Con colpevolissimo ritardo mi accingo a recensire l'album dei tedeschi December Peals, inciso per la Chorus Of One una label indie torinese.
Iniziamo col dire che la fatica dei quattro nordici e' indirizzata a quelle persone che amano Hellacopters e gruppi simili, gli altri ci troveranno magari qualche spunto interessante e coinvolgente, ma difficilmente apprezzeranno appieno la bonta' di quest'album. Perche' di un buon lavoro si tratta, pur con alcuni difetti che si palesano, primo fra tutti l'eccessiva aderenza a canoni rock'n'roll preconfezionati, in molte tracce si nota aleggiante l'ingombrante presenza delle band che hanno influenzato i December Peals.
I riff sono taglienti, enfatizzati da una sezione ritmica precisa e puntuale, il cantato ricalca gli stilemi del genere ma si fa apprezzare.
"Bad company" ci fa entrare subito nel clima dell'album, schitarrate coinvolgenti e batteria potente, tuttavia, come anche le successive "The devil you know" ed "Electric", risulta molto scolastica pur essendo decisamente piacevole.
"Best of luck" non si discosta molto dall'andamento generale dell'album, si segnala piu' che altro per una vena rock'n'roll piu' classica e pulita, mentre i primi secondi di "Let go" colpiscono per l'uso dell'organetto hammond mentre per il resto vale lo stesso discorso fatto per la canzone precedente, ritmi non esasperati e atmosfera piu' tranquilla, se vogliamo si puo' dire che sia un pezzo piu' mainstream rispetto agli altri.
Arrivati a meta' album si inizia a fare seriamente, la title track e' davvero bella, tirata ed energica, la formula e' sempre la stessa ma in questo caso i December Peals tirano fuori gli artigli e confezionano un regalino ben impacchettato per gli amanti del genere, che sicuramente ringrazieranno.
"Over and over" conferma un certo cambio di tendenza, presentando una composizione articolata e un'esecuzione senza sbavature, in questi pezzi si inizia a intravvedere un'attitudine personale con venature punk e garage.
"Saints and sinners" e' il pezzo che piu' mi e' piaciuto, a tratti selvaggio, urlato e cacofonico, il ritmo sostenuto enfatizza bene l'aggressivita' dei riff e delle parti cantate, mentre il successivo "Prisoner" mi ha colpito meno.
Quasi alla fine del disco arriva la ballatona acustica, non sono un amante del genere ma bisogna riconoscere che i crucchi hanno scritto un buon pezzo, lavorando bene sulle melodie e sull'armonizzazione delle voci.
Chiude il lavoro "Got taste" una canzone molto coinvolgente che mette in risalto l'animo piu' stradaiolo e punk del gruppo, davvero una bella canzone che conferma l'impressione positiva generale data dal disco.
InYourHead

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Potete acquistare l'album in digipack direttamente nello shop della Scarey Records.
Prezzo: 8 euro.

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