sberla54: Parlateci un po' di voi. Ho letto che siete assieme come gruppo dal 2003 e non avete mai cambiato formazione: come vi siete conosciuti? Vi divertite piu' ora o 5 anni fa?
Punch: My God! Non me lo ricordare! Sono gia' passati 5 anni? Si', e' vero, il gruppo si e' formato nel autunno del 2003: Guido e Marco, amici di vecchia data, volevano suonare roba tipo At The Drive In, Promise Ring e Get Up Kids e trovarono in Enri, che era in classe con la ragazza di Marco, terreno fertile. Dopo qualche collaudo di bassisti, nel febbraio 2004 sono arrivato io, che gia' suonavo con Enri in un altro gruppo.
Come hai potuto constatare siamo molto cambiati da quello che era il genere di partenza... Non aver mai modificato la formazione e' una cosa che ci riempie di orgoglio, anche se devo confessare che a volte le nostre opinioni sono talmente divergenti che si arriva a litigi che culminano in tragedie greche. Fa parte della convivenza e comunque da ogni litigata c'e' qualcosa da imparare. Per quanto riguarda il divertimento, non si puo' parlare di migliore o minore, sono passati cosi' tanti anni che si scinde in due categorie: quello folgorante, iniziale, che ti prende all'improvviso, esplode e ti fa scoprire un nuovo mondo, e quello piu' riflessivo e maturo degli ultimi tempi che ti fa godere i frutti raccolti.
sberla54: Quali sono i gruppi che influenzano ed hanno influenzato il vostro suono e quali sono invece i generi e le band che ascoltate per i fatti vostri?
Punch: Tutti e quattro abbiamo una forte cultura hc-punk (The Clash, Nofx, Dag Nasty, LIfetime, Sex Pistols, Ramones tanto per capirci) chi piu', chi meno, ma questo e' l'humus di partenza.
Col tempo siamo cambiati molto: il promo e' sostanzialmente emo alla vecchia maniera, "In My Shoes" e' un connubio tra hardcore melodico e parti lente piu' introspettive, l'ultimo disco e' piu' personale e lo sentiamo piu' Argetti, abbiamo dato piu' spazio al cantato, abbassato il gain alla chitarra e curato di piu' la struttura della canzoni.
Attualmente spaziamo molto di piu': Erri e' un fan sfegatato dei gruppi anni '80 con i rullantoni riverberosi e le registrazioni smarze, io mi sto dando a tanto Bowie, Reed e Cash, Guido e', per antonomasia, quello che ascolta i generi piu' disparati: dai Depeche Mode agli Everytime I Die, dai The Cure ai Duran Duran, dai Block Party ai Dead To Me...e Marco da buon anziano non demorde e ascolta ancora in prevalenza musica punk anni '70.
sberla54: Di cosa parlano i vostri testi? Da cosa prendete spunto per creare le vostre canzoni? Nascono prima le liriche o la musica?
Punch: Tutto parte da un paio di giri di chitarra, si prova il tutto e, con i dovuti scannamenti, discussioni e modifiche, si arriva ad una buona base strumentale. Poi Guido abbozza un testo e prova a cantarci sopra. Discutiamo insieme su punti graditi o sgraditi, poi si fanno gli ultimi ritocchi.
Per i testi, alcuni parlano di problematiche sociali legate al tempo che stiamo vivendo, altri di protesta, di disaccordo, altri ancora trattano esperienze personali.
sberla54: Come mai avete scelto di cantare in inglese?Sperate in un maggior successo internazionale o semplicemente preferite stilisticamente l'inglese all'italiano?Non pensate che se aveste cantato nella vostra lingua madre avreste potuto farvi capire ed apprezzare da un maggior numero di ascoltatori?
Punch: Il punk, il rock, e le loro varie sfumature, non provengono dalla cultura musicale italiana. E' quindi difficilissimo mettere a connubio un cantato italiano e una chitarra distorta. Diciamo che abbiamo iniziato con un certo stampo ed e' difficile cambiare. Non ti nascondo che Guido ha di recente, per proprio sfizio personale, ricantato due pezzi del disco, in italiano. Le canzoni suonano totalmente diverse.
Di sicuro con dei testi in madrelingua potremmo raggiungere piu' persone qui in Italia, anche se non mi sembra che tutta la popolazione della penisola sia abbastanza culturalmente dotta da comprendere ed accettare della musica punk. C'e' ancora tanta gente che non capisce niente di musica, non si e' proprio ancora svegliata.
sberla54: Il Veneto (e tutto il nord-est in generale) sembra avere una scena punk veramente attiva; hardcore, metalcore, hardcore melodico, concerti e festival in continuazione, il tutto senza grosse intrusioni o lamentele da parte delle autorita' costituite. E' veramente cosi' o e' solo una nostra impressione? Come avete fatto a creare tutto questo ed a portarlo avanti?
Punch: Ce lo dicono in molti. E' da sempre una zona che ha sfornato band interessanti. Noi ci siamo dentro da appunto 5 anni e ormai troviamo scontato andare a concerti ogni fine settimana. Forse non ce ne rediamo conto, di quanto siamo fortunati: c'e' una collaborazione da amici, e come essere in famiglia. Ai concerti non ce la fai a salutare e a scambiare quattro chiacchiere con tutti, sono sempre troppe le persone interessanti da incontrare e non c'e' mai abbastanza tempo e birra a disposizione...
