Tutto cio' che conta e' il presente, la vita che scorre adesso davanti ai vostri occhi. Ne siete partecipi e ne siete al tempo stesso spettatori. Quella che vi travolge e' una sensazione inebriante, folle, allegra, carica di spensieratezza. I problemi della vita non possono nulla contro di voi, mentre le vostre possibilita' sono infinite. Sorridete, e sapete che tutto puo' accadere. Sfogliare le pagine di Tank Girl, piu' o meno, e' la stessa cosa.


DI COSA STIAMO PARLANDO?

L'opera, nata dalla penna di Alan Martin e dalle matite di Jamie Hewlett, viene concepito negli anni novanta come una specie di manifesto culturale punk, che ricalca parecchio le atmosfere del genere underground. E' un fumetto che nasce con lo scopo di essere esagerato, di superare ogni limite imposto dal buonsenso, dalle regole della narrativa classica e dalla morale piu' ferrea e vetusta.

Tank Girl vuole divertire e raccontarsi senza puntare ad un particolare obiettivo. Esiste, e nella sua essenza riesce perfettamente ad esprimere se stesso. I generi e i sottogeneri sotto cui si puo' etichettare sono mere gabbie a scopo informativo che non riuscirebbero a rendere bene l'idea di cosa e' effettivamente questo fumetto; tuttavia, una metafora valida che al momento mi viene in mente per aiutarmi a rendervi quest'idea e' strettamente legata al disegnatore originale di questa saga, il sopracitato Hewlett. Forse alcuni di voi gia' conosceranno questo nome, altri invece molto probabilmente potrebbero aver visto i disegni di quest'artista ignorandone l'autore.


"I'M HAPPY, I'M FEELING GLAD I'VE GOT SUNSHINE"

Ebbene, il disegnatore londinese e' il character designer dei Gorillaz. I singolari personaggi di questa band virtuale richiamano l'aspetto dei personaggi di Tank Girl, e il loro aspetto semplice, grezzo, quasi scimmiesco, e' stato cio' che inizialmente mi aveva attirato alla lettura del fumetto. Ma il punto non e' questo. Come dicevo prima, Tank Girl e' difficile da categorizzare, e i personaggi della band di Demon Albarn ne sono un esempio parallelo ben piu' noto a cui fare riferimento. Insomma, i Gorillaz sono difficilmente paragonabili a qualcos'altro. I Gorillaz sono i Gorillaz, la loro musica sfocia in piu' generi, ma la loro identita' e' unica.

Tank Girl e' cosi'. Unica. E' una ragazza con la testa rasata a zero, con pochi ciuffi di volta in volta acconciati in maniera assurda e di un colore diverso, che vive in un mondo matto che pare quasi post-apocalittico. Avete presente Mad Max? Ecco. Solo che le vicende sono ambientate nell'Outback australiano, almeno nelle prime storie. E un altro piccolo dettaglio e' che la nostra ragazza, anziche' andarsene in giro con un bolide qualsiasi, va in giro con un carro armato, da cui il soprannome.


DIO LI FA E POI LI ACCOPPIA

Tank Girl e' una tipa inarrestabile, pericolosa, imprevedibile. Sin dai primi numeri abbatte la quarta parete e dialoga col narratore stesso, sconvolgendo le regole classiche della narrazione. I suoi obiettivi, la sua identita', la sua ragione d'essere ci sono ignote: puo' essere il mero divertimento come puo' trattarsi della salvezza del mondo. Gli eventi in cui si ritrova coinvolta sono sempre assurdi, sorprendenti, grotteschi e divertenti, e i suoi compagni non sono da meno.

Dopo pochi numeri, infatti, vediamo venire introdotta la figura del fidanzato Booga Bukowski. Il canguro antropomorfo mutante e' un individuo apparentemente con la testa fra le nuvole, tranquillo, di buon cuore, ma scaltro quando vuole ed incline anche a seguire la goliardia della sua compagna senza pensarci due volte. Insomma, due anime gemelle che non potevano fare a meno di ritrovarsi assieme nel letto. E' una controparte che man mano riesce a scavarsi uno spazio fondamentale nel cast, a cui si aggiungono altri personaggi quali Sub Girl, Jet Girl, Barney la psicotica, Alan Martin e Jamie Hewlett che fanno dei cameo, e Jackie detta Boat Girl. Sono l'A-Team della nostra protagonista, e la accompagnano spesso e volentieri nelle sue disavventure.


UN BREVE RIASSUNTO DELLA STORIA EDITORIALE

Le storie della serie spesso sono autoconclusive. I primi quattordici albi della testata originale, la dose piu' pura ed originale di Tank Girl, sono contenuti in tre volumi da collezione pubblicati da Panini Comics Italia in agili volumi brossurati. Ad essi sono seguiti un film dimenticabile che ha si' contribuito, a suo modo, a dare maggiore fama al personaggio ma in maniera poco piacevole, e un fumetto tratto dal film che e' ancor piu' brutto, tant'e' che a scriverlo non e' la coppia Martin-Hewlett, e la differenza si vede: i toni sono quelli banali delle classiche storie d'azione, e non hanno nemmeno il sapore delle storie di Tank Girl.

Un contratto con la Vertigo Comics costringe il duo a consentire di pubblicare comunque altre storie che si rivelano decisamente migliori, ma non superlative: si tratta dei cicli brevi Odyssey, illustrate da Hewlett ma scritte da Peter Milligan, e Apocalypse. Sono due storie che hanno un forte retrogusto della run originale, innegabilmente, e sono buone letture, ma ancora non ci siamo. Il ritorno, l'illuminazione nonche' la Verita' sopraggiungono quando a ritornare a scrivere, stavolta per la Image Comics e la Titan Books, e' Alan Martin. E' lui infatti colui che piu' di ogni altro individuo e' capace di raccontare le storie del nostro personaggio.

I cicli di storie che verranno pubblicati da qui in poi infatti sono eccellenti e notevoli. Gli artisti che si affiancano a Martin sanno il fatto loro e riescono a ricreare a modo proprio le atmosfere che mi hanno fatto adorare i primi numeri. Alcuni cicli tuttavia possono risultare un po' troppo sperimentali esteticamente per alcuni, come nel caso di Solid State Tank Girl o Carioca. Le altre storie invece in genere hanno toni piu' classici, disegnati sullo stile di Hewlett, come nel caso di quelle realizzate da Rufus Dayglo o Ashley Wood. Se volete approcciarvi a questo fumetto, vi consiglio di partire dal principio con Tank Girl Vol. 1, ma se preferite qualcosa di piu' "moderno", vi consiglio alternativamente Visions of Booga. Non vi pentirete in entrambi i casi.
Pace a tutti.
Ridam Rahman

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Fonte: Tank Girl, Una Tipa Fuori Di Testa (di C4 Comic)
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