Quello che colpisce, in questa narrazione a due facce, e' la freschezza, e' la forza dei bisogni, delle urgenze di due generazioni diverse, lontane nel tempo, ma accomunate dalla solita voglia di ricercare un modo "altro" di vivere la propria esistenza. Il Punk, e la scena dei punx anarchici anni '80, e' il filo conduttore che diventa pretesto, nella narrazione di Gianpiero. Il punk serve, ed e' quasi una bestemmia affermarlo, ad ordinare il percorso narrativo, a dare una linea definita ad aneddoti, paesaggi, personaggi che appaiono e scompaiono in maniera leggera ma mai banale fornendo una fotografia chiara e precisa di cosa e' significato "essere punk" in Italia alla fine del secolo scorso. Questa linea interpretativa e' pero' solo una meta' del malloppo, l'altra parte e' fatta di provincia, di montagne, di silenzi, di noia che diventano spinta centrifuga verso tutto cio' che sta al di la', in un viaggio di scoperta, passando da Torino, Amsterdam, Berlino e cosi' via, alla ricerca di quello che cerchiamo (quasi) tutti: la felicita' ad un buon prezzo.
E cosi', ecco la storia dei Kina, fatta dall'emozione incasinata degli esordi, dallo sbattimento per la pubblicazione dei vinili, dai viaggi sul Blu Bus per mezza Europa andando per concerti, dalle urgenze economiche che mal si sposavano con i punk puri e duri, dagli scazzi personali, dagli abbandoni, dalla piccola/grande notorieta' raggiunta... fino ad arrivare al giorno del rompete le righe, dell'ultimo concerto, della (seppur gloriosa) fine.
Inutile negare la malinconia che serpeggia tra le parole di Gianpiero, ma e' una malinconia velata che non diventa mai sconfitta e che, al contrario, riprende vita ogni qualvolta il volante passa di mano ed arriva a Stephania che riesce, anche lei in modo leggero, ed incrociando con le proprie vicende personali e familiari a rendere vivo ed attuale il messaggio che i Kina hanno rappresentato per lei, quello della strada alternativa, del riscatto, della scoperta, del viaggio come simbolo di crescita... sempre partendo da Aosta e spiegando le vele verso il mondo.
"Questi anni stan correndo via, come macchine impazzite
Ti volti e sono gia' lontani
Ti chiedi cosa e' successo ... "
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Fonte: Come Macchine Impazzite (Agenzia X - 2014) (di Cikuta Magazine)
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Come Macchine Impazzite (Agenzia X - 2014) (di Cikuta Magazine)
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Cikuta Magazine
Il doppio sparo dei Kina
A cura di G.Capra e S.Giacobone
E' una storia biforcuta. Una narrazione assolutamente convincente che vive di due momenti socio-temporali diversi. Da una parte le gesta dei Kina, i punx Aostani, narrate da Gianpiero e fatte di suoni, scazzi, chitarre, centri sociali, concerti e viaggi, soprattutto viaggi da Aosta verso il mondo.
Dall'altra parte, con un gap temporale di circa venti anni, il racconto di Stephania, anche lei con il suo viaggio da Aosta verso il mondo, ed anche lei accompagnata dai suoni e dai testi dei Kina.