C'e' sempre tanta gente che ci va, ai concerti, tanta che ha voglia di prendere in mano uno strumento, e tanta che si sbatte per fissare concerti. In ogni ambito c'e' qualcuno che ci mette del suo. Siamo molto fortunati, saranno le scorie di milioni di fabbriche che ci danno alla testa...
sberla54: Come vi pare lo stato di salute attuale dell'hardcore melodico? Esiste ancora (ed ha un suo senso) o e' soltanto lo spettro di quel che poteva essere qualche anno fa?
L'unico gruppo di quel genere degno di segnalazioni sono i Gargantha da Treviso. Per il resto direi che potremmo tranquillamente iniziare a scolpire le lettere R.I.P. sulla sua lapide.
sberla54: Come vi trovate con un'etichetta giovane ma pur sempre rinomata come la NoReason Records?
Spesso nel punk si discute sull'utilita' delle etichette nel moderno panorama musicale; a voi aiuta molto averne una? In cosa vi agevola e come?
Avete mai voglia di gestire, ora o in futuro, la vostra arte ed il vostro prodotto interamente da soli?
Punch: Ste e Dami di NoReason sono due ragazzi d'oro. Ho sentito di band letteralmente frodate da etichette fantasma o in disuso. Non e' certo questo il nostro caso. Sono amici con cui possiamo parlare apertamente ed elencare i nostri dubbi, perplessita' e interessi. Sono i nostri dotti ai quali chiedere mille consigli e dritte.
Sarebbe impensabile gestire tutto da soli: recensioni, pubblicita', prove, concerti, etc. NoReason ci sta dando una grossa mano anche per quel che riguarda i live, cosa che molte etichette non fanno: alcune non capiscono che una band senza concerti e' morta.
sberla54: Ho visto che vi aspettano parecchie date in giro per l'Europa: quando tornerete in Italia che vi vogliamo vedere?
Punch: Di norma cerchiamo sempre di vedere piu' realta' possibili. E' affascinante viaggiare e sentire sulla tua pelle che altre persone, culturalmente molto lontane da te, apprezzano la tua musica.
Siamo gia' stati quattro volte in tour oltralpe ed e' sempre stato bellissimo.
Ciononostante, abbiamo anche concerti in Italia, tranquillo. Questa domenica suoneremo a Piacenza con i Red Car Burns, il fine settimana prossimo Pisa e Roma e poi ancora date nel nuovo anno in fase di definizione.
sberla54: Un vostro parere sulle punkzine sul web? Intendo dire, le considerate un passatempo da una volta ogni tanto, al pari delle riviste ufficiali e delle fanzine vecchio stile, oppure credete che abbiano un ruolo fondamentale per la sopravvivenza del genere, la creazione di contatti fra i gruppi (e fra gruppi e fans) e la pubblicizzazione degli album?Preferite internet o il classico cartaceo? O magari non ve ne frega niente di entrambi?
Punch: Sono un forte sostenitore di internet. Sia per quanto riguarda la divulgazione che per quanto riguarda i rapporti sociali. Myspace e le webzine hanno rivoluzionato il mondo della musica. E' tutto gratis, libero, facile ed efficace.
Le webzine sono essenziali per divulgare, nel modo piu' veloce e semplice, recensioni, concerti, novita', informazioni, etc. Quello che non potra' mai fare una webzine, purtroppo, e' darti l'emozione di vedere la tua sporca facciaccia stampata su di una rivista.
sberla54: Vi interessa la questione Copyright? Nel senso, pensate che si possa rivoluzionare il mercato musicale, offrendo la musica gratuitamente (pur mantenendone i diritti d'autore), principalmente via internet, e guadagnando il possibile con i concerti, il merchandising ed i cd che comunque alcuni fans decideranno di acquistare?
Punch: Su questo argomento ci sono pareri divergenti anche all'interno della band. Come gia' detto prima, penso che una band che non suona dal vivo possa anche appendere lo strumento al chiodo. Io suonerei dappertutto e sempre. Personalmente non mi piace comprare un disco a scatola chiusa. Trovo molta piu' soddisfazione a complimentarmi con un gruppo dopo una prestazione e a dare il mio contributo a chi ha realmente composto la musica.
Tengo sempre la nostra musica in condivisione su Soulseek e sono onorato quando una persona se la scarica, e' anche un'occasione per iniziare a conoscere chi ti supporta. Secondo me la fonte di guadagno per un musicista dovrebbe essere l'esibizione e non le copie vendute nei negozi.
sberla54: Grazie per esservi prestati a tutto questo. Tanto per essere originali, finiamo l'intervista con uno spazio libero: dite un po' quel che vi pare!
Punch: Grazie dello spazio! Che dire, continuate a controllare l'andamento dei concerti su https://www.myspace.com/argetti, ci sono continui aggiornamenti ed aggiunte.
Speriamo di vederci presto faccia a faccia ad un concerto.
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