Uno sputo sopra il muro non ha bisogno di arrangiamenti, complessi e pseudi barocchismi; e' un vaffanculo detto di fretta in mezzo a troppa gente, un impulso che non passa dal cervello e piu' che ad un esternazione assomiglia ad una scorreggia. Uno sputo sopra un muro non ha pretesa ne di vero, ne di falso, certo e' che se stai fermo li a guardarlo...
Questo leggo all'interno dell'elegante booklet dei Serka, un bel foglietto A4, ripiegato con diligenza ed amore e riposto con cura dentro una bella busta trasparente dal sapore genuino e casalingo.
Sputo, "Serka" nell'idioma sardo-campidanese per l'appunto, ennesimo gruppo di buone speranze che dall'isola mediterranea tenta l'arrembaggio, coltello in bocca, alla webzine piu' amata dai venditori di rose pakistani.
Sara' forse la mia recente permanenza su quella terra lontana e bucolica a rendere il mio cuore piu' buono e gentile nei confronti di questi musicanti autoctoni, ma mi sento di affermare onestamente che il gruppo in questione ha proprio due belle borse della spesa in mezzo alle gambe (e forse anche la chicca piu' lunga della mia).
Sara' l'ironia malata che ti colpisce leggendo le liriche, legata incestuosamente alla struttura compositiva schizzofrenica e mai scontata; sara' la proposta dei contenuti cosi apparentemente cazzona, ma piu' profonda e meditata della maggior parte dei gruppi hc odierni, sara' che la classe non e' acqua o semplicente che bisogna essere dotati di qualche deficit mentale per apprezzare il disco... mah!
Spesso non fa male spegnere un po' il cervello, lasciare che siano gli istinti a guidarci, troppi se, troppi ma, sempre a cercare un perche', tutto questo ci portera' ad una morte lenta ed inesorabile, un rifiuto insito e stronzo vale molto piu' di tanti discorsi ed argomentazioni, burrubbobo'!
Vecchie volpi sono i fautori di questo particolare progetto, Bruno alla chitarra (A Fora De Arrastu e Sa Sakita), Davide voce (Alzheimer), Kike al basso (K'e-K'e-M) e Cocco alle pelli (K'e-K'e-M, Trimuligia, Mr Murrungiu e Sa Sakita) questi ultimi due in sostituzione di Maurizio e Fabio, precedenti componenti che hanno contribuito alla registrazione di questo disco.
Epitaffio Di Un Giovane Tonno, dieci pezzi di ardcor non tradizionale, ma sicuramente valido e diretto, liriche come gia' detto assurde, ma geniali, parte strumentale che vede nella chitarra la protagonista, seguita da basso e batteria che duettano egregiamente e la voce la quale nonostante i toni incazzosi, sembra prenderti amabilmente per il culo.
Il tutto e' registrato in presa diretta discretamente: in poche parole? Una scatarrata in pieno volto.
"Avete mai provato ad appoggiare i vostri testicoli sopra il palmo della mano di un dottore?" Arguta frase che introduce il primo pezzo "La cura" analisi critica ed ironica sulla scienza medica moderna alla quale sembriamo sempre piu' cavie da laboratorio su cui testare i loro improbabili tentativi.
Si susseguono tematiche che alternano situazioni piu' particolari ad altre universali, sempre affrontate in maniera inconsueta e perculativa: il potere d'acquisto droga moderna, il miraggio di una superficiale realizzazione sociale, l'uomo nemico di se stesso, la difficolta' nel comunicare, la plastificazione dei rapporti, il risparmio energetico personale per distrarre dalle vere cause a monte.
Canzoni che mi son piaciute di piu' sono, oltre la gia' citata "La cura": "La classe non e' acqua" rivistazione di alcun proverbi e luoghi comuni, "L'appello" e "Sull'umana esistenza...".
Il suono non convenzionale potrebbe creare delle difficolta' iniziali, ma non demordendo i piccoli particolari originali dimostreranno il valore dei Serka.
Detto anche troppo, un ultima cosa: chi non scarica e' figlio di Maria!
Pierkna

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