Si ritorna a recensire l'Oi, e in particolare i Cervelli Stanki.
Band Street Punk & Roll, come si definiscono i componenti, nata ad Albisola Marina vicino a Savona e a Genova nel 1993, i Cervelli Stanki ci propongono un sound che raccoglie diverse sfumature, a partire dal mix di punk rock vagamente riconducibile al punk '77 fino ad andare al rock'n'roll ed all'hc.
Ed e' curioso, perche' la fusione di vari sottogeneri del punk va poi a unirsi a sua volta al loro modo di comunicare e ai loro testi, alle tematiche che affrontano (classe operaia, antifascismo, antirazzismo eccetera), i quali sono da ritenersi di stampo tipicamente Oi! ma di certo non si tratta solo di sottolineare un disagio sociale, bensi' di unirlo a temi talvolta anche piu' leggeri, come riferimenti alle ragazze e all'amore in generale, film, libri, cultura orientale ed anche un pizzico di introspezione (che a mio parere non guasta mai).
La band ha all'attivo quattro album ufficiali e diversi live con altre band Oi! tra le quali i Los Fastidios, Klasse Kriminale, Nabat, Senza Frontiere e Razzapparte.
Mi trovo quindi a giudicare il loro quinto disco, dal titolo 15 Years...Old Tunes, New Blood, il quale presenta 15 pezzi di cui si possono immaginare i contenuti, dal momento che li ho pocanzi accennati.
Non solo: la band festeggia i suoi 15 anni di attivita' con alcuni cambi di line-up, di conseguenza con una nuova formazione che per quanto mi riguarda ho trovato migliore rispetto a quelle precedenti.
Ivano, voce e leader del gruppo, vuole stavolta alla chitarra Ciccio Ghetto (ex Klasse Kriminale), Mauro alla batteria (ex Klasse Kriminale anche lui) e Gio DrogaMC al basso (ex Los Activos).
Il disco raccoglie brani sia vecchi che nuovi, alcuni inediti (in particolare tre: "Strade perdute", "Perseveranza" e "Bambina", in cui si percepisce appieno il cambiamento della band, in meglio s'intende).
Tra i vecchi pezzi, vi sono "Ragazzo oppresso", che risale addirittura al 1995 ed e' tratto dal loro album di debutto; "Figli della classe operaia" e "Ultra violenza", entrambi usciti nel 1997.
Seguono poi "La volpe e il cane" del 2003 e "Street rock'n'roll" del 2006, che diventa in questo caso il pezzo che apre le danze, come si suol dire.
E' presente anche una cover degli Erode, dal titolo "Frana", oltre ad altri pezzi ovviamente come "Asociale", "Ghost town" e "Tre morti al giorno", pezzo che come si puo' gia' capire dal titolo affronta la tematica delle morti sul lavoro.
Infine vi sono "Coscienza", "Rapporto di minoranza/alcool" e "Saremo rronti".
Il disco presenta un sound per tutti i gusti, senza dubbio.
Non si tratta di brani molto lunghi, ne' noiosi, al contrario si tratta di pezzi brevi e decisi, coinvolgenti nella loro forza: parlo sia dal punto di vista strumentale che per quanto riguarda i testi.
La band non si perde in sterili quanto ripetitivi giochi di parole o metafore, ma espone quelli che secondo essa sono i problemi attuali con un messaggio chiaro e determinato. A buon intenditor poche parole.
Mi sembra di aver detto anche precedentemente che sono poche le band che riescono a gestire la fusione di vari stili musicali mantenendo o creando tra di essi equilibrio e armonia: ebbene, anche qua abbiamo un lavoro riuscito.
Parlo ovviamente anche della registrazione e della produzione, che risultano ottime.
Il disco si lascia ascoltare senza problemi e non manca certo di versatilita', a mio avviso gruppi come questo avranno sempre un pubblico molto vasto: la band riesce infatti a farsi ascoltare senza problemi accostando a dei testi seri a sfondo sociale una certa orecchiabilita' che attrae appieno l'ascoltatore; oltre al fatto di saper suonare (su questo non ci sono dubbi) il gruppo presenta quella che definirei una marcia in piu', ossia il potere di coinvolgerti e di farti entrare i loro concetti in testa (stessa cosa per i colleghi Senza Frontiere).
Riassumendo: un bel disco, un buon lavoro sotto tutti i punti di vista e, soprattutto, la prova che questi 15 anni di impegno e sacrificio da parte della band meritavano di essere festeggiati in grande.
Da ascoltare attentamente i tre inediti, che meritano.
REN.
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