Proprio sui testi c'e' da fare una precisazione, a parte la loro qualita' ed i temi trattati che esamineremo piu' avanti c'e' da segnalare il modo in cui vengono interpretati, il cantante infatti ha adottato uno stile che a mio parere risulta efficace ma che in alcuni passaggi rende piu' difficile del solito capire quel che viene detto, infatti le parole vengono sputate una dietro l'altra molto molto velocemente ed a volte per riuscire a far stare il testo al passo della musica alcune vengono tagliate del tutto.
L'Ep parte con la title track "Odio" che rende da subito chiaro quale sia lo stile del gruppo, riffacci anni '80, voce aggressiva e ritmi serratissimi scanditi da una batteria davvero efficace. La canzone e' ben strutturata ed il tema che viene trattato e' l'avversione per il nazionalismo ed il razzismo che sta vergognosamente prendendo sempre piu' piede nella societa' italiana, l'unica nota negativa e' l'immagine stereotipata del fascista che viene descritta nella canzone, ma e' comunque una piccolezza.
Il secondo pezzo prende il titolo da una citta' che in questi giorni e' tristemente in prima pagina per via della repressione di regime che si e' scatenata, stiamo parlando di "Teheran". Ovviamente nel brano non si parla del sangue che sta scorrendo in questi giorni ma della lunga mano americana che si e' intrufolata in medio oriente a colpi di invasioni.
Sinceramente non capisco perche' si parli dell'Iran e non dell'Iraq o dell'Afghanistan, ma potrebbe anche darsi che il gruppo si riferisca alla guerra fra Iran e Iraq scoppiata negli anni '80 che vide gli Usa come i piu' importanti fiancheggiatori e finanziatori dello sforzo bellico voluto dal regime di Saddam Hussein, oppure potrebbe anche trattarsi di un testo che si riferisce a un probabile futuro.
Il terzo brano, "Stupro", data la brevita' (24 secondi) puo' considerarsi piu' un intermezzo che una canzone vera e propria, ma comunque non sfigura per niente e riesce ugualmente a rendersi interessante.
Siamo arrivati al giro di boa, "War" e' un brano che fa della ripetizione ossessiva il suo punto focale, strofa e ritornello si susseguono sempre uguali a se' stessi senza la minima variazione nella struttura della canzone. Il risultato e' abbastanza oppressivo complice anche un certo effetto strozzatura che accompagna il cantato ed i cori del ritornello.
In ogni caso si rivela un ottimo pezzo, anche se non lo metterei come sottofondo musicale durante i momenti di relax.
"Intifada" da spazio ad un'altra tematica mediorientale come si puo' facilmente capire dal titolo, il pezzo e' buono anche se fra quelli proposti e' uno di quelli che mi convince di meno, ed e' seguita dall'altrettanto buona "Sistema" che si segnala per il ritornello che ne fa un ottimo inno contro il sistema che sara' senz'altro apprezzato da ogni buon punk che si rispetti.
La chiusura e' affidata a "Anarchy-Core way of life", il pezzo che mi ha personalmente colpito di piu' insieme a quello d'apertura. I riff sono davvero pesanti e duri e per gran parte della canzone si viaggia a velocita' impressionanti, senza contare che in questo caso il modo di cantare di cui abbiamo parlato prima si amalgama perfettamente alla musica.
Come si puo' capire dal titolo i ragazzi danno sfogo al loro sentimento anarchico, una cosa che ho apprezzato molto e' che nonostante il titolo la parola anarchia non viene mai citata. C'e' da dire che la visione dell'anarchia che viene proposta e' un po' ingenua.
In ogni caso e' davvero una canzone ben riuscita.
Quindi per giungere alla fine di questa recensione posso dire che i Prog Zero mi sono piaciuti parecchio, risultano efficaci, dotati e con una buona attitudine. In piu' sono anarchici.
Per apprezzare un gruppo vi serve qualcos'altro?
InYourHead

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