Tanto per cominciare con lo spirito giusto, questo e' semplicemente il disco punk hardcore italiano piu' bello che io abbia ascoltato negli ultimi 6 mesi, forse anche nell'ultimo anno. Senza tralasciare che ho visto dal vivo i Milizia HC in vari posti in giro per l'italia e si sono sempre rivelati all'altezza delle aspettative, per rabbia, spettacolo, professionalita' e convinzione.
Hanno personalita', lo si capisce al volo.
La voce tagliente e fuori dal coro di Lorenz si erge maestosa su un tappeto sonoro poderoso, tirato avanti dalle continue e talvolta incredibili rullate di Forest, veramente superiore alla media dietro alle pelli, e dalla chitarra di Enrico, ignorante, bastarda, di certo non troppo funambolica o protagonista a tutti i costi, ma perfettamente inserita nel suo ruolo. Gli assoli si contano sulle dita di una mano, ma non e' di sicuro per quelli che vi innamorerete dei Milizia HC; sara' piuttosto per il senso di precarieta', di militanza e di violenza che sono capaci di creare. Quando suonano i quattro padovani sembra che tutto il mondo sia sul punto di crollare, se soltanto lo volessero.
Anche il basso di Marco si sente piu' del solito, tirando fuori la testa in svariate occasioni e facendo da contraltare ai toni piuttosto alti della chitarra.
Va immediatamente detto che se la parte strumentale e' grandiosa, i testi lo sono forse ancora di piu'. Di immediata comprensione, per merito del timbro di voce e della registrazione, il che secondo me dovrebbe essere un requisito base di qualunque gruppo punk.
Tra i pezzi piu' riusciti c'e', prima di tutto, "Brucia", ideale seguito dell'omonima canzone dei CGB: intro di basso, chitarra e batteria che attaccano lente e poi acceleratore a mille per sparare a zero sulla vita di provincia che molti di noi ben conosceranno. "Nati in una citta' morta // di bigottismo e profitto // di centri commerciali // e boutique d'alta moda // senza alcuna prospettiva // Padova venduta // Padova puttana // di giorno solidale e splendente // di notte degrado e polizia ".
Subito dopo viene "Parola D'Ordine", veloce e semplice, dalle liriche piu' che dirette, che attaccano la religione e tutti coloro che preferiscono riporre le proprie speranze in qualcosa che potrebbe, con una certa probabilita', non esistere per niente, piuttosto che guardare in faccia i fili che muovono il mondo. Un'inno all'ateismo. "Quella miseria // che tu chiami fede // la mia parola d'ordine e' ostilita' // Rifiuta la sua croce // rinnega il suo nome!". Ugualmente veloce e rabbiosa e' "Amami", anche se ogni tanto rallenta per tirar fuori un paio di riffoni belli pesanti; una condanna (che non deve, pero', essere fraintesa con il maschilismo o il machismo) verso una parte delle donne del nostro tempo, gusci vuoti interessate solo a far scena, ad apparire teneri oggetti da scopata, a soggiogare noi altri maschietti idioti che spesso non domandiamo altro e ci illudiamo di comandare. Oltre a questo pero', non c'e' niente. Solo la morte dell'amore e delle persone "vere". "Il tuo amore e' pregiudiziale // il tuo amore e' costrizione // di parole vuote // di inutile finzione // Il tuo amore e' morto // il tuo amore e' stupidita' // amati da sola troia // nella tua vanita'!".
Un'altro testo che mi e' piaciuto molto e' quello di "Nuova Schiavitu'", semplice e inopinabile denuncia al capitalismo ed alla schiavitu' moderna del lavoro come unica finalita' di vita: "Una vita ad obbedire // come schiavi alla catena // perdendosi in vani sogni // di mai trovata liberta' [...] La nuova schiavitu' // e' il vostro servilismo // La nuova schiavitu' // il vostro assenso al capitalismo". Musicalmente forse non e' a livello delle altre, ma merita comunque particolare attenzione.
Tornando a parlare di religione, non puo' sfuggire "Avamposto Di Irrazionalita'", forse il pezzo piu' scomodo e piu' coraggioso dei Milizia HC, nel quale esprimono la loro opinione (tutt'altro che segreta) sullo stato d'Israele e sulla risoluzione della crisi palestinese: la cancellazione dello stato d'Israele stesso. "Infame Israel per le occupazioni // che distruggono innocenti diversita' // cancellate impunemente // da una stella a sei punte macchiata di sangue". Musicalmente tra i meglio riusciti, piu' articolato e complesso, con alcuni di quei brevi assoli di basso di cui parlavo prima; splendida la chitarra, immensa come sempre la batteria e rabbiosissimo Lorenz alla voce.
Ultima nota d'onore va a "Proprieta' Di Governo", cover degli ascolani Affluente, semplicemente splendida e, a mio modesto parere, una spanna sopra all'originale, perche' la rielabora in chiave meno ironica, decisamente piu' violenta e tirata.
Sia chiaro, comunque, che tutti gli 11 pezzi di "L'Inferno Dell'Uguaglianza" meriterebbero qualche riga di commento, perche' non ce n'e' uno che non sia all'altezza della fama che il gruppo si e' fatto in questi anni. Il disco e' perfetto cosi'; non c'e' nulla che aggiungerei come nulla che vorrei togliere. E non e' cosa da tutti.
L'album in questione e' una coproduzione di 15 etichette (14 italiane ed 1 brasiliana) legate in qualche modo all'ambiente del Do-It-Yourself ed alla quale abbiamo partecipato anche noi di PuNk4free.org. Nonostante questo la qualita' della registrazione e' impeccabile, mille spanne sopra al vecchio lavoro, "Militant Hardcore", che e' un altro bel cd che pero', a tratti, e' proprio inascoltabile.
Insomma, concludo cosi' come ho iniziato: "L'Inferno Dell'Uguaglianza" e' uno dei piu' bei dischi punk hardcore italiano che io abbia mai sentito. Ve ne renderete conto da soli.
Ero in trepidante attesa per un eventuale terzo album, da cui mi aspettavo fuoco e fiamme, ma a quanto pare, purtroppo, il gruppo si sta per sciogliere. Il concerto di sabato 27 a Rimini, in occasione dello Still Fight Fest #2 al C.S.A. Grotta Rossa, sara' il loro canto del cigno.
Un motivo in piu' per scaricare, ascoltare, comprare ed amare i Milizia HC. E per non mancare sabato prossimo.
sberla54
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