Inizio dai primi cinque pezzi, mai piu' lunghi di un minuto e mezzo, dei sardi, ognuno di questi tocca una tematica ben precisa tramite un approccio diretto che va dritto al nucleo del problema trattato.
La registrazione non e' proprio impeccabile, a questo si aggiunge il cantato rabbioso e gutturale dei cantanti e spesso il testo non e' del tutto comprensibile.
"Hiroshima" apre la tracklist, gia' dal titolo si evince il contenuto del pezzo, poche battute ultra sintetiche, come ci hanno sempre abituati, per ricordare l'olocausto nucleare che costo' la vita di decine di migliaia di persone.
"10, 100, 1000 Nassirya", oltre che un titolo, e' stato uno slogan che ha trovato dimora sulle bocche e nei testi di molti compagni. Anche in questo caso pochissime parole per svelare, a chi ancora non lo avesse capito, il ruolo delle truppe militari impegnate nella guerra in Iraq. Assassini che di eroico non hanno niente, gente verso di cui il lutto e' l'unica cosa da augurare.
Bastano quarantadue secondi netti per riaffermare l'importanza dell'Autoproduzione, da cui il pezzo trae l'omonimo titolo, in un'ottica di diffusione consapevole e autogestita dei propri contenuti, liberi da censure o da imposizioni provenienti dall'ordine di cose vigente.
"A chi..." e' un monito per ricordarci il progressivo consumarsi dell'ambiente che ci circonda, di una biosfera attaccata quotidianamente dal progresso sfrenato e da dinamiche economiche tese allo sfruttamento selvaggio delle risorse presenti.
L'ultimo pezzo dei 4° Potere, "Guerra di pace", si ricollega alla tematica antimilitarista e sottolinea l'ossimoro di come la pace sia, a conti fatti, strumento per seminare guerra e morte sotto le insegne degli intenti umanitari.
Ed ora sono contento di poter parlare dei Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., li avevamo lasciati a "Di Stato Si Muore", gruppo che prima o poi mi riprometto di beccare dal vivo!
Solo tre pezzi per loro, seguono la scia dei precedenti per approccio ma si connotano per testi piu' lunghi e organici oltre che ad una durata piu' lunga.
"Odio la polizia" e' un ulteriore contributo all'opera di smascheramento delle forze dell'ordine, il cui unico ordine da mantenere e' quello dato dalla sopravvivenza delle istituzioni a spese della massa di sfruttati.
"Violenza/Non violenza" e' un pezzo davvero interessante, soprattutto per la tematica che racchiude, un discorso che accompagna il movimento anarchico da quando possiamo dire ha preso una forma piu' o meno definita. Dai Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. non potevo che aspettarmi una consapevolezza matura sul tema della violenza rivoluzionaria, strumento necessario per l'abbattimento dello stato di cose vigente, dinamiche che sicuramente non scompaiono da solo ma che devono essere contrastate tramite l'azione diretta.
"Mass merda" chiude il trittico musicale presentatoci dai campani, il pezzo che sfiora i tre minuti e' un attacco al sistema di informazione di regime che condiziona l'opinione pubblica e ha il preciso fine di fabbricare il consenso verso le istituzioni.
Ribadisco un'ultima volta il mio consiglio di procurarsi questo split e supportare, come sempre, le co-produzioni che piu' o meno regolarmente saltano fuori!
Onestamente, spero di sentire a breve un bel po' di nuovi pezzi di entrambi i gruppi e magari, una volta tanto, di poterli beccare dal vivo.
Sghigno

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