Era completamente pazzo, ma era un buono, un bravo ragazzo mal equipaggiato per poter andare a schiena ferma tra i monsoni e le burrasche tropicali che la vita gli scaglio' contro. Mai visto piangere, lo giuro. Ma nemmeno ridere, e questo mi atterriva di lui, lo ammetto.
Quel sorrisetto sbilenco a cui accennava invece l'ho visto talmente tante di quelle volte che non so piu' quando ho smesso di capirne il profondo sconforto dietro quegli occhi spenti, giustamente cerulei per renderli ancor piu' glaciali. In effetti, Carlo un po' mi spaventava, come ti mettono in soggezione tutte quelle persone che non riesci a capire mai fino in fondo, che mettono sempre un metro spesso di plexiglass fra te e loro, trasparente per vederti ghignare, ma profondo come l'oceano per non farti scorgere un cadavere sul
fondale. Ma era mio fratello, e a riempire pagine bianche ci son finita io.
In realta' credo che Carlo sia scappato via in primis da se stesso, abbia trovato il modo di scavalcare la robusta muraglia che si era costruita intorno e sia corso urlante e festante come un folle e nudo come un verme per le verdi praterie dei suoi sogni. Si, ma da buona consanguinea forse un po' pazza
lo sono anche io, non lo so.
Qui a casa c'e' solo un gran trambusto e lacrime di coccodrillo, caffe' a volonta', liquori come se piovessero dal cielo e risposte attese dalla medesima fonte miracolosa. Personaggi che fanno avanti e indietro senza aver niente da dire (e forse neanche da fare) si alternano imponendosi come mosche che entrano e infastidiscono senza chiederti il permesso. Io per conto mio una idea me la sono fatta e me la tengo per me, ho pianto tanto per lui, mi manca, mi manca moltissimo, ma non voglio sentir piu' parlare di "povero ragazzo", "era una ragazzo meraviglioso" e cagate varie. E' solo un gran bel
figlio di puttana che un giorno si e' rotto i coglioni, ha mollato tutto e tutti e ha deciso di cambiar vita.
Eliana
Plexiglass (di Eliana)
Plexiglass (di Eliana)
"La vuota impotenza che s'insinua, prima come una quasi impercettibile perdita d'acqua da un tubo troppo corrotto dagli anni, poi come un fiume in piena che ingoia bulimico tutto cio' che incontra. Ecco, quel senso di rabbia feroce e incontrollabile, quando e' patologicamente frustrato in uno sbilenco sorriso formale, quel senso li' sa darti la piu' profonda infelicita'. A cosa porti poi quest'introduzione penosa, e' ancora piu' tristemente insoluto. La realta' e' che sto cercando di far uscire qualcosa, e ho pensato di farlo cosi', di piangerlo su una pagina bianca e immacolata, deturpandola e guastandola col mio mal di vivere..."
Quando trovai in camera sua questo benedetto (ma sarebbe piu' consono definirlo maledetto) quaderno, aperto su una pagina bianca che forse poi ha deciso di non violare piu' coi suoi pensieri, devo dire che non riuscii a sorprendermi fino in fondo. Carlo era mio fratello.