Mentre i Nirvana imbrattano la musica di tinte grunge, una certa Kate Moss fa lo stesso in ambito moda: presa d'aria fra i denti, fisico da genocidio, sguardo a meta' tra una sindrome e la fattanza perpetua. Strappa un contratto e ribalta le regole della copertina alla barbie. Nonostante cio', negli anni, anche lei si conforma alle richieste dei grandi marchi. I canoni sono stati scossi ma non stravolti.
E' solo nei primi anni 2000, con il fenomeno americano delle Suicide Girls, che la missione anti fotomodella-perfetta si mette davvero in modalita' ON. Un portale nel quale si rivoluzionano sia i cliche' della ragazza con sorriso a paralisi, sia lo stereotipo della platinata e giunonica playmate, sia le regole del ritratto fotografico tradizionale. Parte la controtendenza anarchica. Nasce una vera vetrina per modelle e foto fuori dagli schemi: dark, punk, piercing, capelli sconvolti, un'imbarcata di tatuaggi e assoluta liberta' nell'esprimere la propria sessualita' davanti all'obbiettivo. Ok, forse la moda e' ancora in mano alla perfezione tradizionale, sta di fatto che - qua e la' - alcuni cartelloni pubblicitari, spot e video musicali, iniziano a mostrare volti Suicide.
Inutile negare il potere del web nella diffusione di questa controtendenza. Bene. Ora vi chiederete: ma tutta 'sta manfrina, in che misura diventa un fracassamento di balle per noi social-naviganti? Il disagio nasce quando - un bel giorno - si sono svegliate tutte alternative models. Invasione totale. Pagine ufficiali e gruppi di modelle alternative come piovesse. Tutto sulla scia (chimica?) delle Suicide. Pose da pin up, selfie e migliaia di foto che nemmeno tutta Magnum se mette insieme l'archivio dal 1947. Deleteria fu la combinazione a catena smartphone-Instagram, Instagram-Facebook, Facebook-fotografi. Grazie alla vetrina da social, e grazie al fatto che ormai ci siano piu' fotografi in rete che nullafacenti in vaticano, le prime vere alternative models sono imitate ed emulate da qualunque ragazzaccia abbia voglia di mostrarsi. I peggio tatuatori hanno liste d'attesa da sei mesi all'anno. Della serie "le agenzie non mi cacano? fa niente, mi riempio di tattoo e faccio la modella presso me stessa".
Cazzo e' 'sta cosa del presso me stessa? Ve lo dico io: la voce piu' tossica tra le info di Facebook, che fa pensare a tutti di poter far tutto. In questo caso, regalarsi ai peggio fotografi diventa una professione. Come se i tatuaggi e le labbra protese in avanti trasformassero automaticamente in modella. O - nel caso del fenomeno maschile - se barba e addominale rendessero per forza suggestivi alla vista. No, santiddio, non funziona cosi'. Ok la liberta'. Ok non farsi condizionare dagli standard della perfezione, ma un conto e' stare bene con se stessi, un conto e' convincerci che siete tutti modelli bombardandoci di merda. Nonostante cio', ho l'infausta consapevolezza che ottiene piu' like un pelo pubico mostrato, che un carro di cose da scoprire. E so anche che un like a un perizoma non lo nega nessuno. Ecco quindi che, quando oggi apri la Home, annaspi anche senza volerlo fra tette e culi, che molto spesso sono una via di mezzo tra mostra del budino cameo, oscar per la peggio fotografia o tatuaggio, e ricercati dell'Isis. Come se piercing e tatuaggi donassero invisibilita' all'obbrobrio fisico che a volte c'e' sotto, o l'HDR facesse ottenere l'occhio alla McCurry (rivedi link Magnum). Il fenomeno alternativo e' ormai fenomeno di massa. Il contro stereotipo e' diventato il nuovo stereotipo. E, in molti casi, senza alcun contegno e auto osservazione.
Detto questo, oggi vedremo quali sono - nell'oceano di "alternative models genere femminile" - quelle che piu' fanno peso su ovaie e maroni, e che dobbiamo sturare.
