Non li avevo mai sentiti nominare ma mi ritrovo tra le mani un ottimo lavoro. Buona la registrazione e grande personalita' per questo quartetto di Alessandria i cui componenti hanno alle spalle una grande esperienza in gruppi Punk Hc italiani di rilievo.
Ad un primo ascolto non mi e' stato affatto difficile cogliere delle similitudini con gruppi punk del passato.
Le influenze sono varie ma a mio parere si basano essenzialmente sul punk inglese di inizio anni ’80 e il punk hc italiano classico.
Palese e' l’influenza che hanno su di loro gruppi come Exploited e Gbh e allo stesso tempo,nel modo di cantare e in alcuni pezzi musicali, gli Indigesti. Le trame musicali molto spesso ricordano gli Exploited che vanno dal periodo dei singoli fino a "Let’s start a war".
Posso imputare ai Madido Respiro di essermi accorto di questo in quanto alcuni riff sono molto simili se non addirittura uguali.
Infatti si parte subito con "Morte apparente" pezzo di forte impatto, il cui riff e' identico a "Blown to bits" degli Exploited. All’entrata del cantato cambia anche la parte strumentale; nella voce si nota subito la forte influenza degli Indigesti mentre il testo come quasi tutto il resto del disco e' molto originale e personale, assolutamente di marchio italiano riconoscibilissimo.
Le parole esprimono un grande orgoglio nel perseguimento di quella che e' la propria attitudine. Tecnicamente essenziali ma impeccabili.
La seconda traccia e' "Accecato dal buio", pezzo veloce e immediato in cui risalta un testo introspettivo. Bello il riff di chitarra, molto trascinante.
Seguentemente troviamo "Estraneo", pezzo duro, in cui non risaltano le melodie presenti nelle precedenti 2 canzoni. Anche il cantato cambia in linea con la musica. Mi piace molto questa canzone in quanto dalle parole emerge l’amore per se stesso e l’esaltazione della propria individualita' di fronte all’ipocrisia che si e' costretti a subire nella vita quotidiana.
"Ancora riesco ad estraniarmi ed a crearmi un universo personale.
Seguace solo di una setta parallela, sono contrario ad ogni appartenenza, ad ogni sorta di analogia,
sociologia quale razza di invenzione "
Questi versi penso che rendano bene l’idea di cio' che vogliono esprimere.
La quarta canzone e' "La mia dimensione", canzone suonata bene, che resta in testa, che mi piace, ma di cui sinceramente non capisco il testo, probabilmente sempre per il modo personale con cui questi ragazzi esprimono le proprie idee e se stessi.
La quinta traccia e' la perla, il sunto di questo disco che non ti lascia un attimo di respiro. "Il mio male" rappresenta infatti, il malessere sincero di vivere in questa societa' unito a una forma di nichilismo-masochismo ["e' questo il mio male, ma non ne posso fare a meno"] che rende questa canzone veramente trascinante.
Una di quelle canzoni in cui non puoi fare a meno di cantare e saltare. Tecnicamente e' veramente sulla linea degli Indigesti. Sia musicalmente, come testo e come cantato. La mia preferita tra tutte.
Il pezzo successivo e' "Il tempo che passa", pezzo che suscita in me una sorta di malinconia e in cui viene a galla nuovamente la forza e il coraggio di restare in piedi nonostante il tempo passi e nulla cambi(come direbbero i mitici Negazione). Musica sempre molto compatta e grintosa comunque in grado di suscitare sentimenti di tristezza, malinconia come dicevo precedentemente.
Gli ultimi 2 pezzi sono "Come posso sognare" e "Guerra". "Come posso sognare" e' innegabilmente Exploitediana. Molto simile se non quasi uguale a "Fuck the Usa". Il disco si chiude con "Guerra", un pezzo che non mi prende particolarmente se non nel ritornello.
Giudizio comunque molto positivo per questo disco.
Sarebbe bello oggi sentire qualche gruppo in piu' come loro, capace di mettere del proprio nella musica che suona.
Punk hardcore vero e sincero; una boccata di aria fresca su un ammasso di gruppi fotocopia.
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Cooproduzione D.I.Y.: MorteSecca, Mania, Savona Punk Rock, Degenero, Staypunk, Punkadeka, W Dabliu.
ThePuNkshOw: "Unica pecca del cd in questione a mio parere e' che tra la lista dei coproduttori spicca quel fastidioso e deprimente punkadeka"

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