Per ora parlo dell'Italia perche' ho poche esperienza di quello che accade altrove, anche se vi posso dire tranquillamente che l'ultimo disco dei Deep Throat ha venduto le seguenti cifre:

- 300 copie in America
- 200 copie in Indonesia
- 100 copie in Germania
- 050 copie in Grecia
- 005 copie in Italia
- meno di zero nella mia citta'

Fate voi le dovute considerazioni...

Continuamente mi informo tramite la nostra etichetta o gli amici (Mauro "Raw Power" e Giulio "Cripple Bastard" che ho da poco intervistato, prossimamente su questi schermi) e mi accorgo che e' un po' una tendenza comune quella delle band italiane di cercare un seguito all'estero. Poi torno indietro con la memoria, diciamo nel periodo 2002 - 2005 e divento nostalgico, anche se per certi versi ho fatto un sacco di errori. Quando ho iniziato le piccole indipendenti come la Tube raggiungevano risultati enormi mentre altre micro etichette spuntavano come funghi. Anche gruppi mediocri, giovani e sprovveduti come i miei "Kompagni di Merenda" erano riusciti a firmare un contratto discografico. Gia' i contratti...a titolo informativo (lo spiego per i giovincelli) funzionava piu' o meno cosi'. Tu pagavi la registrazione (magari fatta in 2 giorni in presa diretta perche' nessuno voleva i suoni dei Parkaway Drive) e l'etichetta non solo ti pagava la stampa e si faceva carico dei costi di distribuzione e promozione, ma ti regalava anche dalle 200 alle 300 copie, a seconda della situazione. Solitamente loro vendevano almeno 500 copie della tiratura (minimo 1000) mentre le altre andavano in regalo fra copie gratis per gruppo e giornali, siti etc...

Poi cos'e' successo? Ho cominciato a sentire gente che PAGA per fare uscire i dischi. PAGA per fare un tour. PAGA per avere uno sponsor! Cioe' il gruppo si fa carico di TUTTE le spese ed in piu' l'etichetta estorce una percentuale ai ragazzi come rimborso delle poche mail che mandano perdendo qualche minuto, con la scusa di avere un marchio di richiamo che possa aprire porte al gruppo emergente. E ne ho sentiti tanti cascarci...dicevo loro: "ma perche' a questo punto non vi fate il disco da soli come abbiam fatto tutti per anni?!" "Eh ma sai se lo facciam uscire con il loro marchio ci fanno suonare, ci mettono di qua e di la'". Dopo pochi mesi gli stessi membri truffati e sconsolati mi davano ragione.

In linea di massima la situazione e' questa per un gruppo punk o cmq alternativo, ORA: se vuoi andare in tour i rimborsi te li puoi sognare, suoni a gratis nella tua citta' o nelle vicinanze, perche' sai non e' bello chiedere soldi a chi ti conosce e per suonare dietro casa, mentre fuori non li becchi perche' ovviamente la gente non ti conosce. Cosi' se non si sta attenti si rischia di spendere tutto lo stipendio per promuovere la band. Perche' tanti organizzatori forse non considereno il fatto di quanto costi la strumentazione, il mezzo di locomozione e di quanto siano costose le autostrade italiane o il gasolio che aumenta quando sale il prezzo del greggio, mentre resta uguale quando il petrolio cala. Cosi' oltre che pagarti TUTTO per autoprodurti un album ti resta da gestire il resto: con le poche finanze che si fanno su, a collette fra i membri del gruppo, si stampano t-shirt, spillette, si fa lo striscione oppure gli adesivi da regalare o attaccare ai caselli.
br /> Se almeno i dischi si vendessero (ai concerti, non pretendo nei negozi, siammai!) ci sarabbe un DARE in questa doppia partita sgangherata sempre in rosso. A proposito di concerti vedo poi sempre le stesse facce, non c'e' turnover di gente. Ho visto gruppi storici suonare davanti a 30, 40 persone (vedi Agnostic Front a Biella). Qualcuno mi spiega perche'? Son tutti a casa a finire l'ultimo gioco della Playstation?

Le webzine sono poche (la maggior parte metal) e i giornali che parlino di musica alternativa che non sia stoner o death metal non esistono piu'. Le etichette ovvio sono scomparse perche' erano in perdita tanto quanto i gruppi. Ora vi chiedo un parere sul futuro di tutto quello che e' controcultura. Che succedera' secondo voi? Suono per me e mi diverto nel farlo. Mi danno soddisfazione anche quei pochi che vengono ai concerti. Quei pochi altri che mi comprano l'album e magari mi dicono che fa cagare: perlomeno l'hanno ascoltato.

Quel che mi fa paura e' il fatto che siamo sempre in meno a fare parte di una categoria in estinzione, quella che ama ancora fare l'album in vinile, anche solo in una copia per ascoltarselo in camera, ama leggere i testi degli album, notare le differenze di colore delle ristampe rispetto agli originali, ma soprattutto ama ascoltare ogni giorno per ore ed ore musica che non sia la merda che ci propinano radio e tv. Di solito chi ama queste cose compra anche libri, almeno 3 o 4 al mese, film e pure va a teatro o ad una mostra, perche' no? In pratica mi chiedo dove sia la cultura in Italia. La Wii non sa manco cosa sia uno sfigato (o romantico, fate voi) come me che in camera non vuole ne' pc ne' televisione e che detesta la qualita' degli mp3, eppure sono ben contento di dare 2 soldi al mio libraio di fiducia per comprare l'ultimo libro di Sepulveda invece che a quella faccia di culo che fa la pubblicita' di Sky.

Ho dovuto aggiungere piu' di una volta un piano al mobile componibile porta dischi e i libri non mi stanno piu' sui ripiani. I Dvd (originali!) sono parecchi, il doppio di quelli scaricati. E sono contento di aver speso tutti quei soldi per farmi una cultura e crearmi una personalita'.

Sono vecchio, ho capito. Ma chissenefrega, sono felice cosi'. Non avevo niente di meglio da fare e ho scritto ste due cosette...
Punx666

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Fonte: La Musica Underground In Italia Nel 2010 (di Paolo Merenda su StayPunk)
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