Il trio prende a piene mani a livello sonoro dall'hardcore punk torinese amalgamato in modo sapiente alla provincialita' nelle tematiche dei primi dischi della Blu Bus, una marginalita' nella sua accezione positiva di significato che induce a creare una forma artistica personale e non omologata. Sono proprio queste caratteristiche a rendere il suono dei Manifesto spiazzante e sorprendente sin dal brano di apertura, un apparente nonsense carico di significato.
Facciamo un passo indietro, la band riprende un discorso interrotto nel 2013 ripartento nel 2018 con due terzi della formazione originale ed oggi la buona amalgama della line-up e' composta da Gabriele chitarra e voce, Dario basso e voce, Gabriel batteria e voce. Remissione Completa e' un'ottima autoproduzione curata in maniera impeccabile riuscendo ad esaltare ogni passaggio strumentale; quel che colpisce e' gia' il nome stesso dell'album inteso come nuovo inizio per chi ha combattuto i propri mostri ma anche per i Manifesto stessi, band prima considerata malata e ora ripartita di slancio in maniera compatta e decisa, una rinascita sia tangibile che intrinseca.
Musicalmente le sette tracce presentano tutte le caratteristiche del genere: chitarra coinvolgente sempre presente senza strafare, linee di basso corpose in certi passaggi protagoniste in altre quasi un tutt'uno con la batteria sapiente ed efficace nei cambi repentini di ritmi. La coralita' delle voci unite al cantato in italiano sono la ciliegina sulla torta.
Brani come "Aspettando Il Treno" e "Necrologio" spiccano sin dal primo ascolto per immediatezza pur mantenendo la caratterizzante semplice complessita' in tutto il disco. Altra nota di merito spetta alla cover di "Einstein" degli inarrivabili BelliCosi una versione fedele all'originale, d'altronde perche' rischiare di contaminare una canzone gia' perfetta di suo?
Remissione Completa si insinua repentinamente nell'ascoltatore tanto da costringere all'ascolto ripetuto, la rinascita del trio piemontese e' servita in queste sette tracce e non puo' passare inosservata.
"Il punk e' morto, lunga vita al punk.
Se il punk e' morto noi siamo morti."

Joel

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