Questa volta non ho le idee granche' chiare su questo "Testimony" degli olandesi Antillectual, nuovi pupilli dell'italiana No Reason Records, che sta foraggiando a tutto andare il genere.
Voglio dire, il gruppo in se' mi sta decisamente simpatico, per l'attitudine DIY, per il rilascio dell'album sotto licenza Creative Commons nonche' per il grande impegno, politico e sociale, che traspare dai testi e dai commenti agli stessi, presenti all'interno del booklet.
Detto questo, pero', il cd e' sicuramente carino ma non bello o bellissimo come avrei sperato e come certi testi avrebbero meritato.
E' ben suonato e gustosamente eterogeneo nel suo essere a volte tirato ed a volte ultra-melodico, pero' forse proprio per questo stile un po' sbiadito, i pezzi non hanno l'incisivita' necessaria per fare il salto di qualita'. "Testimony" si ascolta con piacere e non e' uno di quei cd che stancano subito, pero' non sono molti i riff o i ritornelli che rimangono facilmente in testa. Probabilmente anche questo e' dovuto allo stile un po' fuori dagli schemi che hanno gli Antillectual.
Andando un po' piu' al sodo, "Sponsorship For Life" e' certamente uno dei pezzi migliori del disco: il testo parla dell'invasione dei brand e dei loghi delle grandi marche sui nostri vestiti (e su molti altri prodotti), il che ci trasforma un po' tutti in grandi cartelloni pubblicitari ambulanti che, a rigor di logica, dovrebbero percepire un compenso per il servizio reso, piuttosto che essere costretti a pagare prezzi immotivatamente alti per comprare il vestito trendy del momento. Musicalmente il brano e' divertente e solare, uno dei piu' hardcore melodico nel senso classico del termine, abbastanza lineare e simile a se stesso in tutta la sua durata, rispetto ad altri brani del cd. "Hell no we won't sell you our lives // there will be no space left for us // the hole in our pocket // is the hole in your pocket".
La title track "Testimony" e' anche il brano d'apertura ed inaugura l'album con un intro di batteria e voce abbastanza lungo, che fa da tappo ad un attacco esplosivo e tiratissimo, che dura pero' poco e niente, per poi ri-frenare nuovamente fino a ritmi veramente soft. Un ottimo esempio di quanto dicevo all'inizio, sullo stile "ad altalena" di questi giovani olandesi. Il testo e' pregevole e molto europeo nel suo scagliarsi contro "loro", lo spauracchio degli americani e di tutto cio' che hanno partorito ed esportato, dal loro "way of life", l'unico che ritengono giusto ed accettabile, alle loro menzogne per giustificare questa o quella nuova trovata, fino alla loro cultura, che ormai fa parte di tutti noi ed e' difficile da ricacciare indietro, volenti o nolenti. "This is what you get // when priorities are misplaced // when yours is the only way // when you polarize our world // [...] // Because nobody can rebel on his own // so much hope can spring from just one letter // but we are forced to choose sides // doubt is just a loss (of money and time)".
A livello di testi, un altro brano che ho apprezzato e' "Waste = Food", che tratta la questione ecologista, sia dal punto di vista del pianeta che dal punto di vista del cibo; certo, non e' che approfondisca piu' di tanto, pero' punzecchia un po' il nostro menefreghismo, rifacendosi alla "Unconvenient Truth" di Al Gore. "You want the truth? // you can't handle the truth // do we want the truth? // we cannot handle this recent revenge of the truth". A livello strumentale, invece, e' un altro brano dalla doppia personalita', che parte bello tamarrone e pesante, per poi spegnersi sul finale in un qualcosa di piu' acustico.
Strafottente anche "I Hate Myself When I Shave Myself", che sdogana per l'ennesima volta la straparlata e strampalata "scena punk": "Scene is a four letter word". Niente di piu'. Al suo interno c'e' un po' di originalita' e molto conformismo, come in ogni sottocultura, come in tutte le persone. Il brano in se' e' uno dei piu' "pop" del disco, sempre col pedale pigiato solo a meta' ed un riff "a campanella" che spunta spesso e volentieri. "This is a scene just like any other // dress-to-oppress-fashism, your words, your action opposities // beauty fool, do believe the hype // copy/paste mentality, style or a lack of originality?".
