Terminato l'ascolto di Disease seconda produzione a nome Deranged non e' difficile stabilirne le coordinate sulle quali il quartetto proveniente dalla Sardegna preferisce muoversi, uno street punk di chiarissima (anche troppa...) ispirazione anglofona (impossibile non pensare subito ai Rancid); specie se si prendono in considerazione le idee melodiche e l'impostazione vocale.
L'album in questione e' sicuramente un prodotto spontaneo e grezzo che tende a puntare la maggior parte del suo potenziale sulla sincera immediatezza e la semplicita' delle canzoni che lo compongono, alcune delle quali gia' apparse nel loro demo d'esordio datato 2013.
Non vi e' un episodio che si distingua maggiormente dagli altri, fatta eccezione per qualche accenno al ritmo in levare e qualche tendenza chitarristica rock'n'roll che andrebbe sicuramente approfondita e sviluppata maggiormente.
Mi riesce comunque difficile distinguere la band tra la sconfinata miriade di formazioni epigone che affollano lo scenario mondiale di un genere ormai divenuto mainstream, quindi con dei canoni ben precisi; nei quali ahime' e' difficile scorgere qualche tratto distintivo degno di interesse (il cantato in italiano avrebbe sicuramente garantito maggior personalita' ed identita' al disco); mostrando forse i limiti di uno stile che dovrebbe cercare nuova linfa vitale in contaminazione e sperimentazione (The Clash docet!) e non fermarsi ad una sterile imitazione dei propri ascolti, che seppur di buona fattura relegano purtroppo il progetto ad essere l'ennesima punk band stereotipata che si rifa' ad i propri beniamini rimandando ad un futuro, che ci auguriamo per loro sia vicino; una lettura piu' personale delle proprie influenze musicali ed un approccio compositivo piu' meditato.
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