Vendevano bene, soprattutto all'estero, per cui passavano la maggior parte del tempo su un tour bus. Lui, la band e mia madre, insieme ad altre zoccole di turno. Quel tipo di vita pero' non e' salutare e non puo' durare a lungo. A un certo punto o ti metti a posto o ci rimani secco. C'e' qualche eccezione, si sa, ma Lemmy o Keith Richards hanno sicuramente un reddito diverso da quello di una band del genere. Loro possono pagarsi cliniche costose e medici di fama internazionale.
Capita quindi che alcuni finiscano in clinica per disintossicarsi e debbano mollare. Altri ci rimangono per overdose o si fanno scoppiare il fegato. Ad altri ancora spetta provare malattie veneree o malanni dovuti all'alimentazione di strada. Ci sono poi quelli che si fanno fregare dalle donne e si mettono a posto. Mio padre sembrava appartenere all'ultima categoria.
Passava il tempo, la band macinava chilometri. Mia madre sempre dietro. I due erano diventati una coppia tipo Sid & Nancy, ma non cosi' tossici, di conseguenza meno paranoici. Mio padre era sicuro che quella ragazzina lo avrebbe riportato sulla giusta strada, dopo anni di stravizi. Le aveva raccontato che si era innamorato veramente una sola volta in vita sua e di una punk.
Secondo me la riempiva di palle e le metteva in testa un sacco di promesse che non poteva mantenere. La storia della punk, anche se fosse stata vera, non aveva senso. Come puo' un trentenne menarla ancora con vecchie storie di quasi quindici anni prima. Quando si e' ragazzini se ne fanno di stronzate e io lo so bene.

2.
Le sue palle arrivarono al capolinea quando scopri' di aver riempito mia madre. A furia di scopare da ubriachi e a volte pure da stonati, c'era da aspettarselo. Il coglione non poteva sapere che mia madre, oltre che essere minorenne, era figlia di un campagnolo grande e grosso, incazzato come una nutria perche' la sua bimba se n'era andata di casa.
Mio padre disse che non ci sarebbero stati problemi, che avrebbe provveduto a noi e che, gia' che c'era, si sarebbe preso una pausa di riflessione dal suo lavoro di artista. Le promise perfino di sposarla, figuriamoci, dopo che aveva gia' rovinato la sua band.
Il coglione infatti aveva trasformato un gruppo punk rock di provincia in una sottospecie di roba commerciale, dopo aver creduto alle promesse di un agente e di una major. Avevano provato a scalare le classifiche del pop italiano, fallendo. Dopodiche' il cantante se ne ando' e loro si reinventarono ancora con il glam.
Quando venne alla luce il sottoscritto mio padre non c'era.
Saro' pure un figlio di puttana, ma per fortuna mia madre sapeva gia' tutto dal primo giorno. Non poteva aspettarsi che un rocker di provincia, cresciuto in un quartiere popolare, potesse accettare di vivere una vita regolare, lavorando in fabbrica per mille euro al mese o, peggio ancora, nell'azienda agricola di proprieta' del suocero.
Cosi' si mise il cuore in pace. Accetto' il fatto di dover fare la mamma e lo fece pure bene. I miei nonni venivano comunque da famiglie contadine di una volta, per cui ci sapevano fare con i bambini. Per questo dico che non mi manco' niente.
Mia madre pero' non se la passava bene. I suoi vecchi l'avevano pure perdonata per le cazzate combinate, ma ce l'avevano a morte con mio padre. Come dar loro torto. Il coglione non cambio' mai vita, non si prese mai una pausa di riflessione e soprattutto non sposo' mai mia madre. Continuo' ad andare in tour e a scoparsi chiunque.
Ogni tanto se ne tornava a casa e ci portava dei regali, tipo magliette di band famose, dischi, liquori e strumenti musicali. Mi dono' una splendida chitarra Gretsch, ma cercai di non toccarla mai. Non volevo diventare come lui.
Apprezzavo sicuramente di piu' il nonno, grande e grosso e sempre abbronzato dal sole della campagna. Lui se ne andava in giro per il paese a mano nella mano della nonna dopo quarant'anni di matrimonio.
Non dico che provassi odio per mio padre, ma indifferenza, quello si', e non c'e' nulla da vantarsi. Il tuo vecchio e' un rocker, eppure non lo vedi come un idolo.
Mia madre comincio' a sembrare cosi' rassegnata che neanche si aspettava di vederlo tornare dai tour. Quando il coglione passava da casa, con la borsa carica di cazzate e un paio di nuovi tatuaggi da mostrare, non sembrava che lei morisse dalla voglia di vederlo. Io ormai ero la sua vita, il resto il suo passato.
Alcuni membri del gruppo avevano scelto di fare la fine dei rocker scafati in comunita' di recupero o centri per alcolisti di terz'ordine. Altri si erano stufati della vita in tour e avevano messo su famiglia. Mio padre se ne stava li', nel mezzo - si drogava quel tanto per campare contento - e non ci pensava nemmeno a fermarsi. Le sue visite si facevano sempre piu' sporadiche e i regali diminuivano.
Naturalmente i nonni provvedevano a me e mia madre. Lei si iscrisse a una scuola serale. Appena fui abbastanza grande da cavarmela da solo, si trovo' un lavoretto part-time da impiegata. Di certo non poteva fare la mezzadra, piccoletta e gracile com'era.
Insomma, piano piano tutto sembrava fosse tornato al suo posto e del rocker coglione ce ne sbattevamo abbastanza. Potevamo vivere bene anche senza di lui. Tutto questo fino a quando l'artista non ne combino' un'altra delle sue.

