"Troppa sofferenza...non riesco piu' a vivere...e la chiamano vita questa!"
E' questo connubio di lacerante verita' che emerge dalle urla confusionarie quanto disperate che fungono da succulento antipasto ad un disco macchiato di livore sardo, trasmessoci senza mezzi termini nell'introduzione di questo album.
Ed e' proprio dalla rinomata regione balneare che provengono gli Sbrokko Atipico, formazione formatasi nel 2003 e composta da 4 persone.
L'album in questione e' una totale immersione in un mondo fatto di risentimento, dove l'odio rappresenta il fondamento di una mentalita' pessimista rivolta alla completa inclinazione negativa verso progresso e societa' tutta, nichilismo in poche parole.
Il disco contiene 13 tracce tra cui due cover, una di Depressiva dei Gioventu' Bruciata e l'altra di Mass Media degli Indigesti, per poco piu' di 19 minuti di Hardcore con la H maiuscola colmo di screams, di passione, di rabbia e da un tempo d'esecuzione non rapidissimo, ma incisivo e mai stancante grazie all'ottima alternanza vocale di Marco ed Alessandro, rispettivamente cantante e chitarrista.
Il disco prende il nome dalla traccia piu' incisiva quale "Odio Represso", ed e' appunto del sentimento citato che narra il brano, che condensa la furia in poco piu' di un minuto.
Perche' come ribadito, e' l'odio il tema dell'album.
La visione quasi rassegnata e negativa della bend trova la miglior via di espansione proprio nel pezzo in questione, che vanta, oltre ad una buona base musicale, un miscuglio vocale da brivido.
Il testo di Odio Represso e' un estenuante grido di disperazione, di aiuto, perche' gli Sbrokko sono tendenzialmente negativi e sfiduciosi, consci che la realta' con cui siamo costretti ad interagire fa' di tutto per reprimerti, e la costretta appartenenza a questa societa', ipocrita ed esiliante nei confronti della diversita', consegue a ritenere i sentimenti come unica arma da poter utilizzare, l'unica via di sopravvivenza che sancisca la propria estraneita' nei confronti della maggioranza opprimente.
Ed e' proprio la frase conclusiva del pezzo "Catene nell'anima", che vanta d'un grande ritornello nero, a dimostrare e rafforzare la coerenza di quanto affermato in "Odio Represso" nell'esclamazione "Saremo tutti cancellati, esclusi, perché usciti dallo schema!".
Ma e' come una forza maggiore il desiderio di cambiamento radicale che sovrasta il nero dinanzi gli occhi e che porta ad avvalersi dell'odio, incrementato maggiormente dalle farse messe in scena come la gerarchica istituzione ecclesiastica in "La Morte Di Dio" che viene privata del suo perno mediante la "ironica" uccisione del padreterno, per incoraggiare la ribellione ad un mondo altrimenti segnato e da cui non si puo' fuggire, mirando ad una Lotta concreta, invogliata dal ritornello del pezzo "Tutto va a Puttane", costituito dalla peculiare alternanza ritmica che da un tempo medio veloce va sostituendosi ad una lancinante lentezza nel ritornello.
Sono brividi quelli che assalgono ascoltando i pochi secondi che anticipano il pezzo "Le Forze del Disordine".
Un brano eccezionale anche dal punto di vista strumentale, per non parlare dell'importanza del tema ricorrente che addita il braccio armato dello stato, gli schiavi in divisa, rei di rappresentare l'arma con cui il potere manifesta la sua cruda e perversa violenza a scapito di chi non piega il capo.
Insomma, un gran bel album che dall'unione di titolo e foto in copertina ne anticipa il succo amaro : siamo tutti noi infatti l'uomo urlante dietro le sbarre rappresentato in copertina, la cui sofferenza si placa , direbbe (mi pare) Edgar Allan Poe, "in un ultimo grido di disperazione", noi tutti rinchiusi in una gabbia soffocante che priva ogni stimolo di vita e costretti a scegliere tra una vita fatta d'illusione, ma apparententemente rosa e fiori, grazie al loro appoggio nel momento in cui divieni loro sottomesso chiudendo occhi e bocca, oppure un'esistenza fatta d'agonia se opti per la via della verita' e continui a sbraitare incessantemente per le tue idee, lontano dalla complicita' ai loro schemi, mirando alla conduzione di una vita reale, migliore, anzi, semplicemente di una VITA.
Davvero un grande gruppo proveniente da Cagliari il fautore di questo full-lenght che rappresenta l'unico prodotto registrato (per ora, mi auguro) e che vanta tralatro una ottima registrazione.
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ZaZzOmArCoTaX

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