Ma questa e' solo una svolta delle tante presenti nel nuovo lavoro del gruppo romano.
I P38 Punk a quasi 18 anni di eta' risultano significativamente piu' maturi, il gruppo formato da Marco (voce), GP ed il rientrante (ndr. momentaneamente solo per questo disco) Esterino (chitare), Conte (basso) e Cristiano (batteria) sforna questo album che a detta loro "..e' un cd di rottura con molte cose tipiche del suono (non dei contenuti) dei p38...e' volutamente retro'...quasi oi anni 80..." e mai definizione fu' piu' azzeccata.
In effetti il suono risulta piu' cupo ed il basso emerge in maniera netta in ogni singolo pezzo tanto da portare il gruppo a suggerire "...quando lo ascolti togli il loudness visto che volendo dare al cd un suono analogico oi anni 80 abbiamo strabombato i bassi nel compressore...", consiglio che puntualmente non ho seguito per ascoltare il suono che volevano ottenere e che risulta piu' che gradevole.
Nei sette pezzi del disco manca quello che nei tre lavori precedenti i P38 Punk definiscono "pezzo cazzone e scherzoso" il tutto in linea col suono del ciddi' e con l'umore del gruppo.
"...Vittime e carnefici e' una nostra personale visione dei ruoli di potere che ad ogni livello scandiscono la commedia della vita e della morte e forse il piu' esemplare momento di sintesi di tutto questo discorso sta nella dedica che facciamo ad Antonio...nostro ex batterista che milito' con noi negli anni '90 che non c'e' piu' da piu' di un anno...la notizia della sua morte ci colse il secondo giorno che eravamo in studio a registrare e credo abbia influenzato molto ognuno di noi...", queste parole aiutano a comprendere il cambiamento del gruppo e forse spiega anche quella rottura con i lavori precedenti, non si hanno piu' davanti i P38 Punk dei lavori precedenti, forse quel gruppo e' anche morto ed e' rinato nei P38 Punk di Vittime e carnefici.
Il cambiamento comunque non si ferma qui, infatti il gruppo approda alla Anfibio Records fatto che si nota fin dal primo ascolto, grazie ad una registrazione sicuramente piu' accurata che in precedenza.
Ma passiamo ad i pezzi del disco.
Chi conosce il gruppo sin dagli esordi notera' subito che ben tre dei pezzi di questo album eran presenti gia' in Crisi, riarrangiati e risuonati questi pezzi "Me so rotto er cazzo", "Molotov" e "Crisi" acquistano una valenza superiore rispetto ai predecessori.
Sonorita' cupe e rabbiose, dove spicca il lavoro delle chitarre a tratti stridule che fan da contr'altare ad un basso corposo, ottima anche la reinterpretazione lirica che ben si adatta al nuovo suono, tra i tre il pezzo quello che si fa preferire e' "Crisi".
Ma l'apertura del disco e' affidata a "Vittime e carnefici" buone le liriche, velocita' attenuate ma con quei suoni grezzi che riportano a sonorita' punk anni '80 per i nostalgici di quell'epoca ormai lontana.
Stesso discorso per "Patria fottiti" ma che alterna parti piu' ritmate a fasi veloci il tutto condito da liriche o forse meglio dire una voce malata.
"Borghesi" mette maggiormente in evidenza il testo e la voce che si inserisce perfettamente nell'ottimo giro di basso.
Si conclude tutto con un altro bel pezzo "Stalingrad" quello sicuramente a connotazione piu' politica e dai suoni aggressivi come si evince dalla voce, apprezzabili anche gli assoli della chitarra.
Questo "Vittime e carnefici" e' un album che gli amanti del gruppo romano devono correre a comprae; gli altri, forse anche chi non li ha mai compresi in precedenza, potrebbero riscoprire i P38 Punk in questa nuova veste.
In poche parole un buon lavoro e gia' per questo vale in toto l'acquisto, se poi aggiungiamo che il ricavato andra' al "...servizio legale gratuito del comitato per l'abolizione dei reati associativi..." beh giu' tanto di cappello per i P38 Punk.
Joel
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P38Punk - Fine registrazione Vittime E Carnefici
P38Punk - Live at C.S.O. Molino
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