Non c'e' voluto molto, ho rispolverato lo stereo, inserito la cassetta e..vai con l'ascolto.
La tracklist conta cinque canzoni (escluse intro e outro), quattro pezzi nuovi, in inglese, piu' una cover degli inglesi Axegrinder.
L'intro ci conduce per mano in un'atmosfera distorta, nebbiosa e dalle tinte macabre, attributi che ci accompagneranno durante tutto l'ascolto.
"Dark ages" riassume scenari bellici con risvolti apocalittici, guerra e morte diventano i padroni assoluti in questo testo. Le sonorita' sono sempre riconducibili a quelle grindcore e d-beat ma, rispetto ai pezzi vecchi, noto una maggiore attenzione alla parte strumentale con ritmi piu' cadenzati e meglio architettati.
Caos post-atomico? Uomini deformati simili a zombie che vagano senza meta? Ecco lo scenario in cui ci porta malauguratamente "Stench of humanity", cinque minuti pieni di angoscia e tormento che corroderanno anche l'anima piu' pura. Sonorita' granitiche che, soprattutto nella parte centrale, mantengono un ritmo incalzante che ben si coniuga con il ritornello.
La terza traccia e' "Commando of death" e ricalca le sonorita' degli altri due pezzi, il testo e' sintetico e viene espresso da un growl sempre preciso e non troppo impossibile da decifrare.
Non manca nemmeno il pezzo dedicato ad una concezione misantropa che gia' avevo colto in Morte Chimica, "Human beast" mi ricorda riff piu' vicini al death metal rispetto agli altri pezzi, ma non vi fidate, non ascolto questi generi da un po' di anni..!
Ed infine una cover, "War machine" degli Axegrinder, pezzo che si discosta dai precedenti anche per la natura del gruppo inglese, orientati versi sonorita' thrash e un cantato assai piu' lineare rispetto al growl. L'originale mi e' piaciuta di piu', forse per l'intro molto particolare.
Ed ecco che arriva l'outro, il viaggio infernale finisce ed e' possibile il ritorno alla realta' di tutti i giorni. Diversa, sicuramente, da quella assaporata durante l'ascolto di questi pezzi. La domanda infatti e': Una realta' diversa, si', ma quanto distante da quella prefigurata dai Cilicium?
In ultima analisi, mi metto il cuore in pace visto che canzoni in italiano, di questo filone musicale, ne esistono poche..e quindi non posso che fare fede alla lingua inglese in questi casi. Questa cassetta segna sicuramente un passo avanti rispetto a Morte Chimica, che comunque mi era davvero piaciuto, e quindi mi fa ben sperare per le successive uscite che, spero, i Cilicium vorranno riservarci.
Sghigno

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