I protagonisti dello UK 82 sono orgogliosamente antisociali, e si fanno carico di una connotazione fortemente antisistema e decostruzionista. Sono, inoltre, gli eredi legittimi del no future della generazione precedente, che viene pero' portato a conseguenze piu' estreme.

Ci troviamo di fronte alla seconda ondata del punk, che viene di volta in volta definita "British hardcore" o "street punk", oppure con l'etichetta onnicomprensiva "UK 82": si tratta di una grande caldera vulcanica, che racchiude i fluidi magmatici provenienti dalle sottoculture punk e skinhead, cosi' come si manifestavano allora.

Il periodo di riferimento e' quello che va grossomodo dal 1980 al 1984, con l'82 a fare da fulcro: a consacrare la centralita' di quell'anno e a dare un nome alla nuova ondata punk vi fu il pezzo UK 82 degli Exploited, incluso nel loro album Troops of Tomorrow.

Come tutte le seconde ondate che si rispettino, lo UK 82 assalto' piu' ferocemente i propri avversari, pur ripercorrendo - almeno in parte - la strada spianata dal meno pessimista punk '77.

L'intento e' quello di colpire tutto e tutti, con furia e senza aspettative: in effetti, le band UK 82 sono spesso poco propositive e hanno, in sostanza, un atteggiamento piuttosto nichilista. Il loro pensiero puo' spesso essere riassunto in questa maniera: "Se proprio devo morire, e' importante che tu lo faccia con me".


Caratteristiche dello UK 82

Rispetto al punk 77, lo UK 82 presenta spesso un drumbeat potente e martellante, un basso piu' enfatizzato e una voce piu' marcata, nonche' forti distorsioni di chitarra, che fanno richiamo ai gruppi della new wave of British heavy metal - e soprattutto ai Motörhead e ad altre band affini - fino a giungere, in qualche caso, a una certa somiglianza con il metal piu' pesante.

Ascoltando i dischi dell'epoca, non si puo' fare a meno di notare come questi, spesso, abbiano un suono piu' sporco e "impastato" rispetto al punk '77. Questo cambiamento e' frutto, talvolta, di scelte piu' o meno consapevoli, come il rifiuto di eccessivi tecnicismi e la spontaneita' e immediatezza delle sessioni di registrazione.

Vi sono, poi, dei fattori materiali, come la tipologia e la qualita' delle strumentazioni che in quegli anni avevano a disposizione le sale d'incisione, cosi' come la scarsita' di mezzi delle etichette indipendenti e dei piccoli produttori.

Se autoproduzioni e produzioni indipendenti avevano avuto qualche rilevanza anche in epoca punk '77, ora passano in primo piano: e' inevitabile pensare che si tratti, almeno in parte, della conseguenza di quanto fecero, a partire dal '78, realta' anarco-punk come i Crass e la loro Crass Records.

Si registra, infatti, un fiorire di piccole etichette - No Future Records, Secret Records, Clay Records, Fallout Records, Riot City Records, ecc. - e vi e' inoltre una maggiore tendenza a ricercare e a creare i propri spazi - posti in cui suonare e squat in cui vivere - emancipandosi dalle autorita', dalle istituzioni, dalla famiglia e dalle convenzioni sociali.

Come abbiamo gia' spiegato nell'articolo dedicato al telefilm The Young Ones, il governo di Margaret Thatcher - con la sua politica neoliberista, favorevole al capitalismo piu' selvaggio - aveva sfiancato la working class, disgregato la societa' e annichilito la gioventu' delle classi subalterne.

Rispetto al passato, una fetta piu' ampia della scena punk e skin s'interroga sulle regole sociali e sull'opportunita' di abbatterle, magari insieme allo Stato, che viene spesso visto come il nemico supremo.

Di conseguenza, non solo la musica punk adotta sonorita' piu' brutali, ma anche i testi diventano piu' crudi ed espliciti rispetto al passato, e talvolta piu' politicizzati: si nota, da un lato, una maggiore attenzione alla vita di tutti i giorni, e dall'altro una propensione a parlare di argomenti come la disoccupazione e le gia' menzionate politiche governative, fino a toccare tematiche cupe e apocalittiche, come l'olocausto nucleare e la fine dell'umanita', o quantomeno della societa' cosi' come la conosciamo.


