Se camminando per le vie di Pechino, Shanghai o qualche altra megalopoli cinese, sentirete canticchiare "Fiki Fiki" del mai dimenticato Gianni Drudi, o vedrete sventolare il tricolare italico dal giubbettino di qualche panc autoctono, la colpa sappiatelo, e' loro, loro soltanto.
Smegma Riot, "gli stalloni italiani del punk", alias "fottuti geni spa".
Come nelle migliori storie, il nostro racconto avviene in una terra lontana, la millenaria e misteriosa Cina, la grande tigre asiatica che sembra possa con un sol balzo dominare il mondo, ma che nutre al suo interno i germi di una distruzione imminente.
"Quando nel 2005 a Kunming (Cina), gli Spermatozeus, decidono di sciogliersi, con un’ultima leggendaria performance, Adios Amigos, a Lucio ed Eddy, due spiantati di professione, non resta altro da fare che rimboccarsi le maniche e continuare sul sentiero precedentemente tracciato, cercando nuovi musicanti."
Da qui i due, con non so quali escamotage e peripezie varie, riescon a convincere altri pazzi di ventura a seguirli nella loro carica ai mulini a vento e, da li in poi, la discesa verso il successo e' inevitabile ed immediata.
Una comparsata su una tivvu' locale, bagni di folla ai loro concerti, l'uscita di un libro autobiografico (diario del tour 2007) "Punk road in China" per Robin Edizioni, il clamoroso documentario "Smegma Riot, gli stalloni italiani del punk", prossimamente una statua commemorativa all'interno del mausoleo di Mao, e siam solo all'inizio.
Sta di fatto che i ragazzi girano il paese in lungo ed in largo diffondendo il santo verbo smegma, le cui massime oggi noi vi rendiamo liberamente disponibile affinche' ne tramandiate le gesta ai figli dei vostri figli per le generazioni future.
Evolve Or Die, dodici pezzi di punk rock orecchiabile e ironico che qui magari risulterebbero un po' scontati e sottotono ma che, ambientati nel contesto asiatico, son un'esplosione di genio memorabile.
La miscela vincente inventata dalla bend, consiste in un'incosciente calamitazione delle masse proletari cinesi, che raggiunte dai messaggi subliminari contenuti nelle loro canzonette vengono come possedute e plagiate alla volonta' dei nuovi idoli italici e pronte ad eseguire ogni loro velleita'.
Oltre alle due cover riuscitisime di Gianni Drudi, l'illuminazione del loro padrino si trova anche nell'orecchiabile "Kill Your Boyfriend", da cui la poesia scaturisce vigorosa ad ogni verso.
Buona anche "Blame The Pope" in un inglese maccheronico, "Heartquacke", la piu' impegnata "Taliban Tour" contro l'imperialismo democratico e la mistica "Karma Punk".
Che altro dire, se non verranno fatti sparire e dati in pasto ai maiali, ci sara' di sicuro un seguito, karma punk never die!
Pierkna

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