Con questo Ep il quartetto (Marty-voce, Cristian e Fabio entrambi divisi tra chitarra e basso, Zacca alla batteria) esordisce con quattro brevi ma quantomai interessanti tracce connotate da una marcata componente crust e, in misura minore, sporcate da sonorita' grind.
L'Ep in nemmeno 9' racchiude una buona carica' di brutalita' e velocita' facendosi apprezzare ad ogni stacco e ripartenza, la produzione (Auto Named Studio per la registrazione e Soundfarm Studio per il mix e master) appare grezza nel senso positivo del termine, ovvero mantiene intatte tutte le caratteristiche di immediatezza e violenza della band che, presumibilmente, riescono ad esprimere in sede live. Nota a margine anche per la grafica curata da Ahmad Armone e Mira che al primo sguardo rende l'idea del contenuto.
Prima particolarita' che salta' subito all'orecchio e' il vocione da orco neppure immaginabile nel peggior fantasy scaturito da quella sagoma di Tolkien, la cosa che colpisce di piu' e' che a tirarlo fuori e' Marty donzella che evidentemente e' posseduta da una stirpe di demoni, visto che modula a piacimento il growl con apparente disinvoltura. Cazzo se mette i brividi.
Non da meno il preciso lavoro di Zacca alle pelli che detta i tempi ed i continui stacchi con vorticose ripartenze, impeccabile in tutti i brani.
Nulla di negativo da imputare nemmeno negli strumenti a corda, come ci si aspettava da Cristian e Fabio visto la loro esperienza. Non mi e' ben chiaro se in questo Ep e' presente il basso in tutte e quattro le tracce (sembrerebbe di no) ma in ogni caso non se ne sente la mancanza.
L'Ep poi, nonostante la durezza, scorre a meraviglia sin dai primi secondi dell'apertura esagerata di "Bars" episodio deflagrante e mai uguale a se stesso sparando come puo', in appena 2'37", tutto l'arsenale tecnico a disposizione dei Feed Me More.
Si rimane su altissimi livelli anche con le due seguenti tracce "Technocluture", che immagino crei parecchi danni in versione live, e la piu' caustica "Mission Of War" che mette in risalto chitarra e ringhio della voce. Ma e' con "Pavlov's Dogs che si tocca il punto piu' alto, pezzo perfetto sotto ogni aspetto con punto di forza nelle tematiche ben espresse dal gruppo: "Associando per un certo numero di volte la presentazione di carne ad un cane con un suono di campanello, alla fine il solo suono del campanello determinera' la salivazione nel cane. Questo e' un esperimento di Pavlov sul riflesso condizionato. Questo e' quello che ci succede ogni giorno, bombardati da cartelloni pubblicitari e spot televisivi", serve aggiungere altro? Credo proprio di no!
Tirando le fila del discorso l'esordio dei Feed Me More e' ottimo, difficile trovare falle o passaggi a vuoto a parte la brevita' del lavoro.
Promossi in attesa di un disco piu' corposo.
Joel

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