Punk e skinhead degli anni '80

All'inizio del decennio, il look punk si fa ancora piu' estremo: le acconciature dei punk rocker della prima generazione - che erano gia' di per se' aggressive e volutamente antiestetiche, almeno secondo i criteri comuni - vengono spesso abbandonate in favore degli spikes e del mohawk. Questi tagli, in effetti, la fanno da padroni, e sono sempre piu' colorati ed estremi.

Sono ormai in via di disuso pure completi, giacche, cravatte e camicie, ovvero gli indumenti che i primi punk indossavano nell'intento di stravolgerne il significato originario, che veniva associato alle classi dominanti. Questo sconvolgimento avvenne tramite la ricontestualizzazione di indumenti e accessori, nonche' alle loro modifiche, che consistevano in strappi, scritte e guarnizioni di vario genere.

I punk dei primi anni '80, invece, adottano indumenti piu' fascianti, laceri e scuri, come jeans o pantaloni di pelle attillati, nonche' abiti paramilitari. C'e' una spiccata predilezione per le t-shirt e per gli scarponi grossi e rinforzati, mentre vengono spesso messi da parte i capi d'abbigliamento riconducibili alla generazione punk precedente, come ad esempio le scarpe clipper.

Dal punto di vista estetico, si nota - per certi versi - una maggiore somiglianza dei nuovi punk con i vecchi rocker: la giacca piu' usata e' infatti quella di pelle di tipo "Perfecto" o "chiodo", spesso modificata tramite l'aggiunta di decorazioni come scritte, spille, toppe e borchie, secondo un approccio tipicamente Do It Yourself.

La destrutturazione del look rocker e l'inserimento di certi suoi elementi in un nuovo contesto contribuisce a dare al look punk un taglio piu' tetro, aggressivo e antisociale.

Si registra, inoltre, un maggiore tribalismo, derivante dall'accresciuto desiderio di appartenere a un gruppo sociale - in questo caso, sottoculturale - e da cio' proviene forse la maggiore diffusione dei tatuaggi, soprattutto tra gli skinhead.

Anche se oggi, fatti salvi i casi piu' estremi, difficilmente i tatuaggi possono essere considerati scioccanti, va ricordato che, negli anni '80, questi erano ancora poco diffusi, ed erano spesso prerogativa di particolari categorie sociali. Se il classico tatuaggio sul braccio - in uso anche in epoca skinhead original - era ampiamente accettato, un maggiore impiego di questo tipo di modificazioni corporee subiva ancora un forte censura, soprattutto nel caso dei tatuaggi facciali.

Anche se, nei primi anni '80, molti skinhead tendono a rimarcare, sia stilisticamente che musicalmente, le proprie origini, un gran numero di teste rasate raccoglie invece l'eredita' di quella parte della scena skin che, nella seconda meta' degli anni '70, era stata influenzata pesantemente dal punk.

Naturalmente, non tutte le teste rasate interessate al punk rock ne subiscono l'influenza anche a livello estetico, ma una parte della scena si rifa' comunque al look dei cosiddetti "punk rasati" di fine anni '70, facendolo evolvere ulteriormente.

L'aspetto di questi skin e' particolarmente duro e aggressivo - in altre parole: da combattimento - grazie all'adozione di capi d'abbigliamento piu' aderenti, a un maggiore impiego del bomber - che pure aveva avuto qualche diffusione anche negli anni '60 - nonche' dei jeans svarecchinati e delle t-shirt, che vengono preferite alle classiche camicie button down. Ci sono poi altri dettagli, come la rasatura a zero e il risvolto dei jeans molto alto, che mette in mostra scarponi che vanno ben oltre i canonici 8 buchi di fine anni '60.

Proseguendo la contrapposizione che si era creata durante il revival skinhead degli anni '70, gli skin influenzati dal punk vedono spesso gli skinhead tradizionalisti come dei mod, mentre dal canto loro quelli che si rifanno al look original danno del "punk rasato" o del "bonehead" a chi preferisce un aspetto piu' duro e meno elegante.

Naturalmente, questa distinzione non va presa troppo alla lettera - non mancano, infatti, sfumature tra le due tendenze - ma e' comunque qualcosa di cui va tenuto conto, anche perche' il contrasto tra i due indirizzi non e' puramente estetico, ma riguarda pure altri aspetti, come le preferenze musicali: se gli skin tradizionalisti possono difficilmente ignorare una realta' ormai consolidata come il punk, i cosiddetti "punk rasati" fanno spesso a meno dei generi storicamente collegati alla sottocultura, come il soul, lo ska e il reggae.

