Ci sono stati vari cambiamenti di line-up ma i Mud non si sono lasciati mai scoraggiare e hanno trovato i giusti sostituti, persone con lo spirito adatto.
Premetto (mea culpa mea grandissima culpa):
1) il genere dei suddetti fanciulli non e' dei miei preferiti;
2) sono ignorante sull'argomento;
3) inspiegabilmente li adoro e non potevo fare a meno di recensire il loro ultimo gioiellino.
Violenza che si scontra contro altra violenza.
Ebbene si', le dieci tracce che compongono il full-lenght non fanno altro che urlare questo. La chitarra non ha pieta', e' cattiva e aspra, i riff si rincorrono decisi e violenti, dando la carica alla batteria che, dopo una sana e giusta rullata, inizia a darci dentro.
Le ritmiche, martellanti e potenti, si incastrano con la possente presenza vocale.
Sassi che si scagliano contro i timpani di chi ascolta, un disco che ti prende a sprangate in faccia.
Violence Against Violence e' la prova di come una band possa definire la propria identita' nel corso del tempo, migliorandosi anno per anno.
Rispetto a Slow Degradation (ep 2009 ) i cambiamenti sono molteplici: maggiore sicurezza, personalita', consapevolezza e meno metallo.
Infatti, nonostante le influenze thrash metal, l'ultimo dei Mud si presenta maggiormente dedito alla cerchia del tupa tupa, seppur nei limiti!
Ora, pero'...e' tempo. I dettagli ci attendono!
Allora, se necessitate di una esorbitante dose di violenza concentratevi sulla numero tre, "Relentless", che sicuramente non vi deludera'. Spicca anche "Full Of Hate", che presenta un feat con AndreA, voce dei Vibratacore (altro gruppo proveniente dall'Abruzzo; per intenderci...sono quelli che in distro vendono il vino con tanto di etichetta con il nome del gruppo...chi era al Lecce Hc lo ricordera' sicuramente).
Tra tutte pero', la canzone che ha rapito il mio volubile cuoricino e' "Hostile!"; non chiedetemi perche', non saprei diverlo, si e' trattato di un colpo di fulmine, dettato probabilmente dalla carica che le note di questo pezzo sono capaci di darmi.
Degna di nota e' anche l'intro di "Not 4 Sale" che si discosta dal massiccio che regna in tutto l'album, linee imponenti e tiepide allo stesso tempo, durante le quali la chitarra trova momenti per diventare un poco piu' domabile.
A chiudere il disco c'e' una cover dei Terror, di cui personalmente non mi importa assolutamente nulla. Cio' a cui dovrete prestare attenzione e' la ghost track. Una pietra miliare della nostra regione, a cui i nostri Genziana boys hanno voluto rendere omaggio. Sto parlando di ‘Nduccio, comico e cantautore abruzzese che deliziera' i vostri raffinati palati con del vero rock.
In sintesi, dato che le parole a mia disposizione sono terminate, vi dico solamente due ultime cosette:
1) probabilmente ignorate cosa sia la genziana e google esiste per risolvere le lacune di tutti noi!
2) perlamadonnazoccola ascoltatevi Violance Against Violence.
Ossequi.
Nana
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