Forti sono le influenze delle realta' lontane da noi, ma ben impiantate, allo stesso tempo, rimangono le robuste radici nostrane.
Ci han provato quei quattro tamarri di New York e compagnia bella d'oltre oceano, ad omologare le nuove generazioni della penisola, ma niente da fare, cari yankee: la gramigna non molla, son cazzi estirparla, rinascera' sempre piu' alta e forte.
Esponenti di spicco, di questa filosofia sonora e attitudinale nazionale, sono, a mio parere, nella scena odierna, i perugini Ingegno.
Un concentrato di furia, intelligenza espressiva, maturita' di contenuti; si rifanno alla fortunata tradizione che indaga l'animo umano, dando voce ai sentimenti piu' semplici e puri: forte e' la componente introspettiva, forse meno immediata al primo impatto, ma sicuramente piu' sincera e difficilmente scalfibile col passare del tempo.
Forte dei due lavori/capolavori passati, la bend nata nel 2002 e composta da Giacomo-Voce, Marco-Basso Mics-Batteria, Angelo e Napo chitarre, aggiunge un'ennesima prova di valore al percorso umano e musicale, con la sua ultima fatica, Ancora Sveglio, datata 2008.
Questi 11 episodi compongono un piccolo gioiello, e, similitudilmente ad una perla rara, necessitano di pazienza ed attenzione, ma al momento in cui risplendono si rimane incantati, rapiti e ci si felicita della propria dedizione, che mai come in questo caso verra' ripagata. Singolare e' infatti, la proposta musicale ed espressiva degli umbri, che accostano una struttura compositiva matura e decisamente non breve, ma consistente nella durata e non particolarmente orecchiabile a delle liriche a tratti poetiche, emozionali, mai banali o costituite da slogan privi di significato, ma schegge di pura luce.
La capacita' indiscutibile della bend infatti, potrebbe soffrire nel giudizio di chi disorientato da un primo ascolto, non riesca ad avere la costanza di cimentarsi una seconda volta, lasciandosi avvolgere dalle passionali sonorita' che scaturiscono forti, pronte ad esplodere furibonde, non appena le si concede l'opportunita'.
Violenti riffs della chitarra, fanno esplodere folate di vento intensissime, scolpiscono arpeggi limpidi e sereni nella furia generale, rapiscono il fiato; veloce corre, invece, il basso con guizzi continui, sostenuto dalla formidabile batteria, dai colpi granitici, grandine a ciel sereno.
La voce poi, accompagnate da furenti cori, mai sforzata od urlata, recita quasi epicamente testi di una profondita' rara, taglienti fin sotto la pelle, colpiscono il bersaglio rendendo abasiti, fanno riflettere, scavano sentieri nuovi, imprevedibili e fugaci come lampi.
Nessun episodio si puo' affermare risalti sopra gli altri, io per non farvi demordere subito, vi consiglerei: "La resa", pezzo iniziale che esplode dopo un intro da paura: necessita' di riprendere la propria vita in mano, impedire il suo sgretolarsi; "Senilita'": vecchiaia prematura, intesa come mancanza di slancio, di coraggio, indifferenza nel lasciarsi trasportare dagli eventi; "Le ali dei servi", altra critica, abbandonarsi al ripetersi del quotidiano, lasciandosi cullare da fragili speranze, scontro fra diversita' ed infine "Solo me stesso" traccia conclusiva introdotta da un piano, si apre spiegando entrambi le ali, forza dentro noi stessi, necessita' di non fingere.
Dateci un ascolto gente e non ve ne pentirete, anche se voi altri non meritereste altro che na mazzata nei reni, pseudo-zappaterra che non siete altro!
Ma (s)fortunatamente, durante l'assolvimento dei miei bisogni fisiologici, mi e' apparso dinanzi Giovanni Lindo Ferretti, (il discepolo di Benedetto XVI, per capirci). Non ho ben capito che cosa blaterasse, ma la paura di vedere la luce a mia volta, e' stata cosi grande, che sono rimasto paralizzato, ammutolito, solo lo sciacquone ha fatto si che l'apparizione terminasse.
Meditate gente, potrebbe capitare anche a voi, quando meno ve lo aspettate, meditate!
Pierkna

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.NOTA.
Fine di un percorso.
E' finita. Per tutti i gruppi arriva prima o poi questo momento. Ci si abitua, un po' per volta volta, ma alla fine ce se ne fa una ragione.
Dal 2002 e' ormai passato del tempo, forse non tantissimo rispetto alla storia di altri gruppi, ma forse nemmeno cosi' poco. Soprattuto se si e' suonato in un gruppo punk hardcore, che non e' solo un genere musicale, non solo una sottocultura con una grande tradizione alle spalle dai mille volti e dalle mille sfaccettature, ma una grande avventura di liberta', dove tutto quanto e' vissuto intensamente, concerti, canzoni, anime, pensieri, attivismo, dove l'urgenza di esserci, la voglia di riappropriarsi della propria vita, che e' ora, e' in primo piano da tutto il resto, e ti avvolge e ti penetra in tutta la sua ricchezza.
Mi ricordo ero poco piu' di un ragazzino, e una sera andai a vedere un concerto dei Five Boots, un gruppo di ragazzi che nei primi anni '90 erano attivi qui a Perugia, e fu la prima volta che vidi un gruppo e una serata punk hardcore dal vivo. Forse allora scatto' qualcosa. Il filosofo Soren Kierkegaard diceva che l'istante della scelta e' solenne e venerabile. In quegli anni fummo in tanti a scegliere. A scegliere di ritrovarsi in un unico percorso da costruire insieme, nella cosapevolezza di vivere, e di apprestarsi a condivivere, una stagione e un'esperienza che sarebbero state a modo loro uniche ed irripetibili. Certo era ed e' stato rischioso, e a modo nostro ne abbiamo avuto di coraggio.
Forse e' stata una scelta che non abbiamo mai dovuto fare? Cosi' diceva un nostro caro amico.
Ogni piccolo vissuto e' una piccola era di creativita', dove i sogni, e le speranze di realizzarli, sembrano essere sempre a portata di mano. Gli Ingegno come una goccia in mezzo all'oceano? O magari una piccola stella che brilla nel cielo, insieme alle altre.
E rimarranno i ricordi, e la fortuna di aver potuto condividere gioie, rabbia, paura, risa, e altre emozioni, insieme a tante persone, amici e non, e in tanti posti differenti, insieme al desiderio di aver lasciato qualcosa, anche se poco, ma forse di grande valore per qualcuno. Cristina Mun, dell'ex Virus Occupato, diceva che per i torinesi Negazione l'angoscia di vivere diventava poesia.
Allora mi piacerebbe salutarci con una delle loro frasi piu' belle: "dovunque tu sia, dovunque io vada... saremo sempre unici", Qualcosa scompare, 1986.
Grazie a tutti.
Giacomo (cantante)

.VIDEOCLIP.
Ingegno - Illegittimita' (Live At CPA Firenze, 02.12.2005)
Ingegno - Il Nostro Tempo (Live At CPA Firenze, 02.12.2005)
Ingegno - Volonta' Corrotta (Live At CPA Firenze, 02.12.2005)
Ingegno - Fragili Illusioni

.CONTATTI.
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