Questa disconnessione dalle origini avra' molteplici conseguenze, tra le quali una maggiore propensione ad avvicinarsi - anche a causa della crisi economica e sociale - alle organizzazioni di estrema destra, che sono interessate a strumentalizzare gli skinhead, a dispetto delle radici multietniche della sottocultura.


Classificazione delle band UK 82

Come gia' accennato, il termine "UK 82" non intende designare una scena omogenea - ne' dal punto di vista stilistico ne' da quello musicale - ma e' piuttosto un'etichetta di comodo che racchiude le realta' punk - spesso molto diverse tra loro - attive nel Regno Unito in un determinato periodo storico. Si tratta, in ogni caso, di risposte - sia pure differenti - al medesimo clima politico, economico e sociale.

Ci sembra opportuno, a questo punto, presentare una classificazione di massima dei maggiori filoni dello UK 82, che abbiamo effettuato in base all'attitudine, all'estetica, alla musica e ai testi delle formazioni prese in considerazione, ovvero: "band street punk", "band dissacranti" e "band politicizzate".

Siamo consapevoli, naturalmente, del fatto che qualsiasi operazione del genere ha i suoi limiti, e che la suddivisone in tre filoni distinti non va presa alla lettera, visto il suo carattere puramente esemplificativo, pensato soprattutto per chi e' a digiuno dell'argomento.

In effetti, i confini tra i sottogruppi da noi individuati sono talvolta molto labili, tanto che diverse band avrebbero potuto benissimo essere ricomprese in piu' di un sottogruppo dello UK 82: tanto per dirne una, abbiamo incluso i Blitz e gli Attak di New Mills tra i gruppi street punk, ma vista la loro adesione piu' o meno esplicita al pensiero anarchico avremmo potuto ricomprenderli pure nel filone politicizzato.

Questa puntualizzazione sulla flessibilita' delle categorie da noi utilizzate riguarda pure il piano musicale: gli Exploited - che molti, inizialmente, consideravano un gruppo Oi! - si evolsero nel tempo in direzione metal e UK hardcore, mentre i gia' citati Blitz assorbirono negli anni significativi influssi new wave, a discapito dello street punk degli esordi.

Prima di passare alla classificazione, facciamo un'ulteriore premessa: non necessariamente le band menzionate si sono formate nei primi anni '80, dato che alcune di queste - come ad esempio gli Adicts - erano attive anche in precedenza. Tuttavia, e' proprio nel corso dell'ondata UK 82 che questi gruppi assunsero forse una maggiore rilevanza, e pertanto, se li avessimo ignorati, il quadro della scena di quel periodo sarebbe stato sicuramente meno esauriente.

Band street punk
Queste formazioni adottano sonorita' Oi! o comunque prossime all'Oi!, e sono pertanto poco influenzate dall'heavy metal e piu' vicine al primo punk. Tuttavia, con il passare del tempo, in alcuni di questi gruppi si registrera' una maggiore influenza proveniente dal sempre piu' popolare hardcore britannico.

Per quanto riguarda gli aspetti stilistici, vi sono spesso skinhead o herbert in formazione, cosi' come punk, mentre i testi sono molto orientati sulla vita quotidiana, sull'oppressione poliziesca, sul disagio giovanile e sull'opposizione alle politiche governative.

Quest'ultimo punto puo' svilupparsi in diversi modi: talvolta c'e' una vera e propria politicizzazione, ma nella maggior parte dei casi non si va molto al di la' dell'enfasi sull'appartenenza di classe, oppure di proteste generiche e poco propositive, caratteristica, questa, ereditata dai precedenti gruppi Oi!

Tra i principali esponenti del filone street punk citiamo i Crux, i Business, gli Adicts, i 4-Skins, i Cockney Rejects, gli Attak, gli Ejected, i Violators, i Blitz, gli Infa Riot, i Red Alert, i Cult Maniax, i Partisans, i Vice Squad, gli External Menace e i Major Accident, ma l'elenco potrebbe continuare.

Band dissacranti
Queste formazioni rappresentano forse il cuore dello UK 82, o almeno la sua faccia piu' nota. I testi sono aggressivi e provocatori ed esaltano l'opposizione nei confronti di tutto e tutti, mentre le musiche abbandonano spesso il classico mid-tempo in favore di ritmi forsennati, in stile hardcore, e talvolta si aprono agli influssi metal. Il risultato complessivo del loro approccio - estetico, musicale e di mentalita' - e' potente e scioccante.

