Aspettano qualcuno, un bassista mi pare di capire, e mi chiedono se possono consumare dentro, al riparo dal vento. Dico che non c'e' nessun problema.
Distolgo lo sguardo dai due, in tele trasmettono le olimpiadi. Perche' mai un atleta dovrebbe allenarsi per anni, per preparare una prova che non dura piu' di tre minuti. Il rombo assordante di un Harley mi fa trasalire. Il motociclista sembra un piantagrane con un gran carisma: e' alto e veste blue jeans, stivali neri, camicia scura, aperta sul petto, e un cappello da cowboy. Indossa occhiali da sole, anche se e' gia' buio, e porta dei baffoni a "manubrio". Immagino sia il bassista.
Il tizio entra accompagnato dal rumore degli stivali che, a contatto con il pavimento di legno, e' assordante quasi quanto quello dell'Harley. Sta fumando un sigaro, per cui lo riprendo, lui mi risponde di fottermi e di portargli un whisky. Mi volto per prendere la bottiglia e sento il nero che dice "Dai Lemmy lascia stare il barista, sta ascoltando della buona musica!" Lui se la ride con una voce potente e roca poi ribatte "Chuck, hai ragione, ma la smettero' di rompere il cazzo ai baristi solo quando tu e Jerry la pianterete di vestirvi da froci!" Allungo il whisky a Lemmy, che lo manda giu' tutto d'un fiato. Dice subito "Portamene un altro" poi si siede al tavolo, insieme ai due tizi anni '50.
Questa giornata di lavoro sara' molto piu' interessante del solito. Poco dopo altri due individui agitati entrano barcollando nel locale: sembrano sbronzi. Uno e' magro, smilzo e veste come un punk: pantaloni bianchi a sigaretta, chiodo nero pieno di borchie e capelli tinti di arancione. Ha una faccia da idiota, o forse il suo volto e' solo inebetito dall'alcol. Il suo compagno veste come uno scolaretto, porta i capelli lunghi e fa un casino bestia urlando e cantando vecchi brani rock. Si rivolge a me dicendo "ALZA IL VOLUME BARISTA!" mentre imbraccia una scopa e inizia un finto assolo chitarra. Il punk si avvicina al bancone barcollando, saluta come puo' salutare uno sbronzo, e chiede il prezzo di due birre medie. L'altro lo segue camminando a ritmo di musica e dice "Topper, sei sempre senza soldi! Per quale cazzo di motivo suoni la batteria con i migliori jazzisti del mondo se poi ti sputtani tutto in anfetamine ed eroina! Non - rutto - rompere Angus, vaffanculo... offrimi una birra" . Anche questi due quindi sono musicisti. Lemmy li riprende come un buon padre di famiglia, per via del ritardo, dopodiche' i tizi si siedono attorno al tavolo e iniziano a parlottare di fondare una band, o qualcosa di simile.
Ritorno al lavoro e spillo due medie chiare da portare agli ultimi arrivati. Mi avvicino al tavolo con i bicchieri sul vassoio e sento il pianista, Jerry, che mormora "...ma siamo sicuri? Io non mi fido molto di quei due bluesman, che volete che ne sappiano di rock'n'roll?" Angus ribatte "Sono strani, ma sembrano furbi come volpi; potremmo davvero fare un colpaccio con loro come manager... tra l'altro hanno trovato un cantan... eccolo! Quello che si fa chiamare Iguana..." Iggy entra nel locale, a torso nudo. E' un tizio dal fisico scultoreo, con uno sguardo penetrante e annoiato, nascosto da lunghi capelli biondi. Si avvicina al tavolo e si presenta "Piacere stronzi, sono Iggy, cosa bevete?" Dopo poco tutti, a parte Topper che e' collassato sul tavolo, alzano il loro calice, per brindare all'incontro.
Una brusca sgommata interrompe il brindisi: un'auto ha parcheggiato nel cortile del bar. Le portiere si aprono e ne esce a tutto volume "Boom boom boom", un vecchio brano di John Lee Hooker. Due tizi vestiti come "Le Iene" scendono dall'auto. Entrambe portano un cappello nero, uno dei due ha una valigetta attaccata al polso con una catena. Angus esclama "Sono arrivati Jake e Elwood!" I tizi entrano nel bar senza neanche levarsi gli occhiali, ordinano pane bianco tostato e due polli arrosto, poi si rivolgono ai musicisti. "Allora siete pronti? Dentro la valigia abbiamo il vostro contratto, dovete solo firmare".
Mario Bianchi ("Il Fat", chitarra e voce dei Bullet Trotter)
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Un'Insolita Giornata Dietro Al Bancone (di Mario Bianchi)
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L'ennesima tazzina di caffe' da asciugare: sono le 20 e il sole sta tramontando. Accendo la televisione in muto e metto sul piatto un disco di Elvis. Ad un tratto scorgo dalla finestra una Cadillac bianca che sta parcheggiando davanti al mio bar. Escono dall'auto due tizi alquanto strani: indossano completi anni '50 e sfoggiano due sorrisi pieni di energia. I tizi raggiungono il bancone e chiedono due coke con ghiaccio. Dicono di essere musicisti. Quello di colore e' vestito di grigio e suona la chitarra mentre l'altro, biondo come un divo hollywoodiano, indossa un abito rosso ed e' un pianista.