La leggenda narra che questi tre loschi figuri dalla dubbia fama composero in sole 7 prove altrettanti pezzi riunendo la loro produzione sotto il vessillo di "demo" e tramandando le loro epiche gesta ai futuri posteri con il nome di HeraH.
I protagonisti della nostra avvincente storia sono: Alessandro - Chitarra e voce, Pusa - Basso e voce Gael - Batteria e voce; ora non conosco i ruoli dei tre nella vicenda, ma son sicuro del fatto che con questa loro prima fatica hanno attirato non poco la mia attenzione dimostrando carattere, personalita' e un pizzico d'originalita' che non guasta mai.
Nonostante il significato del nome della bend mi lasci solo molte ipotesi non accertabili che variano dal mito greco, a significati matematici e stati psicologici ritardati, i ragazzi contrariamente, sembrano avere le idee ben chiare su cosa vogliano trasmettere, proponendo un suono deciso, incalzante, a tratti furioso che poggia le fondamenta compositive sui riff della potente chitarra, con velate influenze metal, alternante veloci cambi d'accordi stoppati e non, a buoni tecnicismi senza perdere d'incisivita'. Seguono a ruota la rodata sezione ritmica la quale svolge il suo compito egregiamente, attenta a non strafare, ma nemmeno a rimanere nell'ombra, spesso protagonista nei frequenti cambi di tempo e il basso che generalmente segue le linee principali senza uscire dal seminato, dando compattezza al suono finale.
Buona a mio parere anche la qualita' della registrazione e il seguente mixaggio che da il giusto spazio ad ogni strumento, trasmettendo sonorita' complessivamente pulite e nitide, facendo risaltare inoltre il cantato, percepibile facilmente. Sette tracce appunto, racchiuse tra un intro e outro, i quali ripropongono spezzoni di film, i cui contenuti restano in linea con duri concetti espressi nelle liriche. Queste risultano come sette maledizioni rabbiose, disilluse, cariche d'odio per la realta' circostante, sputan disprezzo senza risentimento i giovani, avvertono lucidamente le invisibili catene sociali preposte alla schiavitu' mentale dell'individuo, incattivendosi parecchio e sprigionando senza freni una rabbia covata a lungo che sembra quasi carpirti.
Tutto questo risentimento viene espresso validamente da due voci, una principale, grezza, non urlata, ma potente che lascia comprendere facilmente ogni singola parola facilitando il diffondersi del messaggio e un'altra altrettanto valida che si alterna, supportando i cori o urlando visceralmente, da protagonista, la propria rabbia insita.
Tutte le canzoni sono episodi musicali piu' che sufficienti facendosi apprezzare generalmente, quelle che particolarmente mi sono rimaste impresse sono "Numeri sparsi" buona, nonostante il giro iniziale un po' simile a "Chaos is my life" degli sfruttati scozzesi, ribadisce la fasulla felicita' delle masse drogate e rese simili a marionette; "Hollandia" sul problema sempre piu' preoccupante dell'informazione dei mass media, paraocchi per il suddito cittadino, assuefatto e tenuto all'oscuro di tutto e infine "Ombra parassita" disprezzo allo stato puro, quasi palpabile.
Un breve commento sulle grafiche: molto curate, bravi (eheheh) specialmente le scritte sul retro, fanno pensare subito ad un lavoro certosino, di un virtuosissimo della calligrafia, ma aime' quasi sicuramente in preda ad un attacco di diarrea fulminante. Che altro dire? Spero vivamente questa demo abbia un proseguo altrettanto positivo, ma maggiormente maturo che riesca a consolidare ulteriormente il loro percorso coronato sicuramente da una buona partenza, dateci un ascolto folks e dite la vostra....Allegriaa!!
Pierkna

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