Le liriche piu' belle di tutte, pero', forse sono quelle di "Benefit Of The Doubt", perche' semplici quanto universali. "Mirror moments // benefit of the doubt // being open-minded // self-reflection // distrust anyone telling you ta truth // the right questions outweigh answers // generation x has become generation why". Dubita, non credere mai, ragiona su ogni cosa che ti viene raccontata o che scopri nel tuo girovagare, rimetti in dubbio anche cio' che hai sempre saputo e non chiuderti mai nelle tue convinzioni. La canzone in se' e' un altro dei brani piu' tradizionalmente HCM, sempre abbastanza veloce e sotto i 2 minuti di durata, con un po' di cori urlati e qualche duetto in solitaria chitarra + basso.
Rimanendo sui pezzi piu' tradizionali, spicca subito "On Its Own", molto Satanic Surfers o Adhesive, lanciatissima nel suo minuto e mezzo scarso. All'opposto invece "I Hope You Got My Letter", dedicata alla buona pratica di inviare lettere e cartoline ai detenuti politici, per fargli sentire il supporto di chi condivide gli ideali per i quali loro stanno pagando con la liberta': 7 minuti di canzone che partono a mezzo servizio, per poi rallentare bruscamente e lasciare spazio solo a chitarra ed urlato, riaccellerare di prepotenza fino ad un potente quanto breve ritornello (fra i piu' belli ed i piu' difficili da dimenticare dell'intero album), ritornare sui propri passi ed infine sfumare piano piano nel silenzio. Sicuramente qualcosa di particolare.
Si presenta bene anche il cd vero e proprio, con un cartonato ben fatto e tutti i testi piu' i commenti agli stessi dentro ad un booklet "fotografico".
Voglio far notare che, come accennavo all'inizio, all'interno del booklet c'e' scritto che gli Antillectual rilasciano l'album sotto una licenza Creative Commons Attribution Share Alike 3.0, il che significa piu' o meno che vorrebbero che tutti potessero copiare, suonare e fare tante altre cose col loro disco e le loro canzoni. Il fior fiore del copyleft. Ovviamente tutto questo stride un po' con l'avere un'etichetta, per altro ottima come la No Reason Records, che non puo' permettersi di dare via i cd a gratis, soprattutto nel periodo del lancio del gruppo. Magari gli Antillectual, in futuro, penseranno a distribuire liberamente le loro opere in qualche maniera, magari dopo l'uscita di un secondo lavoro (che in realta' sara' il terzo, contando un loro primo disco del 2005) successivo a "Testimony".
Speranze a parte, per tirare le somme questo secondo lavoro degli olandesi Antillectual e' un bel cd. Sicuramente una bella variazione sul genere, che fino a poco tempo fa era defunto mentre adesso ricomincia addirittura a prendersi il lusso di sperimentare cose un filino nuove (senza esagerare). Il punto forte sono sicuramente i testi, impegnati ma con un'impronta particolare; se vi piace leggere i cd oltre che ascoltarli dovreste sicuramente ascoltarlo. Il gruppo in se' e' sicuramente inusuale, col suo continuo cambiare di tempo e le geometrie un po' piu' intricate del solito. Io preferirei che ci tirassero sempre a tutto andare, ma sono gusti personali. Sicuramente se la suonano.
In Italia il disco arrivera' il 3 Marzo, 10 euro dallo store della No Reason.
Decidete un po' voi.
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Il cd e' gia' disponibile nello store della No Reason Records e sara' disponibile anche su Power-Load.
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Antillectual - European Tour 2007
Antillectual - Live at Speak Out Fest, Willemeen, Arnhem
Antillectual - Live at Metropool Hengelo 26.10.07
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Antillectual - [2008] Testimony
Antillectual - [2008] Testimony
01 - Testimony
02 - Sponsorship For Life
03 - Waves
04 - Friendly Fire
05 - I Hate Myself When I Shave Myself
06 - The Dog Ate It!
07 - Benefit Of The Doubt
08 - On Its Own
09 - Waste = Food
10 - I Hope You Got My Letter
Un nuovo album hardcore melodico arriva "in redazione" ed ecco che tocca di nuovo a me recensirlo.