Decollo
Il progetto decolla "ufficialmente" nel 1995, con l'acquisto di alcuni fabbricati rurali e di circa 24 ettari di terreno nelle campagne di Francavilla Fontana, nel Salento, a meta' strada tra Brindisi e Taranto.
La masseria -cosi' si chiamano da noi i cascinali di campagna- e i terreni vengono acquistati grazie alle (poche) possibilita' economiche delle comunarde e a diverse sottoscrizioni, crediti e donazioni di compagne e compagni italiani e tedeschi. La proprieta' di questi beni viene intestata all' Associazione Urupia, figura giuridica senza scopo di lucro, creata appositamente per poter sottrarre alla proprieta' privata la disponibilita' legale dei beni e dei mezzi di produzione della Comune.

Principi costitutivi
La Comune Urupia diventa cosi' realta': suoi principi costitutivi sono soprattutto l'assenza della proprieta' privata e il principio del consenso, ossia l'unanimita' delle decisioni. Questi "punti consensuali" vengono scelti nella convinzione che, in qualsiasi contesto sociale, una vera uguaglianza politica non sia realizzabile senza la base di una uguaglianza economica, e vengono assunti come corollario al desiderio di porre l'individuo, la sua autonomia e la sua felicita' a fondamento di qualsiasi sviluppo sociale.

A Urupia si lavora troppo
Urupia comincia a "vivere" nella primavera del '95 con la ristrutturazione dei fabbricati -quasi 2000 metri quadri di strutture murarie coperte- e con la messa a coltura dei terreni della Comune, entrambi da anni in condizioni di avanzato abbandono.
Da allora tutti gli impianti fondamentali sono stati realizzati: acqua, luce, gas, riscaldamento, un impianto pilota di fitodepurazione per le acque di scarico, due impianti solari per la produzione di acqua calda, una fitta rete di tubazioni per l'irrigazione delle colture nelle campagne. Diversi spazi abitativi sono stati ristrutturati, cosi' come molte delle infrastrutture della vita quotidiana: la cucina, i bagni, i magazzini, i forni, diversi laboratori, ricoveri per attrezzi, un campeggio attrezzato per gli ospiti estivi, un locale per lo stoccaggio e la vendita dell'olio, una nuova cantina, un capannone per le attivita' socioculturali ... I terreni sono stati quasi tutti messi a coltura: piu' di 10 ettari di oliveto, tre ettari e mezzo di vigne, diverse are di orto, i seminativi, i frutteti, etc. Migliaia di nuove piante sono state messe a dimora.
Qualcuno ha detto che ad Urupia si lavora "troppo": e in realta', se ci si guarda in giro, e si e' stati qui almeno una volta all'inizio, non ci si puo' sottrarre alla sensazione di un'enorme, fervida, interminabile mole di attivita' che ha trasformato completamente, in poco piu' di 10 anni, l'aspetto di questo posto. Ma il lavoro a Urupia non e' solo quello sui cantieri o nei campi: migliaia di ore di assemblee hanno impostato la nostra vita e le nostre scelte, regalandoci nello scambio maggiore consapevolezza e maggiore liberta' praticamente su tutto: sui nostri limiti e sui nostri sogni, sulla cura dei figli e sull'uso delle auto, sulla guerra nei mille angoli del mondo e sull'allevamento degli animali, sui nostri consumi e sulle risorse del pianeta, sulla repressione politica ed economica e sulle nostre relazioni sociali.