Soltanto alcuni gruppi hanno una connotazione politica ben definita. I testi - pur rimanendo crudi e dissacranti - possono assumere caratteristiche differenti, in qualche caso raccogliendo la vena ironica e talvolta nonsense di formazioni piu' vecchie, come ad esempio dei Peter and the Test Tube Babies.

Tra gli alfieri del filone, citiamo GBH, One Way System, Anti-Nowhere League, English Dogs, Court Martial, Picture Frame Seduction, Blitzkrieg, Dogsflesh e, ovviamente, gli scozzesi Exploited, che sono tra le band piu' rappresentative dell'intera ondata UK 82.

Band politicizzate
Questo sottogruppo racchiude le formazioni piu' influenzate dal metal e dal D-beat, ovvero dal particolare stile hardcore sviluppato dalle band che si rifacevano al suono e all'attitudine dei Discharge.

L'identita' politica di questo filone si rifa' al pensiero antiautoritario e anticapitalistico, e ha spesso una connotazione apertamente anarchica. Per quanto attiene all'estetica, lo stile e' particolarmente aggressivo e decadente.

Tra le band piu' rilevanti, menzioniamo ovviamente i Discharge, e poi i Subhumans, i Varukers, i Flux Of Pink Indians, i Disorder, gli Skeptix, i Chaos UK, gli Amebix, i Death Sentence, i Fits, gli Antisect e i Conflict.


Conclusioni

Cio' che maggiormente colpisce dello UK 82 e' forse l'ampia adesione al punk di una gran quantita' di ragazzi - siano essi punk, skinhead o herbert - di cui abbiamo gia' evidenziato la bellicosita' e la carica antisistema, talvolta condita da un pizzico di ironia.

L'occidente sta oggi vivendo un periodo particolarmente grigio: in Italia, cosi' come nel resto d'Europa, la gioventu' e' ridotta all'osso a causa del basso tasso di natalita', ed e' inoltre impoverita, priva di prospettive e schiacciata dalle generazioni antecedenti, in altre parole marginalizzata e sotto certi aspetti segregata.

Nonostante cio', non ci sembra che il punk ne risulti rafforzato - come invece avvenne per lo UK 82 - e anzi i suoi aspetti piu' conflittuali sono spesso nascosti o svuotati dei propri contenuti dall'esposizione mediatica, che preferisce esaltarne le caratteristiche piu' innocue, anche al fine di una sua maggiore commercializzazione.

Inoltre, non si scorge all'orizzonte la nascita di una nuova scena - musicale, sottoculturale o controculturale - che sia in grado di contrastare le tendenze politiche ed economiche in atto, come invece avvenne in Gran Bretagna con la seconda ondata punk.

Vogliamo quindi pensare allo UK 82 e ai ragazzi che ne fecero parte come all'ultimo e romantico baluardo di certe battaglie, nella speranza che le nuove generazioni riescano finalmente a creare qualcosa di analogo, ma non imitativo ne' necessariamente simile, visto che i tempi che viviamo presentano nuove sfide, probabilmente piu' dure rispetto a quelle che dovettero affrontare i kids degli anni '80.


Appendice - Film sullo UK 82

Presentiamo, di seguito, alcuni film e documentari dedicati allo UK 82 o ad altri fenomeni attinenti, come il movimento squatter e le infiltrazioni di destra nella scena skinhead.

Made in Britain (1982)
Film televisivo di Alan Clarke, incentrato su un giovane skinhead razzista, Trevor (Tim Roth). La colonna sonora include UK 82 degli Exploited. Leggi la nostra recensione di Made in Britain.

UK/DK: A Film About Punks and Skinheads (1983)
Documentario di Christopher Collins con interviste e riprese dal vivo di band come i Vice Squad, gli Exploited, gli Adicts e altri ancora.

Islington Squatter Punk (1983)
Documentario sugli squatter di Islington, borgo settentrionale di Londra. Su questo film esistono, purtroppo, poche informazioni.

The Destructors (1983)
Breve documentario sui Destructors di Peterborough, diretto da Charles Joy.
Alessandro Aloe

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Fonte: UK 82: La Seconda Ondata Del Punk Britannico (di Crombie Media)
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