Pogo assicurato.
"Buio Pesto" e' sicuramente piu' cattiva, resa ancor piu' cruda per la voce secca e per i riffs dissonanti della sei corde che danno un'impressione molto spavalda al pezzo. Il ritornello e' da brividi, abbastanza da headbanging, ma che viene poi velocizzato dalla crescente velocita' d'esecuzione dietro alle pelli.
La terza traccia "Bleeding" e' un mix di inglese/italiano, volta come protesta del controllo politico sulla musica, a sostegno del DIY.
Il pezzo si discosta - soprattutto all'inizio - dai precedenti brani, molto piu' melodico ma di certo ben fatto.
E' il momento di "Non Voglio Piu' Marcire", la quale continua sulla via intrapresa fin dall'inizio, ossia ricca di ritornelli veloci, cantati in coro, melodici e con frequenti stacchi nelle strofe. Molto bella anch'essa.
Senza dubbio è indiscutibilmente un ottimo lavoro, maturo e di pregevole registrazione. Questa poi influisce molto sui gruppi, visto che e' (a mio parere) di primaria importanza la nitidezza del suono; suono che se registrato bene riesce a far assaporare davvero un disco.
Un dieci e lode e' da attribuire alla sezione percussiva ed alla voce, i quali hanno assicurato maggiormente successo alla riuscita di questo disco.
I Fennek sono una formazione che puo' riempire senza problemi un bel circolo arci quanto fanno ora gli Skruigners, anche se non vantano un nome del loro calibro. Questo per far capire che se trovate un concertino ove compare il nome dei brindisini non esitate ad andarci, non sono un gruppo di supporto.
fabio HC
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