L'afasia ha gradi diversi di gravita', ma la maggior parte degli affetti perde le capacita' di comunicare anche le piu' semplici esigenze della vita quotidiana.
Pur conservando spesso intatte le proprie funzioni intellettive, l'afasico non riesce a trovare le parole al momento giusto, a comprendere quello che gli viene detto, a leggere un giornale, a rispondere al telefono. Tutto ha conseguenze gravissime sulla autonomia dell'afflitto sul piano personale e lavorativo, sui rapporti sociali e con la famiglia, gli amici dei colleghi di lavoro, nonché sul suo equilibrio emotivo. L'afasico rinuncia spesso di fatto ai propri diritti, delegandoli ad altri e chiudendosi in un doloroso isolamento.
In un mondo costruito attorno ad una disciplina societaria che rende l'uomo sempre piu' simile ad un robot, programmato sugli imperativi della produzione e del consumo, le nostre urla sono incomprensibili ai piu' e il ronzio della macchina che continua a parlarci di sacrifici, sottomissioni e rinunce diventa per noi sempre piu' incomprensibile. Malatizzati dalla societa', le nostre grida sono la nostra terapia. [...]
Bellissimo demo quello dei messinesi Afasia, anarch'abbestiatrashaiolo come solo loro san fare. Il demo risale ad un anno fa, ma sti quattro ragazzacci hanno dovuto aspettare un annetto per avere il giusto tributo. Elidendo le presentazioni (su commissione dei ragazzi stessi), passo subito alla critica.
Dieci pezzi piu' una fedele cover tributo ai Flux Of Pink Indians, gli Afasici rispolverano quelle sonorita' "cult" del anarchopunk inglese pur non mancando di quella orginalita' tutta loro. Melodie aspre e spesso tendenti allo psichedelico, corrono belle veloci per una buona ventina di minuti dove malaticcie melodie del "pompeiano basso" si ben conpenetrano con la pungente "becera chitarra" e un con un frenetico tupatupa a mo di ak47 della batteria. Non meno inquieta la parte vocale, gridata letteralmente fino a strapparsi le corde vocali, risulta molto musicale e instancabile.
E arriviamo al grosso, la parte testi. Beh, anche qui una impeccabile lode di merito; le tematiche afasiche toccano l'intospezione, l'inquietudine e lo stato d'automio cui viene sottoposto l'essere vivente, del costante controllo del corpo e della mente operato dalle psicopolizie, dell'abbandono e il grettume causato dal lavoro e dall'uso senza altro fine della droga, mezzo di vittimismo e sintetica distruzione della realta'. Un Demo senza dubbio tra i piu' belli, registrato ottimamente, aspettando la prossima uscita preannunciata in anteprima su questi schermi nei primissimi mesi del 2007.
Recensione a cura di MaccoNash
[presa da "Sono Irrequieto Zine #3"]
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