A due anni di distanza da A Colpi Di Mazza, si riaffacciano su queste lerce paginette i trentini Ludd, con un album, dal titolo E' Tempo Di Partire, considerato da piu' parti uno dei migliori del 2008.
Il quintetto (Federica e Lorenzo alla voce, Gigi-chitarra, Giuliano-basso e Massimo-batteria) ci regala 12 pezzi di hardcore potente e ritmato, che si connota dal doppio cantato che alterna una voce piu' musicale ad una piu' urlata e cattiva.
Grande importanza e' data alle tematiche trattate nei testi, che non risultano mai banali ma, al contrario, appaiono personali e carichi di una certa carica emotiva, non tralasciando mai quella componente politica che da sempre e' una caratteristica del gruppo.
La registrazione e' curata in ogni suo aspetto, il che comporta l'emergere del lavoro strumentale senza andare ad intaccare, o sovrastare come accadeva in A Colpi Di Mazza, l'ascolto delle voci che rimangono sempre ben chiare e definite.
Altra caratteristica e' la brevita' dei pezzi, che raramente superano i 2', pur essendo traboccanti di contenuti e significati ben espressi.
Si inizia con due pezzi, "Proteggimi" e "18 Marzo 1921", che rispetto a quelli presenti nel disco di 5 anni prima, si distinguono per un notevole aumento della velocita' d'esecuzione; la seconda traccia in particolare colpisce anche grazie alle liriche, una chiara e decisa condanna ai fatti avvenuti a Kronstadt, teatro di una rivolta proletaria sedata con lo spargimento di sangue dall'Armata Rossa guidata da Trotskij.
Si prosegue con un altra canzone dove e' ben presente la presa di posizione da parte dei Ludd, "Il balzo della tigre" in cui viene affrontato, con disgusto e rabbia, il sistema carcerario; il tutto pero' non si ferma a questa canzone, infatti il gruppo, coerente con le proprie idee, ha deciso di devolvere il ricavo delle vendite del disco alla Cassa Anarchica Di Solidarieta' Anticarceraria, un motivo in piu' per acquistarlo.
"Ancora un quarto d'ora" appare come uno dei pezzi piu' rabbiosi del disco, pur non mancando attimi piu' ritmati ed in qualche modo "melodici"; "Questa nostra vita" tratta la guerra civile spagnola, seguono un pezzo strumentale ("..."), la rabbiosa "Solo questo", la cover dei loro concittadini Unalima, "Infame a due colonne", in cui sulla gogna viene messa la meschina razza dei giornalisti, e "Aria".
Altro struggente traccia e' "Tutti i giorni", feroce critica alla cosiddetta' guerra umanitaria o guerra di pace, ancora una volta si fan apprezzare le alternanze di parti incazzate ad altre piu' ritmate e lente, in cui la fa da padrone la voce parlata.
Si chiude con "L'ultima voce" e "A colpi di mazza", due pezzi piu' personali e musicalmente melodici.
Concludendo questo E' tempo di partire risulta il disco che consacra definitivamente i Ludd a gruppo di punta della scena hardcore, un album che tutti gli amanti del genere dovrebbero procurarsi prima che sia troppo tardi.
Joel
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