Gli scarafaggi inoltre potevano volare, insinuarsi dovunque compresi i luoghi piu' reconditi, nutrirsi di qualsiasi cosa, sopravvivere allo smembramento, rianimarsi dopo una morte apparente, moltiplicarsi a volonta'.
Dio aveva creato a sua immagine lo scarafaggio. Percio' solo di lui s'interessava veramente.
Gli esseri umani pero' continuavano a pregare, dipingere, digiunare, torturare, costruire templi, inventare religioni, occupare terre, e massacrarsi nel nome delle loro idee su Dio, trovando mille scuse per giustificare il suo comportamento, ovviamente del tutto incongruente con le loro teorie.
Dio intanto continuava a plasmare sfere celesti, e a prendersi cura dei suoi insetti, rendendoli sempre piu' prolifici, e piu' resistenti ai veleni.
Cosi', quando gli esseri umani finirono per autodistruggersi nell'ovvia apocalisse nucleare che s'erano preparata per decenni, l'originale piano di Dio fu restaurato: la Terra divenne il regno dei suoi scarafaggi.
Un'immensa sfera di sterco celeste.



Il Giudizio

Appena passato il confine tra la vita e la morte, Italo si ritrovo' di fronte a cio' che subito gli apparve come il Tribunale Supremo.
Si accorse di avere ancora consistenza fisica, e la cosa lo fece sentire anche piu' vulnerabile.
Immersi nella lattiginosa luce accecante, tre giudici sedevano scrutandolo con aria severa.
- Come ti presenti? - gli chiese il primo.
Italo rabbrividi'.
- In che senso?... - azzardo'.
- Cosa sei?
- ...Cattolico?...
Il primo giudice fece un gesto d'insofferenza, che raggelo' Italo.
- Non ci siamo capiti - intervenne il secondo giudice - in che cosa ti presenti, cosa sei? Cosa sai fare? - scandì - Cantare, ballare, recitare?...
Italo rimase allibito.
- Ma...e' come...un'audizione?...
- Preferisci essere giudicato per le tue colpe? - gli chiese il terzo giudice.
- Di Battisti-Mogol cantero' "Il tempo di morire" - Italo si schiari' la voce e parti' - Mo-tocicle-tta-a! Dieci-acca-pi! Tutta cro-ma-ta-aa! E' tua se dici si!"...



La Scelta

- Desidera? - chiese la commessa in tono incolore.
- Una vita felice - rispose Leo.
La commessa digito' sulla tastiera, poi diede un'occhiata allo schermo
- Mi dice qui che la felicita' non e' di questo mondo.
- No? E di quale allora?
- Un attimino che guardo - digito' ancora - non me lo dice. Le cerco un articolo simile?
- Si...una vita importante, piena di significato - disse Leo - utile al futuro dell'umanita'.
La commessa digito', e lesse.
- Esaurito.
- Cos'e' esaurito? Il futuro dell'umanita'?...
- Non lo so, qui mi dice solo "esaurito".
- Va bene, allora mi dia una bella vita - disse Leo, stizzito - lunga, comoda, divertente.
La commessa digito', e chiese
- Come paga?
- Con la mia anima?...
La commessa traffico' un po', e poi rispose
- Mi dispiace, il lettore della cassa non l'accetta. Lei non ha abbastanza credito.
Leo chino' la testa.
- Per cosa basta il mio credito?
La commessa controllo' lo schermo
- Una vita mediocre.
- Allora mi dia quella - disse Leo cupo.
- Esaurito.
- Ma...me l'ha proposta lei!
- Nel tariffario c'e' ancora, ma e' esaurito. - la commessa lo guardo' senza espressione - E' l'articolo piu' venduto da queste parti – spiego'.
- Che cosa mi resta?
La commessa si volto' di nuovo verso lo schermo.
- Ci sono rimaste delle vite di merda. Ne prende una?
Alessandra Daniele

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Fonte: Raccontini Inclassificabili (di Alessandra Daniele)
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