3.
Mia madre si piglio' una qualche malattia venerea e di sicuro non fu per colpa della sua vita di single campagnola. In ufficio erano tutte donne e il suo capo doveva avere cent'anni. Non c'erano dubbi, se l'era beccata da mio padre, anche se non mi capacito del fatto che lei continuasse ad andarci a letto. Passo' un periodo d'inferno, sia per la sua salute che per gli sfotto' dei paesani. L'artista naturalmente non si fece piu' vedere.
Nel frattempo mi ero fatto grande e grosso e anche parecchio incazzato. Giravo con dei teppisti di campagna che non vedevano l'ora di far rissa. Cominciava a non andarmi giu' il fatto che lo stronzo la passasse liscia e che non sganciasse grana.
Vendetti la Gretsch e usai i soldi per una vacanza in interrail. Gia' che c'ero avrei dato un'occhiata alla band di mio padre.
Il coglione era rimasto l'unico membro originario, gli altri erano ragazzini quanto me. Li vidi a Lugano, in un capannone enorme, dove qualcuno li prese a bottigliate.
Li incrociai poi a Berlino al Wild at hearts. Me ne stavo in disparte e guardavo il mio vecchio divertirsi, come se niente fosse. Lo fissavo e provavo rancore e avversione. Non riuscivo a togliermi dalla testa il fatto che avesse fatto ammalare mamma e l'avesse abbandonata. Non mi fregava un cazzo che avesse lasciato me da solo. Volevo giustizia per lei.
Una sera decidemmo insieme agli altri di tendere un'imboscata alla band e di scassarli di botte. Ci incappucciammo e li aspettammo nel parcheggio, dietro al tour bus. Gliele suonammo di santa ragione e il giorno dopo eravamo gia' sul treno verso un'altra citta'. Chissa' a cosa pensava mio padre in quel momento, mentre gliele davo. Lo insultai in tedesco, tanto per star tranquillo.
Quando tornammo a casa mia madre si era aggravata.
Se ne ando' dopo poco, provata dalla sua breve vita di stenti. A quel punto mi sentii solo. Non avevo ancora avuto una donna in vita mia, mi faceva senso la vita di coppia dopo quello che avevo passato in famiglia, ma c'e' chi a volte decide per te. A questo mondo c'e' sempre qualcuno che se ne approfitta o che non sa prendersi le sue responsabilita'. Io sono corso a costituirmi dopo quel che ho fatto e voglio pagare.
Non e' un cazzo bello vedere il sole a strisce, ma in questo stato si fa presto a tornare libero. Basta un bravo avvocato, una buona condotta e tutto diventa semplice. Non mi sento meglio per quel che ho fatto. La galera mi aiutera' a cambiare.
Quando saro' fuori verro' inserito in una di quelle comunita' di recupero, come hanno fatto per la ragazza di Novi Ligure che uccise madre e fratello. Lei pero' pare che fosse sotto l'effetto di stupefacenti, io no.
Voglio dimenticarmi tutta questa storia. Un giorno mi faro' una famiglia e vivro' nella cascina dei miei nonni. Imparero' a lavorare la terra come si deve.
Punx666

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.NOTA.
Paolo Merenda - a.k.a. Punx666 - classe 1980, suona hardcore punk dal 1997.
Ha militato nelle band: Kompagni Di Merenda, Madido Respiro e Deep Throat.
Attualmente canta nei Destroy After Use.
Ha pubblicato la trilogia di libri "punk":
  • Frutta fresca per verdure marce (romanzo)
  • Qualcosa cambia (racconti)
  • Il musicista underground (saggio)
Tutti editi da Il foglio letterario.
Recensisce dischi e scrive racconti su punk4free.

Antonio Proietto - a.k.a. Delicatessen - classe 1974, scarabocchia da sempre ma comincia a farlo con continuita' dal 2011 creando la pagina Delicatessen su facebook e il blog delicatessen666.blogspot.it.
Collabora con siti di satira e giornalismo e con riviste cartacee e virtuali quali Il Mucchio e MIXTAPE.
Partecipa alla realizzazione di un numero della rivista di fumetti Snuff Comix.

Insieme stanno lavorando ad un fumetto erotico / grottesco, che presenteranno a partire da fine Gennaio su punk4free.

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