Gli ho regalato una pianta. Vi pregherei di non fare nessuna battuta da sfigati di terza media del tipo "Daje zio, una pianta di marjuana eheheh". No. E' una pianta seria. Ornamentale. Si chiama tipo Philodendron melanocrysum. Ho fatto un figurone, ve lo dico io. Piu' che ornamentale, la definirei arrogante e fiera. Un metro e quarantasette di pianta da competizione. 35 euro. Il tizio che me l'ha venduta mi ha raccontato che le allevano in cattivita' come i pitbull: le rinchiudono in uno stanzino buio a guardare approfondimenti letterari di Corrado Augias e a discutere di gentrificazione. Ogni tanto entrano e gli menano.
La cosa che mi spiace e' che con gli stessi soldi qualche mese fa sarei andato dal mio spacciatore a svoltare.
Non tanto per la droga, visto che fino a prova contraria dovrei esserne uscito - fatemi i complimenti. Diciamo che mi manca quell'atteggiamento da narcotrafficante navigato con cui mi proponeva la sua merce. La faceva sembrare una cosa professionale, non so se mi spiego. Ti sentivi trattato come un facoltoso tossicomane esigente e sofisticato nel piu' esclusivo covo del cartello di Tijuana, anche se nella stanza accanto c'era un pugliese che sottolineava dispense di ingegneria elettronica e urlava al telefono alla propria ragazza di essersi scopata non ho capito bene chi mentre lui poverino era andato ad accompagnare sua madre non ho capito bene dove a farsi asportare non ho capito bene cosa.
Disponeva la droga ordinatamente allineata sulla scrivania e cominciava:
"Questa e' Bourbouka. Viene 18 al grammo. E' hashish di seconda battitura, friabile al tatto, barricata 13 mesi nel culo di un magrebino minorenne. E' prodotta in Marocco ma viene lasciata riposare per qualche mese a Lampedusa. Il ragazzino si mette inclinato di 65° per mantenerla umida, poi piange tutto il tempo perche' Salvini gli scrive su Facebook che e' un pezzo di merda e che deve tornarsene a casa. Cosi' il fumo assorbe sogni infranti e gioia di vivere. Risultato: zero paranoia. Se ne prendi 10 grammi te la faccio a 15.
Questa invece e' Purple Adinolfi, la migliore mdma in circolazione. Viene a 60 al grammo, ma non ha niente a che vedere con la merda che compri al Vicious quando vai a fare il rimastino in andropausa. Anzi non fare che me la sputtani in giro, per cortesia, che' poi quelle checche vanitose dei rapper romani la postano su Instagram per prendere like. Si abbina in modo eccellente a liquori torbati, selvaggina da piuma e orge bisessuali."
Chiaramente si inventava tutto di sana pianta. Dubito che la camorra gli mandi a casa un rappresentante vestito Carlo Pignatelli con un campionario nella ventiquattrore ad illustrargli la mercanzia tipo le capsule del Nespresso.
"Yaaa, mangiamm' nu baba' e facimm' l'ordinazione ncopp' a stu tentativ' stereotipat' e fortement' denigratorio di inflession' napulitana, ue'!"
Pero' - ripeto - mi spiace non vederlo piu'. E' stato un po' come quando tronchi con la tua ragazza ed improvvisamente ti ritrovi obbligato a non frequentare i suoi amici con cui andavi d'accordo. Qualche settimana fa ci siamo incontrati per bere una birra ed eravamo chiaramente a disagio.
"Bella Qualco'! Come te la passi?"
"Alla grande, frate'! Ho ripreso a mangiare, dormo la notte. Un leone, in pratica."
"Mitico Qualcosus!"
"Si'si', una svolta. Col senno di poi mi chiedo cosa avevo per la testa. Adesso fortunatamente non ci penso piu'."
"Super Qualchy!"
"Cioe', magari ogni tanto mi fermo e mi domando come starei oggi se avessi continuato. Non so, magari senza tutto quel coinvolgimento, di tanto in tanto. Ma di base no, non ci penso piu'."
"Super super super!"
"Tu, invece? La vendi ancora?"
"Bah, si'. Ma non ci pensare."
"No, ma figurati. Giusto per curiosita', ormai e' un capitolo chiuso. Dicevi, insomma?"
"Mah, tipo ieri c'e' stata serata."
"Al Goa? Com'e' possibile? C'ero pure io! Mica per cercare lei, eh. Giusto per il piacere di fare quattro salti sulle note di un po' di techno scadente a 18 euro senza consumazione."
"Al Tromborama."
"Al Tromborama? Coi ventenni coatti che stanno a rota di webserie? Non ci posso credere. Ti giuro, mi sta cadendo il mondo addosso. Ma che c'entra lei con loro? Voglio dire, loro non possono capirla!"
"Eh, c'era tipo serata a tema "ANDREA BOCELLY SE SCOPA TU MADRE A PECORA CLOSING PARTY". Capisci bene che c'era un bordel - zio, ma stai piangendo?"
Cio' che mi rasserena delle feste di trentenni e' che tendenzialmente non abbiamo nulla da dirci. In sostanza e' come se superata una certa eta' il tuo cervello sviluppasse una sorta di fisiologico senso del decoro che ti impedisce di applicarti dialetticamente in tutte quelle stronzate di cui parlate voi ventenni.
"Zio zio, ascolta che trip bomba m'e' venuto in mente: Roma e' tipo Game of Thrones, mi segui? Ci sta Roma nord che sono i biondi cor nano, che c'hanno i soldi e se scopano tra di loro per non disperdere il capitale. Gli Stark invece siamo noi di Roma sud, gagliardi e fieri alla conquista del regno, mi segui? La fregna coi draghi che se scopa i rumeni, boh, me sa che sono tipo quelli che stanno a Pomezia in mezzo alle pecore. Anzi no no, aspetta! Noi e quelli de Roma nord siamo i biondi cor nano, accomunati geograficamente ma lacerati da lotte intestine, mi segui? Noi de Roma sud ovviamente siamo er nano. I barbari che stanno nei boschi sono tipo gli zingari. Mentre per tutelare la privacy di quelli che stanno a Pomezia, essi saranno rappresentati con le sembianze di Barbapapa', il simpatico cartone animato che guardavo da piccolo quando andavo da mia nonna a mangiare tegolini e giocare con la manine appiccicose che si trovavano nelle patatine, ti ricordi? Chiara metafora di una generazione che non trova la propria dimensione e i cui rimpianti gli rimangono attaccati addosso come polvere sulla pelle."
Non puoi parlare cosi' a trent'anni, la gente ti prende per ritardato.
Di conseguenza il piu' delle volte si finisce col discutere di come stai cercando lavoro, di cosa stai facendo a lavoro, del perche' ti hanno licenziato a lavoro. Che di base e' ancora piu' deprimente. Ricordo che qualche mese fa ad una di queste cene conobbi una ragazza molto carina - per delicatezza non diro' il nome - ed era terribilmente annoiata, proprio come me. Cercai di avvicinarla con una di quelle frasi sarcastiche da blogger sfigato - non so se avete presente - cosa che giustamente non fece altro che peggiorare il suo stato d'animo da "mi sto deprimendo" a "mi sto deprimendo e c'e' un coglione che fa battute sulla chemioterapia". Grazie al cielo cominciammo a bere e la situazione si fece piu' rilassata: scoprimmo di avere un sacco di amici in comune, frequentavamo gli stessi posti, ascoltavamo la stessa musica, ci piacevamo parecchio. Cosi', ubriachi e indecorosi, finimmo a fare sesso nella stanza delle giacche, come nelle feste delle elementari. E' stato bello. A fine serata mi chiese il numero di cellulare.
Due giorni dopo mi ha chiamato Intesa Sanpaolo per propormi un finanziamento a 15 anni.
Gli ho spiegato che non li avevo mai autorizzati al trattamento dei miei dati sensibili, ma mi ha risposto che secondo il Garante della Privacy "Infilami due dita nel culo, lurida sgualdrina" puo' essere interpretato contrattualmente come un consenso informato.
Grazie tante, Donatella Rembati.
Perche' e' questo allo stato attuale il piu' redditizio prodotto sul mercato, giusto? I dati sensibili. A proposito, anche a voi nell'ultimo periodo Google, Facebook e compagnia bella chiedono in continuazione il numero di telefono, o c'e' qualcuno li' alla Silicon Valley che sta cercando scoparmi neanche fossi l'ultima battona con le tette rifatte rimasta al bancone del pub?
Cristosanto, Google Inc.! Hai gia' accesso alle mie piu' torbide ricerche su internet, monitori su Maps ogni volta che sbaglio uscita della tangenziale, conservi le mail che butto nel cestino come manco gli zingari con la monnezza sotto casa: indicizzi, incroci, classifichi e rivendi al miglior offerente. E hai il coraggio di chiedermi il cellulare "per rafforzare la password e proteggere i tuoi dati dall'intrusione di malintenzionati"?
Definiscimi il tuo personalissimo concetto di malintenzionato, per cortesia.
Se il mio vicino di casa mi hackerasse la mail, al massimo si farebbe una sega leggendo le patetiche porcate in stile E.L. James che mi tocca scrivere alle vacche depresse in cambio della foto di un culo. E' un pervertito, d'accordo; ma almeno non spiffera le mie intolleranze alimentari a Trivago.
Ad un certo punto della cena, mentre il parquet spegneva le candeline, qualcuno ha nominato Angelo e un paio dei presenti si sono messi a piangere.
E' stato un momento di commozione del tutto fuori luogo; una nota di sofferenza inopportuna in una serata dopotutto piacevole. Cosi' mi sono rotto i coglioni, mi sono alzato dal tavolo, ho salutato tutti, mi sono ripreso la pianta e sono andato via.
Dovrei spiegarvi nel dettaglio chi e' Angelo, ma ho gia' scritto troppo e voglio chiudere; quindi mi limitero' ad illustrarvi una rapida carrellata di momenti salienti degli ultimi 10 anni della mia vita sotto forma di poesia futurista:
Piacere, sono Angelo. Ci eravamo incrociati al test di ingresso. Ti ho riconosciuto perche' eri il coglione coi rasta. /
L'attivita' dei canali HCN nella cellula pacemaker ha il compito di generare spontaneamen /
KETAMINAAA /
Porcatroia che ciavatta ieri sera. Che roba hai detto che era? /
In presenza di neutrofili nel tessuto infiammat /
KETAMINAAAAAAAAA /
KETAMINAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA /
In presenza dei neutrof /
KETAMINAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA /
In presenz /
Mi trasferisco all'Universita' di Foggia, Qualcosa. Da mia madre. Tanto alla fine Roma e' sempre una merda e almeno non pago l'affitto. Ce la facciamo una botta? /
No, zio, calcola che sono indietro di 1473 esami. Pero' non fare che mi scompari, eh. /
Notizia shock: Saddam Hussein e' stato catturato /
All the single ladies all the single ladies oh oh oh oh/
Notizia shock: Tiziano Ferro e' gay /
Pronto, Qualcosa? Sono Sara, la sorella di Angelo. Volevo dirti che mio fratello e' morto.
In pratica era un coglione. Ma gli volevo bene.
Era quel tipo di persona che hai il terrore di introdurre in qualsiasi sobrio contesto sociale perche' sai gia' che se ne uscira' con un qualche racconto imbarazzante che ti fara' mortificare fino al midollo.
"Cosi' a quel punto ho tirato fuori il mio grosso pitone assetato di vendetta e l'ho infilato con forza nella sua stretta e poco lubrificata buca delle lettere. Dovevate sentire come urlava, la poverina, mentre il mio serpente gigante versava fino all'ultima lacrima in quel lurido orifizio."
Una roba nauseante, ve lo giuro. Soprattutto considerato che non era nemmeno una metafora sessuale. In pratica il pervertito allevava rettili di media grandezza che torturava psicologicamente introducendoli in spazi angusti, intralciando cosi' in normale svolgimento del servizio postale e gettando un'ombra di terrore sulla popolazione tutta. Ma che ci volete fare, era un amico.
La cosa che mi innervosisce di Angelo e' che in qualche maniera mi fa ricordare di mio nonno. Non perche' entrambi adesso sono cibo per vermi e verranno completamente rimossi dalla memoria collettiva nell'arco di tre generazioni ad obliterata testimonianza di quanto inutile e insensata sia la nostra permanenza su questo pianeta. Anche perche' - tenetevi forte - accadra' a tutti noi.
Angelo mi ricorda mio nonno fondamentalmente perche' mio nonno aveva un cane. Un alano, mi pare. Un signor alano, arrogante e fiero. Metteva quasi soggezione; si aggirava per casa con l'aria severa di un finanziere al Forte Prenestino. Per quel che ne so, era il miglior amico di mio nonno e suppongo che il sentimento fosse ricambiato. Il giorno che mio nonno mori', l'alano smise di mangiare. I giorni passavano e il cane si deperiva. Dopo quasi due settimane, ridotto ormai pelle ed ossa, si trascino' a stento sulla tomba e a quel punto spiro', accanto al suo padrone.
Quando mi ritrovo coi miei parenti ci capita di ricordarlo, quel cane. Ci commuoviamo ripensando a quanto deve essergli gravato il peso della solitudine, a come debba essergli apparso inevitabile spegnersi quando tutto cio' a cui tieni si spegne; lo ringraziamo, in un certo senso, per averci dimostrato di riflesso che persona importante fosse mio nonno. Poi per un istante ci guardiamo negli occhi e, per un brevissimo lasso di tempo, per quella insignificante frazione di secondo prima di distogliere nuovamente lo sguardo, rimaniamo da soli con la verita'.
Che nessuno di noi gli ha portato da mangiare.
Quell'alano sarebbe diventato la troia servizievole del primo stronzo che gli si fosse presentato davanti con una ciotola di croccantini, ve lo dico io. Avrebbe cagato in faccia al cadavere ancora caldo di mio nonno, per una salsiccia. A pensarci bene, credo che l'unico motivo per cui si sia trascinato fino alla sua tomba fosse per mangiarne un orecchio.
Ma, con buona pace di Angelo e dell'alano-sgualdrina, spesso e' molto piu' comodo scaldarsi il cuore di dolore.
Stamattina mi ha chiamato lo spacciatore per dirmi che se mi interessa adesso vende pure cornicette d'argento, cigni di Swarovski, piante ornamentali.
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Fonte: Sabato Scorso. (di Qualcosa Del Genere)
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