La domanda e' valida ancora oggi. Cosa e' rimasto dello spirito e dell'attitudine punk oi!? Dove sono finiti tutti quei testi carichi di rabbia che dalle periferie urlavano le difficolta' e l'abbandono? Cosa e' rimasto di quei cori, dei poghi tra la birra, delle rime baciate sugli amori indelebili di una notte, delle fatiche del lavoro in fabbrica? Gia', cos'e' rimasto?
In parallelo ad un mutamento sociale e di vedute politiche, tra i '70 e gli '80 avviene l'exploit di gruppi che hanno fatto la storia dello Street Punk: Cock Sparrer, Angelic Upstars fino ai fin troppo chiacchierati 4skins sono le band che riusciranno a sopravvivere fino ai nostri giorni, con dischi di elevata fattura. Con gli anni, a cavallo con i '90, si afferma e allarga i propri confini un suono ancor piu' rustico, crudo e diretto: l'Oi!, parte integrante delle sottoculture giovanili skin e punk.
La sottocultura skinhead e punk arrivera' in Italia con un po' di ritardo rispetto al culto inglese originario. Accesa la miccia, i working class kids di casa nostra iniziano a indossare anfibi e bretelle, soprattutto Genova, Roma, Bologna e Milano, dove il Leoncavallo e il Cox18 inseriscono serate Oi! nei loro programmi. Assieme ai pub, gli spazi occupati sono i teatri privilegiati per il genere.
In Italia parlare di Oi! significa parlare dei Nabat, figli della Bologna degli anni '80, e conosciuti ovunque, tra gli amanti di questo suono, per la loro musica, espressione totale del rifiuto delle convenzionalita' e delle verita' assolute. Nichilismo estremo, per certi versi. Assieme a Duap, Colonna Infame e Stab - con Klasse Kriminale e poi Los Fastidios - hanno fatto la storia dell'Oi! in Italia e in Europa.
La scena musicale italiana punk Oi! ha vissuto fasi alterne: dopo anni gloriosi di teste rasate skankeggianti, casse comuni semivuote e chilometri macinati dai furgoni, l'entusiasmo e' inevitabilmente venuto meno, con il sopravanzare di altre "mode" e "culture". La totale autogestione, anche economica, i perenni dissidi tra i gruppi e la discontinuita' dei progetti hanno reso sempre piu' difficile organizzare serate Oi!. Allo stesso tempo, pero', il rimescolamento interno e la continua formazione di nuove band ha lasciato sempre accesa la fiamma del punk, con un'intensita' a volte debole, ma sempre viva nel panorama musicale italiano.
Dal 2010 la ripresa del punk si associa al nome dei Dalton, band nata dalla periferia romana nel 2013 dall'incontro di giovani poco piu' che ventenni. Un gruppo di amici provenienti da esperienze musicali diverse, una band punk skin che rispolvera sonorita' che vanno dal rock'n'roll al cantautorato italiano, passando per il glamrock: un progetto indubbiamente originale che rappresenta oggi un caposaldo per i kids di tutto lo stivale. Con due album sul loro sentiero, Come Stai? e Dei Malati, i Dalton tirano fuori i pensieri della classe operaia e degli esclusi dalla societa', con una buona dose di malinconia e di nostalgia, e con un'anima Oi! aggiornata ai nostri tempi.
Roma e' la citta' che li ha visti nascere e dove probabilmente si sono esibiti il maggior numero di volte, passando per i grandi centri sociali romani come La strada o il Csoa Spartaco, senza esclusioni di piccoli club come il 360. La capitale e' un bel crocevia per le band sopravvissute del genere e nel festival "Questa E' Roma", tra fiumi di alcool e musica ad alto volume, si sono esibiti negli anni dai Pretesto di Torino ai Ghetto84 di Bologna, o i Varukers, band hardcore punk inglese. Ad aprire il pogo ci hanno pensato gruppi emergenti, come i Tacita e i Lenders.
Milano a partire dal 2010 porta avanti il genere con i Sempre Peggio, band che ha ripreso a urlare l'Oi! alla vecchia maniera. Ora il luogo di riferimento e' il csa Baraonda. Scena piu' viva a Torino, con vari spazi sociali occupati o autogestiti. I nomi sono noti: l'Askatasuna e' uno dei luoghi culto storici di Torino, ma anche il csoa Gabrio o El paso occupato continuano a ospitare gli amanti del genere. In citta' i Bull Brigade continuano ad animare la scena underground italiana, il loro album piu' importante si chiama Strade Smarrite ed e' del 2008: preciso nei contenuti, con risonanze melodiche che possono raggiungere un pubblico piu' vasto.
Grazie al fermento sociale che da sempre l'accompagna, Bologna e' stata una delle prime citta' a "difendere" l'Oi!. "Bologna City Rockers" e' un festival nato nel 2014 che da' voce alle piu' svariate esperienze di musica del background urbano. Un palco che, grazie alla collaborazione con il Sottotetto SoundClub, ospita band internazionali punk, ska, e Oi!.
Insomma, per tornare alla domanda iniziale, posta a modo loro dagli S-Contro, la risposta e' che, soprattutto in alcune citta', rimane la passione di un gruppo limitato ma non irrilevante di persone. Oltre a un pugno di ricordi, a tante canzoni che trovate in Rete e a questi libri, che ci permettiamo di consigliarvi.
Lorenzo Pascali
.NOTA.
L'autore e' uno dei fondatori di Bologna City Rockers.
.BIBLIOGRAFIA.
- HALL, JEFFERSON, Rituali di resistenza, Novalogos.
- PEDRINI, Skinhead, NDA.
- KRIS NEEDS, Dream baby dream Suicide, Goodfellas.
.LINKS.
Fonte: Che Cosa Rimane Oggi Dell'Oi! In Italia (di Rockit)
Home Page Rockit: https://www.rockit.it/
Facebook Rockit: https://www.facebook.com/rockit.tuttarobaitaliana/
Twitter Rockit: https://twitter.com/redazionerockit/
YouTube Rockit: https://www.youtube.com/user/redazioneRockit
E-mail Rockit: