Coordinate sonore riconducibili al punk hardcore piu' estremo e oscuro, non facilmente definibile ma comunque connotato da una buona componente sludge. Diciamolo subito non e' la tecnica piu' sopraffina o una ricerca melodica che caratterizza Come Hell Or High Water, anzi tutt'altro il disco e' un concentrato di nichilismo misto a rabbia; tematiche nefaste che si esprimono sia nei testi sia nelle grida disperate e sofferenti di Joy cosi' come nelle sonorita' connotate da riff di chitarra soffocanti o la sezione ritmica onnipresente a tinte tetre.
Poco piu' di 20 minuti racchiusi in 7 tracce in inglese, eccezion fatta per un episodio, annunciate da un intro dall'emblematico titolo che delinea il leitmotiv nero come la pece che accompagnano l'ascolto. Dopo "Automa", uno dei pezzi piu' veloci del ciddi', si prosegue con la titletrack e qui ci troviamo di fronte a forse la miglior traccia: opprimente, compatta, martellante, la voce gutturale vomita odio, i ritmi per lo piu' lenti lasciano spazio a brevi sprazi di velocita'. Da ascoltare a rotazione.
Non da meno le tracce successive: il citato pezzo con cantato in italiano "Arte E Carte" che non aggiunge ne' toglie niente dal punto di vista lirico, come la scelta della lingua nel caso delle InVitro non altera il risultato finale; "Unfollow The Leader" altra canzone che ti ritrovi ad ascoltare piu' volte; fino ad arrivare alla taccia piu' lunga "Winterdeth" che chiude in maniera convincente questo Come Hell Or High Water.
Insomma, dopo un promettente ma piu' sporco e rozzo Ep, una seconda prova non certo trascendentale ma di buona fattura per le InVitro che sara' apprezzata da chi e' abituato a sonorita' piu' estreme.
Joel
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