Da giorni aspetto la pioggia, e che con essa vengan giu' tutte le parole che nella mia confusione mentale non riesco a trovare.
Ogni giorno cerco di trascrivere in un file .txt l'ascolto spasmodico di questo split, i flussi e le sonorita' interiorizzate.
Uno zoom introspettivo che affrontarlo e' come un viaggio dentro se stessi: il primo per chi non ne ha mai fatti, il piu' tortuoso e letale per chi ne ha fatti tanti. Nel torbido si pesca sempre bene.
Sintesi di mille figure retoriche, questo 12" attraversa sommamente stadi cosi generali e cosi' particolari da cui nessuno puo' sentirsi escluso: evoluzione, crisi, perdizione.
Un assaggio di esistenza umana servita su due lati: 5 tracce infinite, vortici da cui non riesci a liberarti. Belta' per l'udito, di un sollievo speciale, con annessi ricordi di esperienze musicali passate significative, ma superate e originalmente rivisitate.
Due gruppi dall'eredita' importante, reinvestita nel lancinante presente e con lo sguardo fisso all'impossibilita' del futuro.
L'origine resta invariata, e' l'evoluzione a far la differenza e la sopravvivenza.
Lato B.
Marnero.
1. L'ultimo grido
2. Trebisonda
3. Crossfigill
Musicalita' piacevolmente caotiche, progressive ed esagerate quanto basta. Perfettamente associate all'accuratezza dei testi, che trovano il loro topgun nel fattore vocale, cosi' sinuosamente evocativo.
"Ogni giorno ripeto il dramma dell'iniziazione e del martirio // scriva pure, signor notaio: che il mio corpo sia lasciato // in pasto agli alligatori c'e' voluta una pletora di dottori per dirmi // che il mal di testa prima o poi passa // si, lo so anch'io che passa, con la morte sicuramente."
Un trionfo metaforico, e un mantra per le orecchie. Non servono aspirine con i Marnero, il cui Lp sara' in uscita il prossimo Settembre ma con all'attivo gia' vari live.
E mi dispiaccio fortemente di averli mancati qui a Roma lo scorso 12 Giugno.
Lato A.
Si Non Sedes Is.
1. Respekt die scheisse
2. Zar
"Ci sono giorni che vorrei dimenticare prima ancora che finiscano // per non dovere continuare a indovinare parole nuove // per sempre in quei momenti non so piu' a cosa pensare tranne a cio' che // mi tormenta e non sapere da dove arrivano le ombre che mi inseguono..."
Senza dubbio il side che ho subito maggiormente, un inno personale dove ogni colpo di batteria sembra la descrizione perfetta di un'attivita' cardiaca irregolare. Sospiri vocali che come sedativi ridanno pace allo spirito per brevi attimi, prima dell'urlo supremo: Respekt die scheisse (rispetta la MERDA).
Il tempo di concepire che il male non fa male che il dolore non e' vero dolore e si congedano, regalandoci un'ultima iperbole prima dell'uscita scenica: "Conserva nascondi le lame piu' affilate per le persone piu' amate."
Viky

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