Riassumo la top three
1. L'alternative model accanita abbestia contro la modella tradizionale.
Questa categoria mi sa sempre di volpe-uva-acerba. Se vai davvero fiera del tuo metro e cinquanta, dei tuoi tatuaggi e delle tue tette cedenti e non rifatte, non scassarci le palle tutti i giorni con post e commenti su quanto non serva essere perfetta come tizia, pagata come caia, finta come sequoia (sempronia non mi garba). Insomma, rilassati e continua a sostenere il messaggio sociale anti-perfect, quello secondo cui pose porno-acrobatiche e tatuaggi, sono cio' che serve per un bel ritratto. Anche perche' se non ci credi tu per prima, capirai cosa posso dirti io per incoraggiarti. In sostanza - se proprio devi - fai cio' che ti piace senza pensare alle avversarie. O il messaggio free-punk... mi casca alquanto.
2. L'alternative model che sente la fottuta necessita' di scomodare citazioni di poeti e filosofi quando posta le proprie foto di ignudo.
Ecco, se non ti senti a posto con la tua coscienza a causa delle tue scelte, non e' colpa nostra. Tantomeno di Oscar Wilde, Baudelaire, Nietzsche, Platone, Saint-Exupery, De Carlo. Nella vita potevi fare della maieutica o della ragion pura, se avessi voluto filosofeggiare in pubblico. E invece hai scelto di fare la dirty model. Fallo pure in serenita'. Per carita', tutti contenti se hai pure passioni e cervello, ma evita - per i santissimi atomi di Democrito - di farci passare una foto con figa poggiata su un frullatore, come il modo per comunicare al mondo la tua fenomenologia dello spirito. No, e' una figa sul frullatore. Hai fatto un set sul piano cottura, a cavalcioni su un potente kenwood colorato, e quindi non mi aggiungere sonetti e aforismi, che mi fai salire l'intransigenza.
3. L'alternative model con isteriche manie di persecuzione.
Questa potrebbe essere la degenerazione della prima tipologia descritta. Premessa: quando si divulga cio' che si fa, si sta sulle balle di qualcuno. Regolare e innegabile. In alcuni casi, pero', certe social-modelle sviluppano paranoia con picchi di isteria. Alternano quindi i bilioni di set e di selfie, a post melodrammatici rivolti a una persona, a una nemica, o direttamente ad Al Quaeda, lamentando il classico concetto: "mi segnali perche' mi invidi" "mi spezzi ma non pieghi" "sei una catto-bigotta" et simili. Questo piagnisteo - probabilmente esasperato con arguzia - provoca la venuta dei difensori della gnocca-vittima. Tutto cio', se ripetuto ogni mattina, ci sta sulle gonadi esattamente come le giornate mondiali, i bugiardini che non si piegano mai piu' come li hai trovati, e il 10, 9, 8,... urlato a Capodanno.
Ne usciremo? Quando ci sono di mezzo pizzi e mazzi (ma anche sticazzi), il pessimismo cosmico mi assale. Le modelle presso me stessa conquisteranno il mondo, insieme agli hipster che fanno gli apericena con stuzzicherie.
Se potessi parlare con l'avido Mark suggerirei un solo tasto, di fianco al Mi piace:
il tasto WTF? (what the fuck?).
Detto questo, sappiate che da oggi non guarderete mai piu' un frullatore con gli stessi occhi. Chiedo venia.
Sturate, gente, sturate.
.LINKS.
Fonte: I Tre Tipi Di Alternative Model Che Hanno Rotto I Coglioni (di Non Si Sevizia Un Paperino)
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I Tre Tipi Di Alternative Model Che Hanno Rotto I Coglioni (di Non Si Sevizia Un Paperino)
I Tre Tipi Di Alternative Model Che Hanno Rotto I Coglioni (di Non Si Sevizia Un Paperino)
https://nonsiseviziaunpaperino.com/2015/02/06/i-tre-tipi-di-alternative-model-che-hanno-rotto-i-coglioni/
Non Si Sevizia Un Paperino
Mi risulta che il web abbia accolto molto bene questa cosa della borsetta da uomo. C'hanno visto tutti un bel messaggio sociale. Tutto molto dolce. Peccato che fuori dal web e giu' dalle passerelle, siamo il primo paese con nazismo omofobo level extreme. Tant'e'.
Restiamo in tema moda, modelli e costumi. Excursus necessario, breve e indolore. Tra fine anni '80 e primi anni '90 la modella ha la faccia della Shiffer. Della Crawford. Della Macpherson. Perfezione assoluta. Stessa posa. Piu' denti che anima. Poi una prima botta de vita.