Il punto e' proprio questo.
Un album del genere, per chi deve scrivere un articolo oggettivo ha tanti pregi quanti difetti: tentero' di esporre al meglio che posso i due lati della medaglia in questa recensione.
Fin dalle prime note del disco, appare chiaro che questi ragazzi sono cresciuti a pane e AC/DC, consumando ogni tanto qualche dose di Guns N'Roses, Motorhead, Queen e Airbourne!
Le sette tracce di questo disco sono tutte segnate da queste innegabili influenze, interpretate con attitudine da rockettari da strada e sporcate di tanto in tanto con affondi nel punk/hardcore (come ad esempio in "The girl's joke" e "Il suo pensiero", unico brano in italiano).
Il disco da una buona impressione generale, anche se un po' acerba.
Brillanti momenti come la parentesi folk che introduce l'ultimo pezzo "Harage" e altre chicche negli arrangiamenti, ma soprattutto l'ironia con cui il genere viene affrontato sono tra le armi vincenti di questo gruppo, che sicuramente porteranno questi ragazzi a marcare un impronta piu' decisa sul proprio sound, senza far venire troppo alla mente i gruppi citati sopra e ad affinare un'interpretazione sempre piu' personale!
Andy Wiser.

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