Le squadre fasciste
Nascono cosi' le squadre fasciste da cui deriva la parola "squadrismo". Sono formate da aderenti a quello che di li' a poco prendera' definitivamente il nome di Partito Nazionale Fascista. Gli aderenti alle squadre sono personaggi di estrazione e cultura molto diversa. All'inizio il nucleo duro e' formato dai sansepolcristi. I sansepolcristi sono gli aderenti della prima ora al nuovo partito di Mussolini, i Fasci di Combattimento, fondato il 23 Marzo 1919 a Milano, nella sede di Piazza San Sepolcro. Un gruppo di personaggi, fra i quali c'e' Ferruccio Vecchi, che saranno nominati "il Fascio primigenio".
La nascita dello squadrismo e' dunque connaturata a quella del movimento fascista. Le squadre di azione sono nuclei di attivisti che hanno come obiettivo l'uso della violenza nei confronti degli avversari politici, cioe' principalmente i socialisti (siamo prima del 1921 e quindi il Partito Comunista ancora non esisteva e quello socialista era il principale partito di massa e operaio in Italia). Gli aderenti sono quasi tutti domiciliati nelle citta' del nord. Sono uomini d'azione, reduci della Grande Guerra, e provengono spesso dagli Arditi, un reparto scelto della fanteria dell'esercito italiano che durante la Prima guerra mondiale era stato usato in missioni speciali (e spesso pericolosissime) e che poi era stato al fianco di Gabriele D'Annunzio nell'impresa di Fiume. Insomma, l'equivalente di una squadra d'assalto dei Marines di oggi. Alle prime squadre, pero', aderiscono anche intellettuali rivoluzionari come Filippo Tommaso Marinetti, il fondatore del Futurismo, e gran parte dei suoi adepti. L'idea che per rinnovare la societa' italiana borghese e stagnante fosse necessario l'uso della violenza era infatti uno dei capisaldi del movimento futurista.
Il biennio 1919-1921
Le squadre fasciste impazzarono negli anni del cosiddetto "biennio rosso", dal 1919 al 1921. Furono due anni turbolenti in cui i socialisti furono impegnati in una vasta campagna di scioperi e iniziative per far fronte alla crisi economica e ai problemi sociali che la fine della guerra aveva fatto emergere. Nonostante la vittoria, infatti, la societa' e l'economia italiana stentavano a riprendersi. I socialisti, come grande partito di massa, avevano organizzato una vera e propria rete sociale di appoggio per operai e aderenti, che andava dalle societa' di mutuo soccorso (associazioni in grado di garantire assistenza sanitaria e sociale alle famiglie in difficolta', finalizzate dagli operai con parte del loro salario versato su base volontaria), alle universita' popolari e le scuole di partito che permettevano agli operai di continuare gratuitamente la loro formazione con corsi di istruzione e approfondimento. Tutti questi enti ed istituzioni erano sentiti come pericolosi perche' erano straordinari punti di aggregazione popolare e fabbriche del consenso. Non solo i fascisti, ma anche i partiti borghesi e moderati li ritenevano possibili cellule per una prossima rivoluzione socialista simile a quella avvenuta in Russia nel 1917.
Il pericolo rosso come giustificazione allo squadrismo
Le squadre fasciste infatti poterono operare in relativa sicurezza perche' le forze dell'ordine e la politica erano conniventi con loro, o per lo meno molto distratte. L'idea diffusa era che le squadre fasciste facessero il "lavoro sporco" atto pero' a "salvare la democrazia", colpendo socialisti e anarchici prima che questi potessero scatenare una rivoluzione. Persino moderati come il cattolico Alcide de Gasperi e giolittiani liberali chiudevano un occhio e dichiaravano giustificata la violenza fascista. Questo favoriva anche nelle forze di polizia e nell'esercito un atteggiamento compiacente: i fascisti anche quando venivano arrestati venivano rilasciati molto presto, e le forze dell'ordine intervenivano tardivamente e in maniera blanda quando portavano avanti i loro assalti.
