Dopo questa inutile spiegazione del termine che da nome al gruppo, di cui non freghera' niente a nessuno, passiamo a parlare dell'album di debutto del quintetto proveniente dalla capitale dell'hc.
Ma solo dopo aver cliccato nel leggi tutto.
I Roito HC nascono a Torino nel 2008, inizialmente per far cover ma nel giro di un anno di vita si ritrovano con in mano diversi pezzi inediti e tanti live alle spalle, tanto da registrare questa demo di buona qualita'.
Emblematica la definizione che danno di loro stessi nella loro bio, da riportare per comprendere appieno le radici e la musica del quintetto piemontese: "Noi siamo un gruppo HARDCORE, questa e' la nostra attitudine piu' che il nostro stile musicale, nessuno di noi ha la cresta, il cappellino con la visiera piatta o le braccia tutte tatuate. Facciamo musica innanzitutto per noi stessi, per i nostri amici e per chiunque cerchi nella musica uno sfogo, una via di fuga da qualsivoglia realta' opprimente. Siamo di Torino e fieri di esserlo, siamo cresciuti con la TORINO HARDCORE e sappiamo quello che la nostra citta' ha rappresentato nella scena italiana ed europea. Non possiamo non essere grati a gruppi come Negazione, Nerorgasmo, Arturo, Bellicosi... e tanti, tanti altri...Per fortuna, nonostante tutto, lo spirito continua."
Partendo proprio dalla consapevolezza delle proprie radici, propongono un hardcore tirato, violento e carico di messaggi diretti e ben espressi nelle liriche dei cinque pezzi proposti; la registrazione, effettuata presso il One Black Box Studio, e' impeccabile considerando anche il fatto che si tratta di una demo, e le tracce hanno una durata media di circa tre minuti, come tradizione impone.
Si parte subito forte con "Meglio vuoto che vivo", la voce urlata e acida, nel senso buono del termine, e' accompagnata da una sezione ritmica sostenuta e precisa e dall'esemplare lavoro delle chitarre, il tutto risulta ben strutturato e colpisce sin dal primo ascolto.
Si prosegue con "Verso la luce" un classico e breve pezzo hc, con ogni elemento al posto giusto, forse non originalissimo nell'insieme ma dal risultato assicurato; "La paura che distrugge" alterna all'ormai collaudato urlato un momento in cui la voce diventa parlata, quasi a dare enfasi al messaggio, cosi' come avvicenda parti musicali veloci ad altre piu' ritmate e melodiche, tutto sommato senza perdere quella carica esplosiva presente nelle prime due tracce.
"Senza fiato", pur essendo il pezzo piu' breve e' anche quello che, con la successiva "Cenere", convince maggiormente, nemmeno 1'30" di rabbia e violenza il tutto condito da un testo essenziale e profondo.
L'ultima canzone e' forse la piu' eterogenea: partenza lenta e parlata, piano piano si inserisce il suono della batteria che diventa man mano sempre piu' intensa fino all'esplosione violenta, i ritmi rimangon serrati per gran parte del pezzo e la voce alterna parte urlata e parlata, che si fa sempre piu' angosciante, fino alla fase conclusiva in cui i tempi d'esecuzione tornano ad attenuarsi gradualmente, difficile trovare un modo migliore per terminare l'album.
Scaricate gentaglia e correte a vederli dal vivo, in attesa di un disco piu' corposo che ne sancisca la definitiva consacrazione.
Per quanto riguarda Meglio Vuoto Che Vivo i Roito HC sono promossi a pieni voti.
Joel

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.VIDEOCLIP.
Roito HC - Chiedimi Se Sono Felice (Live At Centrodentro, Torino 20.11.2009)
Roito HC - Istinto Omicida (Live At Centrodentro, Torino 20.11.2009)

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