... dopo 10 anni
Difficile descrivere oggi, dopo oltre 10 anni di vita, che cos'e' la Comune Urupia; difficile dare un'idea, sia pure approssimativa, delle innumerevoli attivita' -politiche, sociali, lavorative, economiche- svolte dal 1995 ad oggi dalle centinaia di persone che hanno animato questo laboratorio sociale dell'utopia. Nelle intenzioni delle comunarde che diedero vita al progetto, la Comune avrebbe dovuto rappresentare la realizzazione pratica di un'utopia libertaria: la possibilita', cioe', di raggiungere un alto livello di autosufficienza economica, di liberta' politica e di solidarieta' sociale attraverso il lavoro e l'agire collettivo, eliminando ogni forma di gerarchia, sia quelle determinate dalla proprieta' che quelle legate al sesso, sia quelle fisiche che quelle intellettuali. Urupia doveva essere un laboratorio quotidiano dell'autogestione che riuscisse a permettere al tempo stesso il massimo sviluppo delle possibilita' individuali e la massima negazione delle leggi del mercato, il rispetto delle diversita' umane e l'opposizione alle leggi del privilegio e del profitto; la dimostrazione concreta, insomma, della possibilita' di un vivere individuale e collettivo che negasse, di per se', il piu' possibile, le ingiustizie del sistema dominante.

Un percorso a ostacoli
Quanto di tutto cio' siamo riusciti a realizzare, anche questo e' difficile dire, e comunque, forse, non spetta neanche a noi, questo compito. Lontana da noi la presunzione di aver anche solo sfiorato il raggiungimento di simili ideali, viviamo invece quotidianamente la consapevolezza della difficolta' di un percorso di vera autogestione: i continui conflitti tra privato e collettivo, il costante riemergere di comodi meccanismi di delega e di ambigue gerarchie informali, la difficolta' del raggiungimento di una vera uguaglianza tra i sessi e di un rapporto di serena, efficace collaborazione tra uomini e donne, la risucchiante prepotenza delle peggiori leggi dell'economia, sono tutte contraddizioni che stanno li' ad indicarci quanta strada abbiamo ancora da fare, e quanto difficile sia questo percorso. Contraddizioni alle quali, tuttavia, non abbiamo alcuna intenzione di sottrarci, semplicemente rivendicando un ingenuo, quanto ipocrita, immobile "purismo". Cio' che e' certo e' che in questi anni non c'e' stata critica -o suggerimento, o consiglio, o obiezione- che, per quanto brutalmente o confusamente espressa, non sia stata da noi seriamente presa in considerazione e discussa. Siamo sempre stati convinti del carattere sperimentale del nostro progetto e abbiamo sempre creduto di dover cercare soprattutto nelle nostre menti e nei nostri cuori le strade di una sincera e reale trasformazione sociale.

Il teatro "Urupia"
Cosi' alla fine Urupia potrebbe anche essere vista come un crocevia di esperienze e di idee, come un teatro di sofferenze e di emozioni, di speranze e di amori, di rabbie e di incertezze; una piccola -ma quotidiana, continua- rappresentazione di una personale e collettiva ricerca di quel mondo migliore, piu' libero e giusto, nel quale sarebbe anche ora che cominciassimo a vivere, noi che ci avveleniamo il sangue per questo schifo di mondo che invece dobbiamo sopportare.

I prodotti di Urupia
La Comune produce olio extravergine di oliva, vino rosso e bianco, ortaggi freschi e conservati (sott'olio, sott'aceto, in salamoia), frutta e marmellate, pane e prodotti da forno (frise, biscotti, pucce), miele e prodotti delle api (propoli ecc.), erbe medicinali essiccate e fresche, aceti, pesto, ecc. Organizza inoltre periodicamente iniziative politico culturali su varie tematiche: ecologia, femminile, antimilitarismo, pedagogia, campeggi estivi per bambini, momenti conviviali ecc.

.RASSEGNA STAMPA.
Liberta' E Terra Delle Comunarde Di Urupia (A Rivista Anarchica)
Urupia E Libera (A Rivista Anarchica)
Il Piacere Dell'Utopia (Libertaria)

.LINKS.
Fonte: Le Comunarde Di Urupia (CicloAmici)
Home Page CicloAmici: https://www.cicloamici.it/index.htm
Home Page Urupia: https://urupia.wordpress.com/