Dopo anni e anni, su punk4free ritorna un po' di streetpunk fatto come mone comanda!
Dopo essersi fatti il culo dal 2001 e notato che quasi nessuno seli cagava, han fatto la scelta giusta, punk4free!
Il primo e unico cd streetpunk che vi ascoltarete quest'anno.
"Ready to Fight", ovvero "pronti per combattere".
Un titolo che presenta bene il cd e ne preannuncia le tematiche trattate, lasciando assaggiare lo spirito che unisce i PxO. 3 ragazzi della brianza che vogliono spaccare, gridare la loro rabbia ma anche divertirsi.
Ne sono passati di anni da quando Mone (voce/chitarra), Loris (voce/basso), e Giga (batteria) bazzicavano per il vicolo calusca e le colonne di san lorenzo, a milano, ai tempi dell'esplosione dello street, ai tempi in cui si faceva a gara a chi aveva la cresta piu' alta, gli spikes piu' fitti... ma dietro tutta questa apparenza c'era davvero un credo?
Chi e' rimasto delle tante creature insolite che popolavano questi luoghi?
Chi si e' evoluto o devoluto (sinceramente non so che termine usare, sara' il parere soggettivo che prevale sull'imparzialita'), chi si e' rasato, chi e' passato addirittura "all'altra sponda", chi ha capito che stava solo giocando e ha appeso tutto nell'armadio per vendersi a una vita piu' scialba e convenzionale...
Ma qualcuno e' rimasto?
Qualcuno si e' rimboccato le maniche per costruire una realta' consona ai propri ideali? a quanto pare si'!
Perche' questi 3 ragazzi hanno tanta voglia di farsi sentire, senza lasciarsi condizionare dalle mode e dalle tendenze del momento, aprendo nuove prospettive a un lato della scena italiana abbastanza trascurato, bersagliato da luoghi comuni, frasi fatte e antipatia gratuita: lo streetpunk.
15 pezzi carichi di adrenalina e passione, uno street punk grezzo, a volte lanciato e rabbioso, altre volte piu' lento e cantato. le influenze principali sono quelle delle grandi bands uk82, punk77, si riconosce poi l'orma del classico oi! britannico e naturalmente dello streetpunk anni '90 e odierno. l'amore per la musica inglese in generale e' celebrato dalla cover dei Cock Sparrer "where are they now" (ghost track) e dai testi cantati in inglese (solo 2 sono in italiano), con le voci graffiate di mone e loris. L'album e' autoprodotto, registrato ed eseguito bene, notevole il salto di qualita' rispetto al demo.
I testi sono tutti riportati nel libretto, curato da una grafica essenziale ma gradevole.
Passiamo a dare un occhiata da vicino alle canzoni: il cd si apre con un biglietto da visita, ovvero "public outrage"... non c'e' molto da dire, e' da ascoltare leggendo il testo, o meglio, da pogare bevendo.
Segue "thinkin' good", musicalmente sull'onda della precedente grida la rabbia contro i benpensanti, che si lasciano manipolare come pedine da chi ha il potere e decide per gli altri, aprofittando della loro fiducia.
Pervasa da una rabbiosa malinconia e' "world in jail", che guardando la gente che rovina il mondo mette a fuoco la dura verita' camuffata da benessere, con l'intenzione di combatterla.
"Nightmare of the rich" si scaglia contro la classica figura del ricco benestante che fonda la sua sicurezza sul denaro, poi quando per sorte o per disgrazia perde tutto quello che ha si ritrova a fare i conti con la dura vita del "plebeo", in mezzo a quelli come noi.
Ricca di cori a piu' voci e' "for nothing",
una canzone allegra che affronta un tema delicato, quello del suicidio.
Troviamo poi una delle 2 songs in italiano, "con noi non hai a che fare", uno streetpunk violento, oserei dire quasi oi!core; la canzone smaschera tutti coloro che emulano uno stile di vita eviscerandolo dei suoi contenuti piu' importanti e prioritari, lasciandosi ammaliare solamente dall'estetica, da un capriccio adolescenziale: in parole povere la traccia sputa contro tutti i modaioli, prendendone volutamente le distanze.
Arriviamo a "don't deny the street", canzone veloce e cattiva, gia' presente nel demo ma qui suonata meglio, piu' furiosa, che bersaglia chi ha mollato la strada, chi e' cambiato dimenticandosi chi era e cosa diceva, soprattutto chi si e' omologato nella massa o ha preso parte a "ideali" totalmente opposti a quelli che abbracciava un tempo.
A questo punto c'e' la hit dei PxO, una canzone allegra e carica, piena di cori e di energia, da cantare con l'alcol nelle vene, il cuore in gola: sto parlando di "criminal boys", un inno in cui e' bello potersi riconoscere, un inno che ricorda di andare fieri di quello che si e' e di quello che si fa, facendo dell'indignazione, del disprezzo che prova l'uomo comune nei nostri confronti un punto di forza da cui trarre orgoglio, divertimento e voglia di sovvertire.
"Hate" e' una ballata incazzata e veloce, che stila un elenco di tutte quelle figure umane che non garbano ai 3 punx brianzoli.
"Street politics" invece inneggia alla politica di strada, rifiutando il potere imposto, il sistema, con un ritmo piacevole che coinvolge subito.
Segue "Against you", dove il gruppo esprime odio e rigetto nei confronti delle grandi case discografiche che pensano sempre di poter comprare tutti con il denaro, per trasformare un movimento in un fenomeno commmerciale.
Dopo questa c'e' una traccia dedicata a tutti quelli che hanno pagato tanto per aver rubato poco, a tutti i ragazzi che per un pezzo di pane sottratto a chi ne ha in abbondanza sono stati bastonati dalla becera polizia: "ghosts of the streets".
La seconda canzone in italiano, un'altra canzone gonfia d'ira, veloce, e' "non vendero' il mio credo": qui viene affrontato il rapporto tra un punk e la gente, il mondo che lo circonda, ovvero come la gente e le relative opinioni possono condizionare i suoi comportamenti, le sue posizioni, estremizzandoli e consolidandoli; le parole sono cantate velocemente, in maniera cupa, per poi aprirsi nel ritornello a un grido d'orgoglio.
"Fuck the rockstars" vomita addosso alle rockstars, simpatica e schietta.
Si conclude con "spirit of 1978", che pone un confronto tra il passato e i presente, con lo scopo di mettere in luce quanto vale ancora la pena di lottare, di contare su questa "way of life", respirando con nostalgia i ricordi dei bei tempi andati per continuare a credere, prendendoli d'esempio.
E per finire c'e' anche "where are they now", cover dei cock sparre prima citata, una degna chiusura dell'album.
Cosa dire? scaricatevi subito questo cd, perche' i Pubblico Oltraggio meritano, e poi compratevelo pure quando beccate la distro di p4f ai concerti, cosi' yunior fa tanti bei soldini e ci si compra i manga erotici.
Recensione a cura di NoWinners

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