suo chitarrista Vinnie Stigma e Harley Flanagan: non a caso, tra i soggetti scelti ve n'erano alcuni che facevano richiamo all'Oi! inglese, come la scritta "Strength Through Oi!" e l'iconico skinhead crocifisso di Mick Furbank.

Il primo batterista degli Agnostic Front - Raymond "Raybeez" Barbieri - una volta uscito dal gruppo fondo' i Warzone, band che in diverse occasioni - ma soprattutto nel corso dei '90 - ibrido' le sonorita' NYHC con la musica Oi!

A un certo punto, anche i Sick Of It All - di cui alcuni componenti facevano riferimento, inizialmente, alla sottocultura skin - pensarono di omaggiare la musica delle proprie radici, inserendo la loro versione di "Borstal Breakout" degli Sham 69 nel singolo Scratch The Surface 7" (EastWest, 1994).

Tuttavia, la riscoperta del sound delle origini non fu certo una prerogativa di New York: qualche centinaio di chilometri piu' a Nord, precisamente a Boston, alcuni membri degli Slapshot - con l'inclusione del cantante Jack "Choke" Kelly, uno skinhead straight edge - gia' alla fine degli anni '80 avevano dato vita agli Stars And Stripes, un progetto parallelo dedicato interamente all'Oi!


Skinhead e hardcore punk in Italia

All'inizio degli '80, neanche la scena skin italiana sembrava essere sfuggita del tutto alle influenze dell'hardcore punk: basta ascoltare alcuni pezzi dei Nabat per rendersene conto.

D'altro canto, alcuni componenti di band come i Cani di Pesaro, i Wardogs di Lucca e i CCM di Pisa - il loro cantante Syd e' persino citato nel libro di Miret - si rifacevano chiaramente all'estetica skinhead.

Lo stesso discorso vale pure per Stiv Valli della fanzine TVOR, e l'elenco potrebbe continuare...

Bisogna comunque dire che, almeno fino all'83, gli influssi provenienti dall'hardcore non trassero certo origine dai contatti - fino ad allora inesistenti - tra gli skin italiani e quelli di New York, ma erano invece dovuti al successo che stavano riscuotendo, anche nel nostro paese, band statunitensi come i Circle Jerks, i DOA e soprattutto i Black Flag.

Quando, intorno all'84, gli skin italiani vennero a sapere dell'esistenza degli Agnostic Front, questi furono una grande sorpresa, anche se l'immaginario e i gusti musicali delle nostre teste rasate rimanevano saldati prevalentemente alla scena del Regno Unito.

Non stupira', quindi, il fatto che dovettero passare ancora diversi anni prima che pure in Italia nascessero gruppi composti almeno in parte da skin e consacrati ai suoni di stampo newyorkese.

All'inizio dei '90 vi furono i Face The Facts di Torino, che finirono sulla compilation Oi! Siamo ancora qui LP (Havin' A Laugh, 1991), prodotta da Marco Balestrino e Ivano Bergamo.

Tuttavia, fu soltanto intorno alla meta' del decennio che ebbe luogo un vero e proprio crossover tra Oi! e hardcore di stampo newyorkese: i primi a dar luogo a questa fusione furono i 5 Boots di Perugia e i viterbesi Radio Avana e Razzapparte.

I romani Colonna Infame Skinhead - che erano originariamente dediti all'Oi! mid tempo e venato di hard rock immortalato dalla cassetta omonima del '96 - in seguito a un cambio di formazione presero a fondere le sonorita' iniziali con quelle newyorkesi.

D'altra parte, vi furono gruppi hardcore come i Tear Me Down di Viterbo che non mancarono di strizzare l'occhio al pubblico skinhead, sia con riferimenti sottoculturali all'interno dei testi, sia con aperture all'Oi! e al NYHC.

Agli inizi degli anni 2000, l'Oi! core divenne pressoche' la norma - finendo cosi' per inflazionare e rendere dozzinale il sottogenere stesso - e ancora oggi si possono contare sulle dita di una mano le band Oi! e street punk che non tradiscono certi influssi nella struttura dei pezzi o, piu' banalmente, nella loro velocita' di esecuzione.
Flavio Frezza

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Fonte: Hardcore Skinhead, Get Your Haircut: Gli Skin E L'Hardcore Punk (di Crombie Media)
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