Squadrismo di campagna e di citta'
All'inizio lo squadrismo fu un fenomeno essenzialmente cittadino, sviluppatosi nelle grandi citta' del nord per contrastare le associazioni operaie. Ma presto anche le campagne divennero un luogo di scontro. Qui le squadre fasciste furono finanziate dai proprietari terrieri, che le usarono per colpire le manifestazioni di braccianti e contadini, e smantellare le nascenti cooperative agrarie e le societa' di mutuo soccorso. Particolarmente calda da questo punto di vista era la pianura padana, soprattutto la campagna fra Ferrara, Bologna e Mantova. Qui i grandi proprietari terrieri usarono le squadre fasciste per seminare il terrore e fare pressione perche' venissero abbandonate o disattese le leggi che garantivano a braccianti e contadini diritti e condizioni di vita migliori.
Pochi, efficienti, determinati
Gli squadristi erano numericamente pochi, ma si trattava di gente ben addestrata dal punto di vista militare perche' erano quasi tutti reduci di corpi d'assalto ben addestrati. Essendo per giunta quasi tutti i fondatori ufficiali abituati alla catena di comando, erano in grado di mobilitare velocemente i loro aderenti e dare ordini mirati. L'abile propaganda del Partito fascista fece il resto. Mussolini era un ex giornalista, in grado di usare a suo vantaggio i media del tempo per fare da cassa di risonanza alle imprese dei suoi uomini.
Fu costruito il mito degli eroi squadristi rivoluzionari che combattevano per salvare la patria dai bolscevichi. In realta' nel biennio rosso i morti furono principalmente socialisti (si parla di circa 3.000 persone, ma le cifre sono approssimate probabilmente per difetto (Cfr Gaetano Salvemini, Le origini del fascismo in Italia. Lezioni di Harvard, a cura di Roberto Vivarelli, Milano, Feltrinelli, 1979). L'abilita' degli squadristi consisteva inoltre nell'infiltrarsi in manifestazioni di piazza scatenando poi violenze e assalti.
Corsi e ricorsi storici
In breve, lo squadrismo era basato su alcune caratteristiche ben precise:
- L'organizzazione di piccoli gruppi ben addestrati di fanatici disposti a usare la violenza contro gli avversari.
- La capacita' di mobilitarsi in fretta e insinuarsi in manifestazioni di piazza.
- La scelta di obiettivi come sedi di sindacati o giornalisti/organi di stampa.
- La capacita' di manipolare i media.
- Una sostanziale connivenza da parte di schieramenti politici vicini agli squadristi o convinti di poter usare la loro violenza a proprio vantaggio.
- La connivenza o la benevola distrazione da parte delle forze dell'ordine.
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Tutti elementi che, purtroppo, viene da dire, si stanno ripresentando anche oggi nella nostra cronaca. La definizione di questo attacco come "squadrista" e' dunque perfettamente lecita.
Ma c'e' di peggio. Fatti dunque tutti i distinguo perche' la storia non si ripete mai pari pari, l'assalto a Roma disegna uno scenario italiano abbastanza inquietante.
Siamo nel 2021. Nel 2022 ricorrera' il centenario della Marcia su Roma, in cui le squadre fasciste trovarono la loro apoteosi. Speriamo che resti solo un centenario e non si trasformi nell'occasione di una rievocazione.
Galatea Vaglio
.BIBLIOGRAFIA.
Gaetano Salvemini, Le origini del fascismo in Italia. Lezioni di Harvard, a cura di Roberto Vivarelli, Milano, Feltrinelli, 1979.
Renzo De Felice, Mussolini il rivoluzionario 1883-1920, Torino, Einaudi, 1965.
Giordano Bruno Guerri, Fascisti, Milano, Oscar Mondadori (Le scie), 1995.
Mimmo Franzinelli, Squadristi, Milano, Oscar Mondadori, 2009.
.LINKS.
Fonte: Lezioni Di Storia: Lo Squadrismo Fascista, Corsi E Ricorsi Storici (di Valigia Blu)
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