E insomma fu cosi' che nell'ormai lontano 1985 questi benedetti NOFX registrarono a Hollywood su Mystic Records questo simpatico quanto omonimo Ep con un teschio con le ossute mani sul capo ed una pera (di quelle che si inniettano) fra i denti; di codesto manufatto ne furono stampate 100 copie che, stando a Mike e soci, ci misero sei mesi ad essere vendute tutte.
Un inizio cosi' squallido non poteva certamente far presagire a nessuno cio' che il fato aveva deciso: dopo pochi anni e pochi album i quattro ragazzoni di San Francisco erano gia' uno dei gruppi di punta all'Epitaph, e vuoi non vuoi un po' per caso e un po' no arrivarono il momento giusto (1994) e il disco giusto ("Punk In Drublic") per sfondare a livello mondiale dopo una gavetta quasi decennale ed entrare di prepotenza nella storia, in quel nucleo peso di fenomeni di sto cazzo che anche se li odi piu' di tanto non ci puoi fare, ti devi rassegnare, perche' ai concerti su 200 persone minimo minimo in 10 portano la loro maglietta, a scuola il 50% dei tuoi compagnucci ha la loro toppa sullo zainetto, e nei famigerati cd "misti" artigianali c'e' sempre una loro canzone.
Tanti sono i detrattori di codesto gruppo, e li capisco, perche' non e' vero che i NOFX sono credibili al 100% e anzi come tutti i gruppi pancroc sono profondamente contraddittori, a partire da quella che e' la loro obesa mente e cioe' il frontman Michele Grasso, che fa tanto il punkettone e poi c'ha i dollaroni nel cassetto con tutte le sue belle 3 (!!!) casucce discografiche, che dichiara e dichiara che i NOFX non sarebbero mai andati via dalla Epitaph per farsi i dischi da soli alla Fat e invece poi l'hanno fatto, eppoi eppoi; ci sono poi coloro che odiano il loro sound, chi dice che e' infantile, chi dice che e' commerciale, chi dice che e' sempre troppo uguale a se stesso, nonostante poi mille gruppi in tutto il mondo glielo copino e glielo stracopino quotidianamente facendoci pure i soldi.
Insomma i nostri quattro buontemponi con problemi di peso o li ami o li odi. Io li amo, alla follia, e se chiedete la mia opinione fino al monumentale, colossale, ficherrimo capolavoro "The Decline" (1999) questi non hanno mai sbagliato un colpo cagando dischi tutti differenti l'uno dall'altro e sempre piu' emozionanti, intensi, ciascuno con un proprio tipico suono ORIGINALE, vocabolo che nel maleodorante mondo del pancroc non e' proprio all'ordine del giorno.
A volte facevano dischi alla buona prodotti in 15 giorni, con pezzi istintivi "come viene viene" e venivano fuori opere d'arte magistrali ("Punk in Drublic"), a volte invece i dischi li componevano, li curavano sotto tutti gli aspetti, li partorivano con tutta calma e venivano fuori opere d'arte altrettanto magistrali ("The Decline", "So Long and Thanks for All the Shoes").
Ma si sa, i gruppi invecchiano e chi prima chi poi tutti arrivano al punto in cui bisognerebbe smetterla di suonare, perche' andando avanti non si fa che ricalcare la propria brutta copia peggiore.
A mio avviso da "Pump Up the Valuum" (2000) in poi i NOFX sono andati costantemente in calando buttando fuori altri due album inediti che un fan consapevole di cio' che questo gruppo e' stato non puo' apprezzare per davvero. "The War on Errorism" e soprattutto quest'ultimo sono due dischi carini, ben prodotti, con pezzi simpatici e carucci, ma dai NOFX mi aspetto molto di piu', mi aspetto la rivoluzione ad ogni album. Invece i nostri amici non hanno piu' fantasia e fanno questi pezzi tutti uguali, tutti con un suono che e' una caricatura malriuscita di quello di "So Long?", privi di mordente, che qualsiasi gruppetto-clone dei NOFX potrebbe scrivere.
Per quest'ultimo non hanno nemmeno avuto la sbatta di scrivere pezzi nuovi e infatti 6 delle 18 canzoni arrivano dritte dritte dai 7" del mese del Fat Club che erano una truffa gia' di per se, e quindi truffa su truffa. I pezzi scorrono uno dopo l'altro e sono carini ma niente piu': c'e' "60%" che fa sia da intro che da outro ed assomiglia molto alla vecchia "Theme from a NOFX Album", ci sono tutti questi pezzucci HCM che non sono niente di speciale, persino la title track che punta tutto sullo scatto in velocita' e sul doppio pedale proprio non convince, sa di gia' sentito; "Instant Crassic" e' brutta ed inutile, "One Celled Creature" e' un lentone papposo e scuro che dev'essere caduto dentro al CD per sbaglio.
In "The Man I Killed" fanno il verso al cosiddetto "folk-punk" con lo strasentito giretto country che poi diventa veloce; "USA-Holes" sembra uscita dall'album precedente, col testo anti-bush e il riff simile a quelli che giravano su quel disco; "Doornails" e' il pezzo sui membri della scena californiana morti di recente, e l'idea ci sta tutta ma un fine cosi' nobile richiedeva un mezzo ben piu' valido di sta banale ballata di pop acustico; in "Cantando en Espanol" con El Hefe alla voce forse cercano di bissare la spontaneita' non-bissabile di "My Heart is Yearning", fallendo, allora ti vai a sentire "The Marxist Brothers" e sembra "Medio-core"; i testi sono sempre su un buon livello che pero' non sfiora nemmeno quello dei testi vecchi: il piu' bello forse e' quello sull'alcolismo di "Seeing Double at the Triple Rock", che e' forse il pezzo piu' bello del cd assieme a qualcos'altro proveniente dagli EP-truffa, come "Cool and Unusual Punishment" (una canzoncina pop sui locali sadomaso giapponesi) o "Benny Got Blowed Up" (un pezzettino veloce ed ignorante su un tizio che s'ammazza).
Un'ultima parola la spendo per quel che riguarda l'artwork e il nuovo logo, assolutamente orrendi e squallidi, nel libretto del cd ci sono solo i testi nero su giallo e basta, nessun manoscritto di Fat Mike, nessuna foto, uno schifo rispetto alla roba vecchia. Insomma secondo me, con tutta la stima e il rispetto dovuto e con tutto l'affetto che nutro per loro, i NOFX non hanno piu' molto da dire e farebbero meglio a sciogliersi, anche per non perdere la faccia di fronte ai fan piu' avanti con gli anni abituati a ben altre storie. Stop.
ginopino

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