Vivere la pandemia dentro una societa' che e' privata di liberta' da sempre e' stata ed e' quasi una malsana abitudine a cui l'europeo ci convive da anni, da un lato ha portato a privazioni e abusi d'ufficio da parte del potere, dall'altro lato ha portato ad un fiorire di vita attraverso l'arte (underground e non). Come se in qualche modo o forma, un sottobosco di persone si ribellasse all'ennesima catena sociale e capitalistica.
Live For Nothing, quarto album dei bolognesi Horror Vacui e' uno sfogo musicale verso una societa' malata nel suo interno, che e' intrappolata dentro una bolla di imposizioni e di leggi e regolare che hanno l'atto malsano di terrorizzare l'opinione pubblica di privarla della propria liberta', della propria aria linfatica.
Attivi dal 2010, il progetto degli Horror Vacui affonda le proprie sonorita' tra la new wave e il post punk inglese, con echi death rock, nell'arco degli anni ha vissuto cambi di line-up fino ad arrivare alla formazione attuale.
Sono passati due anni dall'ultimo lavoro New Wave Of Fear e alle soglie dell'anno horribilis della pandemia registrano quello che sara' Live For Nothing, quarto lavoro della formazione bolognese.
Presenta gia' dall artwork di copertina, un evidente messaggio su cosa stiamo per andare ad ascoltare, curato da Andrea Bonini del duo darkwave finlandese Aus Tears.
Living For Nothing si racconta attraverso otto brani che scorrono tra post punk e anarco death rock, costruiti su atmosfere tetre, legati assieme ad un leit motiv, la rottura di catene mediante l'unione dei vari membri unita' all'uso di riverberi e dei casi virando a psichedelia. Un album oscuro e personale, vibrante e viscerale.
L'album si apre con "Consolation Prize", brano trascinante, che si colloca tra goth rock e post punk, scaraventandosi contro le catene che la signora religione cinge attorno alle vite, e' un brano costruito su riff di chitarra e basso vividi e fluidi e linee batteristiche precise e andanti, ad accompagnare la voce, un vampiro crooner, affascinante e pungente che rende questo brano un antipasto dell'album stesso.
L'album fluisce e si apre in brani come "Lost" e "Living In Tension" tra death rock e post punk, a espedienti disperati ed abissali come in "Requiem" e "Elegia", due brani strumentali che catturano l'attenzione, ossessive e disperate riescono a fermare il tempo per la bellezza proposta, un faro in una societa' di plastica e di mille infrastrutture senza valore.
"Frustration" si colloca sempre tra death rock e post punk, costruito su di un intro di batteria martellante si apre con leggiadria nell'oscurita' che ti taglia come un rasoio, la faccia, tra disperazione e rabbia. "My Funeral My Party", brano irruente e denso e "Unreachable", brano che chiude l'album, sono i brani che hanno catturato di piu' la mia attenzione perche' sono l'unione di tutti gli elementi che rendono gli Horror Vacui belli e oscuri - linee sature e piene, riff vividi, linee batteristiche precise e presenti, la voce oscura, sofferente, vibrante -. Il fatto di non costringersi mai in un genere preciso, e per questo degni di nota perche' liberi di sperimentare fregarsene di qualsiasi moda o cliche' stilistico.
Passionale, disperato, arrabbiato Living For Nothing e' uno di quei dischi che proprio nella sua vivida essenza ti pone davanti ad un "mostro" nascosto tra le fessure del tempo del nostro privato passato, nell'atto di liberarci da mostri e catene che non ci permettono di vivere un'esistenza "libera".
Siamo pronti a vivere per niente o a morire per qualcosa?
Consiglio agli ascoltatori di The Cult, Fields Of The Nephilim, Cocteau Twins, Lords Of The New Church di non perdersi assolutamente questo disco.
Ms_Antrophy

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