Non ho mai visto i miei cosi' incazzati in vita mia. Credo sia in assoluto la cosa di cui mi vergogno di piu'. Da quell'episodio in poi, ogni volta che mio zio mi vedeva mi diceva "ti ricordi di quella volta a Campione, che corse mi hai fatto fa'." Spesso ho pensato che avrei preferito non me lo ricordasse, tanto mi faceva male, ma non sarebbe stato giusto: le colpe e' meglio prendersele fino in fondo, invece di chiuderle in un armadio.

Poi si e' rincoglionito e ha iniziato a darmi del lei. Spesso mi chiedeva come mi chiamassi. Non e' una cosa bella da dire, ma piu' volte ho pensato che fosse meglio cosi'. Poco tempo fa e' morto di leucemia. Cosi' va la vita.

Era il marito della sorella di mia nonna, l'ultima di sette figli, pecora nera costante, la figlia che "e' uscita male". Ribelle, faceva scherzi a tutti, marinava la scuola, diceva parolacce e a sedici anni andava a fare l'amore nei campi di nascosto, fregandosene delle malelingue che giravano in una Roma che allora era perfino piu' piccola di adesso. Penso a cosa potesse voler dire andare a scopare per campi nel 1935 e sorrido pensando a chi oggi si sente alternativo e libero perche' prende l'MDMA.

E' sempre stata il mio mito. Da piccolo, quando sei gerontofobico, e' difficile desiderare di piu' che una prozia cosi'. Ora quasi non si muove, e' in dialisi per insufficienza renale. Mia madre la va a trovare in Svizzera un paio di volte l'anno. Ci passo' pure un capodanno cinque anni fa. Pochi giorni dopo ero a cena con lei e mio fratello, e le chiedemmo com'era andata. Ci rispose che era stata bene a cena, ma alle undici e un quarto non ce l'aveva fatta "e me ne so' andata a dormi'."
In quel momento provai tristezza per lei. Ora che il teatrino mediatico dei social network mi ha fatto capire quanto sia triste e squallida la convenzione del divertimento, provo tristezza per me.

Quando mia madre e' su in Svizzera, mi chiama quasi ogni giorno e mi passa mia zia, che mi dice poche parole perche' di piu' non ce la fa. Ogni volta mi fa una raccomandazione.
Sto guidando? Mi raccomando, guida piano.
Sto a casa senza far nulla? Mi raccomando, mangia.
Mentre mi saluta, scivola puntuale sulle ultime due o tre parole e si mette a piangere prima di ripassare il telefono a mamma. Sempre. Lo sento dalla voce. Io le dico che le voglio bene e dopo aver attaccato mi ripeto che dovrei andare a trovarla.

Un giorno sara' troppo tardi per farlo e dovro' fare spazio a un altro rimorso. Mia madre mi dira' che c'ero con il cuore e che e' questo che conta. Mi dira' che zia Maria lo sapeva, che le volevo bene. Mi dira' di dire una preghiera per lei. Mi dira' che ora mi guarda da lassu' e che non c'e' problema.
E non ci sara' nessun problema.

.LINKS.
Fonte: E Non Ci Sara' Nessun Problema. (di Ciclofrenia)
Home Page Ciclofrenia: https://www.ciclofrenia.it/
Facebook Ciclofrenia: https://www.facebook.com/pages/Ciclofrenia-il-blog-di-Claudio-Delicato/144428308922513
Twitter Ciclofrenia: https://twitter.com/Ciclofrenia/