Con questa premessa mi aspettavo che tra le mani mi fosse capitato il solito lavoro inascoltabile di qualche band formata da aitanti quanto negati pischelli, ma con mio sommo stupore, gia' dal primo ascolto, ho apprezzato questo debutto, vecchio di quasi due anni, dei Peggio Emilia.
Certo nulla di strepitoso, ma pur sempre convincente con il loro punk semplice, orecchiabile e, nella giusta quantita', grezzo.
I Peggio Emilia nascono nel 2007 a Reggio Emilia; come detto un paio di mesi per vedere i quattro impegnati a registrare il loro primo lavoro La Peggio Gioventu', un disco che proietta i nostri a partecipare a molti appuntameti live, anche di livello, ed a comparire in qualche compilation.
L'album e' composto da nove pezzi (piu' relativo intro), la registrazione, seppur non eccelsa, non presenta lacune degne di nota; quel che maggiormente cattura l'attenzione dell'ascoltatore sono le liriche semplici nonostante la complessita' dei temi trattati, il tutto unito ad un punk rabbioso ma che non disdegna anche momenti di melodicita', alle volte eccessiva, un suono che richiama alla mente molte band anni '90, anche se in alcune fasi mostra una tecnica un po' acerba, ma comprensibile vista la poca esperienza della band.
Ogni canzone tratta argomenti specifici e chiari (nda. per la serie un gruppo senza peli sulla lingua) che spaziano dall'anticlericalismo alla politica passando per la cosidetta guerra di pace.
Apertura affidata ad "Habemus Papam" pezzo tagliente, veloce e farcito da assoli di chitarra mai esagerati, le liriche sin dalle prime battute risultano ben fatte ed orecchiabili.
Si prosegue su suoni molto simili con "Lega nord" altro pezzo che conquista grazie ai soliti testi accattivanti, "...l'Umberto sbraitava che ce l'aveva duro...", sezione ritmica serratissima ed una voce urlata e stridula che sembra inesauribile.
"Onore agli eroi" appare piu' incazzata e critica, un'altra prova sopraffina offerta dalla sezione ritmica e dalla chitarra che arricchisce il tutto con ottimi assoli, pecca principale e' la lunghezza e la ripetivita' della canzone che subisce un calo nella parte centrale, qui infatti la voce per certi istanti appare un po' forzata e meno in sintonia con il suono del pezzo.
"Bomba" appiana un po' le ritmiche, preferendo una maggiore melodicita' complessiva, purtroppo pero' non riesce a lasciare un'impronta positiva come le tracce precedenti, pur non essendo una canzone da buttare.
Per fortuna sopraggiungono prima "Calcolato" e successivamente "Rifondazione conformista" a rialzare le velocita', la seconda, in particolare, si fa ascoltare con piacere, uno dei pezzi piu' riusciti del disco, testo dal dente avvelenato, ritmi che variano constantemente e dove ogni strumento fa la sua cazzuta parte, voce e cori pungenti, non si puo' chiedere di meglio al quartetto emiliano.
In dirittura d'arrivo si susseguono altre tre belle prove, l'acida "Italian style" dalle liriche cariche di criticita'; "Siete tutti scoppiati" connotato da un'inizio lento con voce che sembra uscire da un megafono, per poi esplodere in un minuto scarso di velocita' esorbitante; ed infine "Svegliati" e questa volta di mira e' preso chi subisce passivamente i sopprusi, di chi, in tutti i pezzi precedenti, viene accusato, geniali.
Complessivamente questi Peggio Emilia, nonostante qualche lacuna dettata dalla poca esperienza, risultano pronti per il salto di qualita', e questo La Peggio Gioventu', ricorda un po' il miglior album di un gruppo che con gli anni s'e' perso per strada, o forse son cresciuto io (nda. mi riferisco a Paranoia E Potere dei primi Punkreas).
Una piccola curiosita' i Peggio Emilia stanno attualmente preparando il secondo disco, previsto per la primavera del 2009, e se son fiori fioriranno.
Joel

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Peggio Emilia - Habemus Papam
Peggio Emilia - Lega Nord

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